martedì 21 ottobre 2008

Azione, reazione e non curanza...

Capita, a volte, che accadano cose strane nella vita, mia come in quella di chiunque altro. Può capitare, per esempio, di scoprire che qualcuno ha fatto qualcosa e non essere entusiasti della notizia, magari senza un vero motivo concreto se non un leggero fastidio personale.

Solitamente, il primo istinto tende ad essere quello di cominciare a preoccuparsi, a lamentarsi, ad agire per assestare le cose. Viene voglia di fare o disfare, di dire o urlare, di protestare o reagire...
Si prende su e si comincia, ma poi, con il tempo, può capitare di rendersi conto che si sta correndo dietro ad un disturbo senza arrivare da nessuna parte: ci si sta preoccupando per qualcosa su cui non si ha il controllo, ci si ritrova impegnati in azioni che, prima ancora che assestare le cose, mettono fuori posto noi.
A quel punto, ci si rende conto che, fatta una fredda e tranquilla analisi prima di partire, si sarebbe evitato di complicarsi la vita da soli. Certo, analizzare freddamente e lucidamente qualcosa che infastidisce o suscita altre emozioni è complicato, ma può essere molto utile: la lucidità forzata all'inizio evita di fare cose sbagliate poi.

In questi giorni mi sono ritrovato in una situazione di quel tipo... sono stato sul punto di fare qualcosa, di dire qualcosa, ma poi mi sono ricordato del fatto che, in fondo in fondo, per quanto io sia abbastanza impulsivo, so anche essere analitico e razionale.
Analizzato costi e ricavi, sono approdato alla conclusione definitiva: fregarsene, questa volta, è molto meglio che curarsene.
Citando il sommo poeta Dante (Inferno, Canto III) "non ragioniam di lor, ma guarda e passa", ma non mi spiace citare anche i Modena City Ramblers...

"The great song of indifference"

A m'in ceva ste vo ander. A m'in ceva ste't vo fermer.
A m'in ceva ste dis ed no, a m'in ceva gnanc un po'.

A m'in ceva ste ve a murir, eterntant ste ve a durmir.
A m'in ceva ste t'amaz, a m'in ceva un caz.

A m'in ceva d'un panein, gnanca d'un bicer ed vein.
Indo vaghia, indo a soun ste, a m'in ceva ed te.

A m'in ceva di padroun, dal lavor e 'dla disocupazioun,
e anca 'd me c'a soun a spas, a m'in ceva un caz.

A m'in ceva ste fe al masler, Marangoun, giurnaler,
ste impieghe o ste un garzoun, a m'in ceva sti maraun.

A m'in ceva di animel, tant nueter a sam uguel
se te't di c'a sam tot mat, a m'in ceva un caz.

A m'in ceva s'a vin la neva, e dal Pepa c'sa vot c'm'in ceva ,
e 'dla peppa e ragastas, a m'in ceva un caz.

A m'in ceva di guvernant, a m'in ceva dai cantant
e d'Agnelli e'd Berlusoun, a m'in ceva sti maraun.

A m'in ceva ste un mort ed fam,
ste un puvret, un signour o un can.
A m'in ceva d'un brot sciaf, a m'in ceva un caz.

Modena City Ramblers - Riportando tutto a casa (1994)

lunedì 20 ottobre 2008

Overkill

Overkill
From Wikipedia, the free encyclopedia

Overkill is the use of excessive force or action that goes further than is necessary to achieve its goal. For example, using a sledgehammer to crack a hazelnut, or shooting an ant with a rocket launcher would be considered overkill.

Estratto da "http://en.wikipedia.org/wiki/Overkill_(term)"


Overkill è un termine che trovo spesso estremamente efficace... e mi piace anche un sacco come suona!
Riesce mirabilmente a sintetizzare il concetto che vuole trasmettere e che, tristemente, è un difetto sempre più comune.
Perchè utilizzare AutoCAD per disegnare una griglia in un'immagine quando lo puoi fare altrettanto bene con Paint di Windows?
Perchè utilizzare un programma complicatissimo per creare una pagina web Flash quando quello che ti serve è un html statico che potresti scrivere con Notepad?
Perchè utilizzare un database Access per gestire la propria contabilità personale quando puoi fare tutto quello che ti serve con Excel... ed anche con Excel sei in pieno overkill?!?!

Io per primo soffro, informaticamente, di Overkill cronico, ma almeno, il più delle volte, lo faccio consapevolmente: la mia è sempre una scelta dovuta ad un conto.
"D'accordo, oggi potrà essere eccessivo, ma almeno è una cosa facile da fare con cui posso fare un po' di pratica per usare il programma... ed un giorno o l'altro potrebbe anche venirmi buono..."
Non è granchè consolatorio, lo ammetto, ma è pur sempre meglio che niente: almeno se qualcuno mi dovesse mai far notare che ho usato un bazooka per dare la caccia alle mosche potrò dire che è stata una mia scelta consapevole...

Overkill, oltre che una parola sempre più frequente nella mia esistenza, è anche una canzone che non mi dispiace affatto.
Beh, a dirla tutta è non solo "una" canzone: ce ne sono almeno un paio che si intitolano così, ma ce n'è una in particolare che mi piace... Si tratta di "Overkill" dei "Men at work", anche se la versione che mi piace è quella riarrangiata per la colonna sonora di Scrubs e cantata da Colin Hay, il cantante della band.

"Overkill"

I can't get to sleep
I think about the implications
Of diving in too deep
And possibly the complications

Especially at night
I worry over situations
I know I'll be alright
Perhaps it's just imagination

Day after day it reappears
Night after night my heartbeat shows the fear
Ghosts appear and fade away

Alone between the sheets
Only brings exasperation
It's time to walk the streets
Smell the desperation

At least there's pretty lights
And though there's little variation
It nullifies the night from overkill

Day after day it reappears
Night after night my heartbeat shows the fear
Ghosts appear and fade away
Come back another day

I can't get to sleep
I think about the implications
Of diving in too deep
And possibly the complications

Especially at night
I worry over situations
I know I'll be alright
It's just overkill

Day after day it reappears
Night after night my heartbeat shows the fear
Ghosts appear and fade away
Ghosts appear and fade away
Ghosts appear and fade away

Colin Hay - Scrubs OST (2002)

mercoledì 15 ottobre 2008

La voce della pietra

La pietra ha una voce tutta sua.
Parla piano, sussurra con la voce del vento che l'accarezza, e ciò nonostante si fa udire.

Di solito nessuno le risponde, destinata al suo quieto monologo, perpetuo commento al mondo, alla sua fragilità... Il suo continuo mormorare non è per gli organi dell'udito quotidiano, quelli troppo abituati alle voci degli uomini ed ai rumori della loro vita. Capita, però, che a volte la pietra sia nei pressi di alberi e fiori ed erba, ed allora un dialogo c'è ed è incessante: un ciarlare fitto fitto nella brezza che accarezza roccia e fronte o nella pioggia che picchietta pietre e petali e steli.
E' in queste situazioni, quando il dialogo è più intenso, quando il mormorare di vita immobile ed immobile esistenza si fa più intento, che anche gli uomini lo possono sentire.

Le creature fatte di carne e sangue passano accanto ad una statua o una roccia e le loro orecchie ne ignorano le parole, ma i loro occhi trovano quello che c'è da cercare ed il basso vibrare dell'aria percuote la loro anima, facendosi udire oltre l'udito, facendo vibrare, risonante, una corda che c'è dentro ogni vivente.
In alcuni, quella corda è più sensibile e basta un tocco leggero per metterla in moto; in altri, il tempo vissuto, o quello in cui vivono, l'ha inspessita rendendola tenace e restia a rispondere all'appello.
Poco importa quanto è necessario impegnarsi: la pietra ci prova, e se ha un interlocutore, a volte, in due colgono la sfida e cercano di far suonare il cuore dei mortali come fosse un accordato strumento.

Un orrendo apparire di fiera, di mostro o di diavolo feroce, può essere necessario per far avviare le corde più spesse, per far sì che altri, dal tocco più delicato, abbiano modo di insistere su un moto avviato e far partire il concerto silente nelle anime curiose, turbate o frettolose.
La pietra insiste.
La pietra persiste.
La pietra non ha fretta ed aspetta.
La pietra è sempre lì, a commentare il passaggio di un ascoltatore troppo distratto per prestarle l'attenzione che merita.
Se di un diavolo incarna l'aspetto, prova a pungolare il cuore delle genti con un ghigno malefico, beffardo e crudele, ridendo divertita dell'effetto che la sua forma, frutto della mente di uomini, ha sulla mente di altri mortali.
Altre volte, è più delicata la forma, più dolce la voce, adatta a cuori leggeri, cuori pronti a rispondere all'appello, corde argentate invece che cime di marina.

Alla fine, dopo giorni, settimane, mesi o anni, la resistenza della corda perde di importanza: sarà solo una nota o sarà un'intera sinfonia, ma quell'anima toccata dal continuo vociare risponderà alla chiamata. Gli occhi si volgeranno alla pietra, e la storia che lei narra nella sua muta lingua sarà rivelata, notata e appresa.

Ogni giorno, la quieta ostinazione della roccia ha la meglio.
Ogni giorno, cento concerti per cuori e rocce viene suonato in ogni angolo della terra sotto il cielo, nelle città degli uomini sempre di corsa come nei boschi, sulle montagne o lungo le sconfinate sponde del mare.
Ogni giorno, la pietra parla a mille cuori ed almeno uno si volge, incuriosito da una di quelle mille parole senza fiato.
Ogni giorno, la pietra, figlia del mondo, chiama qualcuno con il suo vero muto nome e questi si volge rispondendo all'appello.
Ogni giorno, la roccia, plasmata dall'arte degli uomini, racconta una storia silente che qualche anima mortale apprende.
Ogni giorno, qualcuno, pur non udendo voce diversa dalle mille e mille altre del mondo, scopre qualcosa che ha visto cento volte e mai notato, volgendosi a cercare con lo sguardo e il cuore l'origine di una voce che non fa rumore.

Ogni giorno, qualcuno decide, senza rendersi conto del vero motivo, di fermarsi ad ascoltare il monologo del mondo, il monologo recitato con la voce della pietra.

martedì 14 ottobre 2008

Una favola, due versioni

Ieri, tornando a casa dal lavoro e passando per i Giardini Estensi, ho cominciato a pensare ad una cosa che, stamattina, è stata scalzata di peso da una cosa che ho letto... Non è detto che non ritorni sull'idea accantonata, ma per ora questo nuovo pensiero ha preso il sopravvento.

Stavo controllando una delle varie caselle di posta e ci ho trovato una favoletta sull'Amore e la Follia... ovviamente ho cercato di scoprirne l'origine e credo di essere inciampato in una favola del '600 che potrebbe essere dietro alla storia.

Procediamo con ordine e partiamo dalla versione moderna...

La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei.
Dopo il caffè, la Follia propose:
'Si gioca a nascondino?'
'Nascondino? Che cos'è?' - domandò la Curiosità.
'Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete.
Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare.'
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.
'1,2,3...' - la Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, impacciata come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi.
La Gioia corse in mezzo al giardino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi.
L' Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un grande masso.
La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era già a novantanove.
'CENTO!' - gridò la Follia - 'Comincerò a cercare.'
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto.
E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza.
Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: 'Dov'è l'Amore?'.
Nessuno l'aveva visto.
La Follia cominciò a cercarlo.
Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce.
Ma non trovò l'Amore.
Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido.
Era l'Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio.
La Follia non sapeva che cosa fare.
Si scusò, implorò l'Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre.
L'Amore accettò le scuse.

Ancora oggi, quando si cerca l'Amore non lo si trova, e solo i folli si ostinano a
cercarlo nonostante tutto ma soprattutto l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.


Ed ecco la (sospettata) versione originale... se ci sono versioni ancora antecedenti, non sono ancora riuscito a trovarle, ma chissà...

L'Amore e la Follia
Da Wikisource, la biblioteca libera.

Amor è un gran mistero:
mistero i dardi, la faretra, il foco,
e dell'infanzia sua mal noto è il vero.
Non io pretendo adesso
in pochi versi movergli il processo
e spiegar questa scienza, che, confesso,
vuol tempo per chi sa ben decifrarla.
Ma voglio colla solita mia ciarla
narrar soltanto come il cieco iddio
perdesse gli occhi e il mal che ne seguì,
un mal, che a parer mio
potrebbe essere un ben... Ma in questo affare
agli amanti rimetto il giudicare.

Amor giuocava un giorno in compagnia
della Follia.
Aveva il fanciullino in quell'età
aperti gli occhi ch'ora più non ha.
Nata una fiera disputa,
voleva Amor portarla innanzi ai Numi,
ma la Follia, perduta la pazienza,
gli die tal colpo che gli spense i lumi.

Venere, donna e madre, a quella vista
alza le strida e stordisce gli Dèi.
Giove dal cielo e Nemesi
e tutti insieme accorrono con lei
i giudici d'inferno.
La madre piange e narra della trista
l'orrenda azione,
e come il suo bambin non possa, ahi! moversi
senza bastone.

Non c'è pena sì grande,
che corrisponda ad opre sì nefande;
ma poi che riparata esser dovea
l'ingiuria, visto il caso, il danno, il male,
e visto l'interesse generale,
la corte mise fuori questa grida:
- Sempre Follia faccia all'Amor di guida! -

Jean de La Fontaine
Favole / Libro decimosecondo / XIV - L'Amore e la Follia (1669-1693)
Traduzione di Emilio De Marchi
Estratto da "http://it.wikisource.org/wiki/L'Amore_e_la_Follia"

mercoledì 8 ottobre 2008

Secondo anno... I lezione

Ieri ho ricominciato il corso di Improvvisazione teatrale ed ho ritrovato tutte le Giraffe.
Purtroppo, dal saggio ad oggi abbiamo perso un paio di elementi per strada e, quest'anno, non saremo più tredici, ma le Giraffe perse non lo sono davvero: Giraffa per un giorno, Giraffa per sempre!

La ruggine da togliere, prima di riprendere il cammino verso il secondo saggio, è parecchia ed il nostro insegnante per questi primi mesi (Aldo) non ha fatto fatica ad accorgersene, come conferma la quantità di domande che riesco a produrre per unità di tempo.
Sta di fatto che essere nuovamente un gruppo, un gruppo che si trova, che si ascolta, che produce idiozie e cose bellissime è stato elettrizzante: quando sono tornato a casa, a mezzanotte passata, l'adrenalina era a mille...

Di base io non dormo molto: per me è normale andare a letto tra le due e le tre di notte, ma il fatto è che non soffro d'insonnia. Non sono il tipo di persona che rimane in piedi perchè non riesce a dormire: sono il tipo di persona che, verso mezzanotte/l'una, quando arriva il colpo di sonno, si sforza e supera il momento perchè ha altro da fare. Quando sono libero da impegni, posso toccare il letto a qualunque ora del giorno e della notte e riesco a disattivarmi in pochissimi minuti (e dire che un tempo, prima di cominciare la mia vita nottambula, di giorno non riuscivo a dormire se non quando ero esausto: da piccolo non riuscivo a capire come faceva mio padre a dormire anche in pieno giorno ed anche in una stanza illuminata... lui faceva il turnista in fonderia, io adesso faccio le nottate a lavorare davanti ad un PC...).
Stanotte, non ce l'ho fatta: il colpo di sonno non è arrivato prima delle tre! Non so se è un bene o un male, ma sicuramente è una cosa fantastica.

Per inciso, ieri ho anche ricevuto la mia prima tessera della Impropongo (quella dell'anno scorso non è mai stata realizzata) ad opera dello stesso Aldo. Sono il numero 8... e fa uno strano effetto avere una cifra sola...

Una maratona molto particolare

Il cervello umano sa essere assurdo: basta una parola per far scattare una scintilla ed inchiodarti in testa un pensiero.

A me è capitato, ultimamente, con un riferimento al progetto di super-maratona della RAI: una maratona non stop per la lettura integrale della Bibbia.
E' cominciata domenica, e purtroppo (per quanto sia agnostico, il testo è comunque interessante) mi sono perso l'avvio, ma sentire parlare di questo progetto mi ha inchiodato in testa una canzone sul tema.
D'accordo, non molto politicamente corretta, ma pur sempre sul tema.

"La Genesi"

Una canzone molto più seria e più impegnata, oserei dire impegnatissima, una canzone che a me è stata inspirata - a me succede poche volte - però questa canzone mi è stata inspirata direttamente dall'alto. Ero lì nel mio candido lettino... e ho sentito una voce che diceva "Francesco", dico "soccia, ma chi è?"... dico "uh?", diceeeeee "svegliati sono il tuo Dio." e allora così, in questo modo sollecitato, ho pensato di fare un'opera musicale colossale e mettere in musica l'Antico Testamento. Per ora sono riuscito a fare soltanto la Genesi... che è la vera storia della creazione del mondo.

Per capire la nostra storia
Bisogna farsi ad un tempo remoto.
C'era un vecchio con la barba bianca:
Lui, la sua barba, ed il resto era vuoto.

Voi capirete che in tale frangente
Quel vecchio solo lassù si annoiava.
Si aggiunga a questo che inspiegabilmente
Nessuno aveva la tivù inventata.

Beh, poco male, pensò il vecchio un giorno:
A questo affare ci penserò io.
Sembra impossibil ma in roba del genere,
Modestia a parte, ci so far da Dio.

Dixit. Ma poi toccò un filo scoperto,
Prese la scossa, ci fu un gran boato.
Come tivù non valeva un bel niente
Ma l'Universo era stato creato.

Come son bravo che a tempo perso
Ti ho creato l'Universo!
Non mi sembra per niente male.
Sono davvero un tipo geniale!
Zitto, Lucifero, non disturbare,
Non stare sempre qui a criticare!
Beh, sì, lo ammetto, sarà un po' buio,
Ma non dir più che non si vede un tubo!

Che sono parolacce che non sopporto! - disse il vecchio a Lucifero - E poi se c'è una cosa e un'altra che non posso sopportare sono i criticoni: fattelo te l'Universo se sei capace! Che me at dig un quel... disse il ve'... era di antica origine modenese da parte di madre il vecchio. Io parlo chiaro: pane al pane, vino al vino, anzi vin santo al vin santo. Sono buono e bravo ma se mi prendono i cinque secoli me at sbat a l'inferen com'è vero Dio!

Ma poi volando sull'acqua stagnante
E sopra i mari di quell'Universo,
Mentre pensava se stesso pensante
In mezzo a quel buio si sentì un po' perso.

Sbattè le gambe su un mucchio di ghiaia
Dopo una tragica caduta in mare.
Quando andò a sbattere sull'Himalaya
Il colpo gli fece persino un po' male.

Fece crollare anche un gran continente
Soltanto urtandolo un poco col piede.
Si consolò che non c'era ancor gente
E che non gli era venuto poi bene.

Ma quando il buio gli fece impressione
Disse, facendosi in viso un po' truce:
Diavol d'un angelo, avevi ragione.
Si chiami l'Enel, sia fatta la luce!

Commutatori, trasformatori,
Dighe idroelettriche e isolatori,
Turbine, dinamo e transistori
Per mille impianti di riflettori;
Albe ed aurore fin boreali,
Giorni e tramonti fin tropicali.
Fate mò bene che non bado a spese,
Tanto ho lo sconto alla fine del mese.

Te Lucifero non ti devi preoccupare come faccio io ad avere lo sconto alla fine del mese. Ma cosa vuol dire corruzione, una mano lava l'altra come si dice; vuoi che uno nella mia posizione non conosca nessuno, però intanto ragazzi andateci piano perché la bolletta la portano a me. M'avete lasciato accesa la luce al polo per sei mesi, sei mesi, no, sei mesi! Grazie che c'era freddo, i surgelati li debbo pur tenere da qualche parte. Adesso la tenete spenta sei mesi come... e quei ragazzi lì, come si chiamano quei ragazzini che vanno in giro con quella cosa, aureola si chiama, no no, nom am pies menga, no no no ragazzi quelle cose li, io vi invento il peccato in superbia e vi frego tutti eh, adesso ve lo dico bisogna guadagnarsele... a parte il fatto che non mi adorate abbastanza, no no no Lucifero, è inutile che tu mi chiedi scusa: adorare significa non dovere mai dire mi dispiace!
Voi, ecco, io vi do ogni dieci atti di adorazione... vi do un buono, ogni dieci buoni voi mandate la cartolina che il 6 di gennaio ci ho poi tutta un'altra idea in testa... facciamo Aureolissima che è una festa bella. Piuttosto Lucifero, non sgamare... vieni qua ragazzo, com'è mi hanno detto che hai stampato un libro "Il Libretto Rosso dei Pensieri di..." oh bella roba il libretto rosso dei pensieri di Lucifero. Ragazzi mi piace... ma cosa vuol dire di sinistra, di sinistra... non sono socialdemocratico anch'io? avanti al centro contro gli opposti estremismi! ... eh ma, ... no no no, non ci siamo mica qua, se c'è uno che può pensare anzitutto sono io... e non tirare in mica ballo mio figlio - quel capellone - con tutti i sacrifici che ho fatto, per me lui lì finisce male ah me, me a tal deg... finisce male. Attento che te e lui, io ho delle soluzioni per voi che non vi piaceranno, per Dio, e non guardarmi male che qui dentro "per Dio" lo dico come e quando mi pare!

Ma fatta la luce ci vide più chiaro:
Là nello spazio girava una palla.
Restò pensoso, e gli parve un po' strano;
Ma scosse il capo: chi non fa non falla.

Rise Lucifero stringendo l'occhio
Quando lui e gli angeli furon da soli.
"Guarda che roba! Si vede che è vecchio:
L'ha fatto tutto schiacciato sui poli!"

Per riempire 'sto bell'ambiente
Voglio metterci tante piante.
Forza, Lucifero, datti da fare:
Ordina semi, concime e trattore.
Voglio un giardino senza uguali,
Voglio riempirlo con degli animali!
Ma cosa fa 'sto cane che ho appena creato?
Boia d'un Giuda! M'ha morsicato!

Piuttosto fallo vedere da un veterinario che non vorrei aver creato anche la rabbia, gia così... cos'è che non ho creato? Lo sapevo: l'uomo non ho creato! Grazie, mi fate sempre fare tutto a me, mi tocca sempre fare! Qua se non ci sono io che penso a tutto... va beh nessuno è perfetto, sì lo so che sono l'Essere Perfettissimo Creatore e Signore. Grazie! adesso ti trasformo in serpente così impari, striscia mò lì! viuscia via!
E portarono al vecchio quello che c'era rimasto... c'era un po' di formaggio e due scatolette di Simmenthal, cioè lui li mise assieme e...

Prese un poco di argilla rossa,
Fece la carne, fece le ossa,
Ci sputò sopra, ci fu un gran tuono,
Ed è in quel modo che è nato l'uomo.

Era un venerdì 13 dell'anno zero del Paradiso.

Francesco Guccini - Opera buffa (1973)

martedì 7 ottobre 2008

Un report... "rock"

Questa mattina, al lavoro, la giornata è partita strana: ieri, l'EDP della SGR, ha traslocato l'ultimo dei loro server, che era ancora ospitato nella nostra sala CED, nella loro.

Ovviamente, visto che i nostri nuovi server sono arrivati oggi (oltre due quintali di hardware!)e difficilmente saranno operativi prima di venerdì, noi dipendiamo ancora dalle loro macchine... che oggi sono morte perchè i contatori su continuano a saltare a causa, probabilmente, dell'eccessivo carico.
Risultato? Operatività del resto del backoffice tutto sommato normale (un po' un casino visto che non abbiamo la posta interna e che le stampanti di rete, ovviamente, essendo kaput il server di dominio non prendono una stampa neanche se gliela porti a mano...), ma il lavoro che dovevo fare io, che era tutto basato su dati presenti in uno dei nostri server della LAN, rischiava di saltare clamorosamente.

Per fortuna, sono riuscito ad arrangiarmi in un qualche modo e mi sono messo a lavorare ad un report un po' incasinato... e quindi, per concentrarmi, radice di liquirizia d'ordinanza e, visto che avevo anche bisogno di caricarmi un po', musica a palla nelle orecchie (ok, estremamente poco professionale come immagine, se fosse passato il Presidente o il Direttore, ma visto che sono in riunione da stamattina, ed il mio ufficio è un po' giù di mano, rischi ridotti al minimo).

Uno degli ostacoli del report l'ho superato ascoltando questa...

"Keep holding on"

You're not alone
Together we stand
I'll be by your side, you know I'll take your hand
When it gets cold
And it feels like the end
There's no place to go
You know I won't give in
No I won't give in

Keep holding on
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through
Just stay strong
'Cause you know I'm here for you, I'm here for you
There's nothing you could say
Nothing you could do
There's no other way when it comes to the truth
So keep holding on
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through

So far away
I wish you were here
Before it's too late, this could all disappear
Before the doors close
And it comes to an end
With you by my side I will fight and defend
I'll fight and defend
Yeah, yeah

Keep holding on
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through
Just stay strong
'Cause you know I'm here for you, I'm here for you
There's nothing you could say
Nothing you could do
There's no other way when it comes to the truth
So keep holding on
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through

Hear me when I say, when I say I believe
Nothing's gonna change, nothing's gonna change destiny
Whatever's meant to be will work out perfectly
Yeah, yeah, yeah, yeah

La da da da
La da da da
La da da da da da da da da

Keep holding on
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through
Just stay strong
'Cause you know I'm here for you, I'm here for you
There's nothing you could say
Nothing you could do
There's no other way when it comes to the truth
So keep holding on
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through

Keep holding on
Keep holding on

There's nothing you could say
Nothing you could do
There's no other way when it comes to the truth
So keep holding on
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through

Avril Lavigne - Eragon OST (2006) / the best damn thing (2007)

lunedì 6 ottobre 2008

Gli spoiler ed i devblog

Spoiler (cinema)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il termine spoiler (dall'inglese To spoil, "rovinare") è spesso usato in ambito cinematografico per segnalare che un testo riporta delle informazioni che potrebbero svelare i punti salienti della trama del film. Il termine spoiler può però riferirsi anche ad altri contesti dove può essere svelata una trama, come libri, videogiochi, serie televisive, fumetti ecc.

Tecnicamente, un testo non è uno spoiler, ma contiene spoiler. Infatti, a meno che un testo abbia il compito di descrivere nel dettaglio la storia di un film, generalmente si tratta di un insieme di informazioni generiche, alcune delle quali rivelatrici di parti importanti, quindi contenenti spoiler.

Inoltre, il significato di spoiler è soggettivo: non è, infatti, una rivelazione per chi già conosce il film. Ne consegue che lo spoiler è destinato solo a chi non conosce la trama di un film e quindi assume, in modo più rilevante, il ruolo di "avvertimento" piuttosto che termine indicativo di un certo tipo di contenuto.

La parola spoiler è particolarmente diffusa nei newsgroup, forum che parlano di cinema, tanto da essere diventato parte integrante della netiquette: chi scrive articoli è invitato ad inserire nell'oggetto o nel messaggio la parola "spoiler", in modo da avvertire gli altri utenti.

In alcuni Newsgroup, se un film o episodio è stato trasmesso sulla TV Terrestre o sul Satellite (non importa quindi se in chiaro o no) non occorre indicare lo "Spoiler Warning" perché si presume che sia ormai stato visto da tutti.

Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Spoiler_(cinema)"


Mi piace seguire i progetti e gustarmi, un po' alla volta, le notizie in anteprima.
Lo so, qualcuno non condivide il mio approccio ed il mondo è pieno di persone che, se poste a meno di mille miglia da uno spoiler non segnalato con insegne al neon e squilli di tromba di una fanfara militare di almeno duecento elementi, hanno una crisi di nervi.

Per quanto mi riguarda, la notizia in sè non è una cosa che mi infastidisce o mi fa risentire: avere notizie in anteprima su un contenuto, a meno che non sia la rivelazione di ogni singolo dettaglio, mi lascia il gusto di cercare proprio le minuzie, scoprire i raccordi tra i brandelli di informazioni che ho.
In fin dei conti, io sono quello che è andato a vedere "Il sesto senso" sapendo già come andava a finire e godendoselo comunque tutto il film dal primo all'ultimo minuto (ed anzi, visto che l'ho visto in lingua originale quando l'inglese lo capivo un pochino meno, il fatto di sapere certe cose in anteprima ha quasi aiutato...).

Il punto è che arrivo ad essere un cultore delle anticipazioni, che si tratti di spoiler o, anche meglio, di "devblog".

I devblog sono i "blog di sviluppo" o i "blog degli sviluppatori": i blog che gli autori e membri dello staff di un progetto mettono in piedi per aggiornare sugli sviluppi, le idee che stanno coltivando, il lavoro che stanno facendo.
Di solito hanno frequenze di aggiornamento, mediamente, più basse di quelle dei blog personali, ma non è necessariamente detto.

Attualmente sto seguendo un devblog e sto accarezzando l'idea di metterne su uno o due...
Il devblog che seguo è quello del progetto "Star Trek Online" (un MMORPG nell'universo di Star Trek... e non potrei fare a meno di seguirlo...) e non mi dispiacerebbe mettere in piedi il devblog dell'ALEA:EST (per aggiornare i nostri, incredibilmente numerosi, giocatori sull'evoluzione dei futuri manuali) e del ALEA:IACTA (fondamentalmente per lo stesso motivo).

Non so se mi metterò a scrivere di quei progetti: già non ho il tempo così, figuriamoci se decidessi di dedicarmi anche a quello, ma non si può mai sapere; il fatto di essere un folle come me rende imprevedibili... anche per sè stessi!

venerdì 3 ottobre 2008

Le abitudini e le manie

Ognuno ha le sue manie. A volte non si tratta di vere e proprie manie ma di comportamenti "condizionati": di abitudini tanto radicate che ti spingono a comportamenti che possono apparire maniacali.

Io ne ho diverse, ma in fin dei conti è normale per un ossessivo compulsivo a tratti, tanto che a volte mi stupisco io per primo di un qualche comportamento.
Una di queste mie abitudini bizzarre l'ho reincontrata mercoledì sera.

Mercoledì sono stato al lavoro tutto il giorno, quindi, tornato verso casa, sono dovuto andare a fornire assistenza tecnica al computer di un parente; fatto questo, sono arrivato a casa, ho sentito Fhede e sono tornato ad uscire per andare a cena a Modena con un po' di compagni di corso.
Mentre ero a casa, subito prima di scappare di nuovo, mia madre arriva e mi fa:

- Hai notato che il letto in camera tua è ancora da fare, vero? -

Io, ovviamente, non avevo ancora messo il naso sulla porta di camera mia, e tecnicamente non avevo neppure il tempo di farlo, sta di fatto che, per tutta risposta, le ho detto che avrei provveduto una volta tornato a casa, prima di andare a letto.

Esco; ceno; andiamo a bere qualcosa... Alla fine torno a casa e metto piede in camera, per la prima volta da quando ero uscito la mattina alle sette e mezzo, all'una e mezza di notte.
E' a questo punto che scatta la mania: prima di andare a letto, quasi alle due di notte, mi sono messo a fare il letto!

In realtà non è che io sia una di quelle persone che se non hanno il letto fatto in perfetto ordine non riesce a dormire, è che semplicemente sono stato praticamente condizionato a fare il letto, se non viene prima fatto da altri... fare il letto sempre e comunque, anche a notte fonda un minuto e mezzo prima di andare a dormire.

Ognuno ha i suoi condizioniamenti e le sue manie... pensandoci a modo, poteva andarmi peggio...

giovedì 2 ottobre 2008

I social network

Alla fine l'ho fatto.
Nonostate non sia affatto convinto dell'utilità dei social network, ho deciso e mi sono registrato su Facebook.

Ultimamente, ho cercato di capire come funzionano ed a cosa dovrebbero servire, ma se dovessi dire di averne capito l'utilità concreta mentirei spudoratamente.
Certo, il buon Pesce ha un bel da dire che servono a cazzeggiare, e sinceramente non ho grandi dubbi in proposito, ma trovare il tempo di cazzeggiare e farsi i fatti degli altri non è propriamente banale per uno che, come me, si riduce a togliere ore al sonno pur di fare un po' delle cose che ha a mano.

Comunque sia, non so come andrà a finire, anche se è molto probabile che diventi un'altra di quelle cose cui non avrò il tempo di dedicarmi; quasi certamente diventerà un'altra di quelle cose "vedrò come andrà a finire"...
Ormai ho perso il conto di quante ne ho a mano per questa categoria, ma non si può mai sapere: c'è sempre l'eccezione in agguato e potrei anche ritrovarmi a diventare un assiduo utente del sito...
Beh...
Ecco...
Non esageriamo: a questa ci credo solo dopo che l'ho vista...

Per ora un primo passo, poi sarà quel che sarà.