domenica 18 aprile 2010

Film... ma non solo

Tra ieri ed oggi ho visto tre film in televisione.
Era veramente un sacco di tempo che non guardavo in televisione altro che non fossero telegiornali, la dimostrazione tangibile che la mia vita ha, a tratti, ritmi tanto assurdi da farmi desiderare, di quando in quando, di cercare il freno a mano della mia esistenza.

Ad ogni modo, erano mesi che non guardavo un programma televisivo per intero: non un telefilm nè un film. O meglio, erano mesi che non li guardavo sul supporto che l'aggettivo nel nome presupporrebbe: cose ne ho viste, ma tipicamente su un monitor per PC...

Ieri sera, no: dopo aver visto - in camera sul monitor, manco a dirlo - il film "S. Darko" (su cui non mi esprimerò... mi ha lasciato un po' troppo perplesso... anche se devo dire che anche il precedente "Donnie Darko" mi aveva lasciato con parecchie domande nella testa, compresa la più importante: "Ma mi è piaciuto o no?"), sono passato dalla cucina nel momento in cui, su Italia 1, cominciava un classicone hollywoodiano a cui non riesco a resistere mai: "Twister".

Che cosa in un film come quello riesca sempre ad incatenarmi, rimane per me un mistero insondabile: non è un "disaster movie" nel senso stretto del termine - e, per altro, i disaster movie non sono il "mio genere" nel senso stretto del termine - eppure ha quel non so... sì, insomma: è un catastrofico per modo di dire, che strizza l'occhio con personaggi pseudo-scienziati che si avvicina quasi più alla fantascienza; ha ironia e battute surreali (adoro la scena del "Mucca... Altra mucca") e riesce ad inchiodarmi dove mi trovo in praticamente ogni occasione. Non il solo ad avere queste caratteristiche (effettivamente c'è qualche simile tipo "Armageddon" e "The Core"...), ma lui ha un dono assurdo: probabilmente è quello che, meglio di tutti i suoi fratellini, riesce a farmi restare lì dove mi trovo, anche in piedi, a guardarlo dall'inizio alla fine.

Finito di vedere quello, prima di andare a letto (almeno così credevo), ho cominciato un rapido giro di zapping.
Non l'avessi mai fatto!
Sono capitato su Rai 4 nel bel mezzo di una puntata di "Roma": telefilmone con soldi di mezzo mondo (HBO e BBC in testa con due lire anche della RAI), girato a Cinecittà assolutamente fantastico. Un colossal da un sacco di soldi con scenografie storicamente accurate, costumi fatti che sembrano veri, storie ben strutturate e personaggi con un senso... e dove i grandi eventi della storia che coinvolgono Cesare sono solo lo sfondo per le vicende personali di due disgraziati: un centurione (cittadino romano i cui genitori allevavano cavalli dalle parti di Mutina) ed un legionario (più grosso che sveglio).
Crudo, tanto che Rai 2 lo aveva censurato, a suo tempo (mentre Rai 4 sembra che non lo censuri... finalmente!) eppure ben fatto. Un vero peccato che il progetto di cinque stagioni si sia arenato alla fine della seconda.

A questo punto, il conto delle visioni televisive sarebbe solo di un film ed un telefilm... come si fa ad arrivare a tre film?
Beh, basta fare l'errore di passare dalla cucina a tardo pomeriggio della domenica (incrociando il sempreverde "Men in Black" su Italia 1) e fare zapping su Rai 4, subito dopo cena, pescando l'inizio di "School of Rock"...

Ho, per altro, notato una cosa curiosa: Italia 1, in questo mio computo particolarissimo, è stata sempre prima dell'anno 2000, mentre Rai 4 sempre dopo...
Chissà perchè il quarto canale della TV pubblica, quello che è solo sul digitale terrestre, mi sta sempre più simpatico?

Ad ogni modo, sono riuscito a fuggire dalla televisione quando stava cominciado "Il labirinto del fauno"... ne ho sentito parlare bene, ma non mi stava prendendo granchè quindi sono svicolato.

Incredibilmente televisivo come fine settimana, non c'è che dire, ma la cosa che più mi sorprende è che sia stato così nonostante abbia avuto un sacco da fare (ed abbia prodotto, tra l'altro, il restyle di tutte le carte del gioco "Mutaforma in Tabula" per l'imminente STICCON... decisamente dovrei decidermi a dormire di più...)

domenica 11 aprile 2010

Richiami e le strane domande...

Come al solito, sono reduce da due settimane da delirio, con un saldo complessio di ore passate a casa che... beh non riesco a calcolarlo, ma di sicuro non è poi così alto.
Le mie giornate assomigliano sempre ad una corsa contro il tempo, rimbalzando a velocità di curvatura tra le duecento cose che dovrei fare, senza mai trovare il tempo per farle tutte. Alla fine si è costretti a selezionare e la morosa, il lavoro e quella manciata di ore di sonno che mi concedo riescono, inspiegabilmente, a riempire tutto l'orologio.

In queste due settimane, è successo di tutto un po': mentre ero a Genova per il week-end pasquale, a casa è arrivata una raccomandata dal lavoro con un richiamo.
Il tutto stava in una paginettina di Times New Roman 10, probabilmente. Lo aspettavo, anche se in fondo in fondo speravo che alla fine non ci fosse, perchè l'ex Direttore Generale, che ora è solo un Consigliere, mi aveva già annunciato che aveva richiesto un provvedimento disciplinare nei miei confronti un mese fa.
Io l'ho letta quella paginetta, una volta arrivato a casa, l'ho letta a modo e, senza neppure fare troppa fatica o perderci il sonno più di tanto, ho buttato giù quattro pagine (in un font un po' più grande, ok, lo ammetto) di replica puntuale, precisa e un po' pungente.
La prima stesura prendeva di petto alcuni problemi: il richiamo che mi sono beccato io, in ultima analisi, è l'estrema conseguenza di un problema ben più profondo di organizzazione dovuto al fatto che la Dirigenza aumenta la quantità e la varietà di lavoro senza, preventivamente, informare gli addetti, aumentare il personale e, cosa più grave di tutte, senza formare adeguatamente quelli che mette a fare un certo lavoro. Alla prima stesura ne è seguita una leggermente più moderata, perchè ho pensato che dire ai dirigenti dell'azienda per cui lavori (a tempo determinato e con la scadenza del contratto a Marzo del 2011) che sono loro a ledere il rapporto di fiducia che "deve sussistere" tra azienda e lavoratore non è il modo migliore per farti risultare afflitto.
A dire il vero, afflitto non sono ed anzi sto, per ora senza troppa convinzione, cercando delle alternative. Il posto mi piace, e se fosse organizzato in un modo diverso ed io potessi fare meglio il mio lavoro, mi piacerebbe anche di più... stando così le cose, però, con una strana aria che tira, la voglia di mollare tutto e scappare - per quanto mi dispiacerebbe lasciare il posto ed i colleghi - è fortissima.
Vedrò come andrà a finire... spero bene, ma cerco di non farmi cogliere impreparato.
Nei prossimi giorni, poi, spero almeno di avere una replica definitiva da parte dell'azienda sul richiamo: so che è irrituale in questi casi, ma io ho chiesto, nelle mie "controdeduzioni", di avere da loro delle risposte alla mia lettera.
Chissà se si degneranno di dirmi qualcosa: da quello che mi è stato accennato dal Consigliere in questione, comunque, prima di farmi sapere qualcosa voleva parlarne con il Direttore Amministrativo, che tiravo in ballo nella mia "arringa". I due si sono visti la settimana scorsa e sono stati a colloquio per più di un'ora... non mi è neppure dato sapere se hanno parlato del mio caso, ma una cosa è certa: io il "testimone" non l'ho "preparato".
A dirla tutta, non mi importa neppure granchè quello che gli può aver detto: io ho la coscienza a posto e se qualcuno, pur sapendo come sono andate le cose, sostiene che non ho fatto quello che dovevo fare, non fa altro che confermare che la parte che è nel torto e l'azienda e non io.

Questa settimana, comunque, mi è successa la più bizzarra delle cose che potesse succedermi... io non credevo che mi sarei mai trovato in questa situazione, ma è successo.
I miei mi hanno chiesto se ho dei problemi.
Io? Se ho dei problemi!?!?!? Ed il motivo? Beh, probabilmente perchè si ricordano male una cosa.
Mia madre, che è a casa in malattia, sta facendo delle iniezioni; martedì, da quello che si ricordano, dopo la puntura giornaliera la scatola conteneva due siringhe. Il mercoledì, al momento del trattamento, nella scatola ce n'era una sola...
Visto che in casa ci sono solo loro ed io, cosa ti viene spontaneo fare? Chiedi pure a tuo figlio se usa lui una siringa!
Io!!! Io che, pur non avendo propriamente paura degli aghi, me ne tengo comunque il più possibile lontano, se posso evitarlo... Io, che l'ultima volta che ho avuto in mano una siringa è stata quattro mesi fa, quando la dovevo usare per miscelare un farmaco in polvere con il suo "solvente" per poi farci l'aerosol, e prima di allora... probabilmente non ho mai usato una siringa!!!
Una parte di me ha trovato molto premuroso il comportamento dei miei: non mi avevano mai chiesto una cosa del genere e, tendenzialmente, se si preoccupano di quello che mi succede o di come impiego il mio tempo non lo danno molto a vedere. Un'altra parte di me l'ha trovato estremamente offensivo: io, che non ho mai neppure fumato una sigaretta e bevo con una frequenza irrisoria, non solo non sarei il tipo da fare una cosa del genere, ma il fatto che me lo si chieda dimostra semplicemente che... beh... probabilmente che non hanno capito del tutto come funziona la mia testa.
Al di là di ogni altra possibile motivazione, considerando che i miei si sono sempre lamentati del fatto che spreco i miei soldi e che quindi sanno abbastanza bene quanto sono bucate le mie mani (anche se ultimamente sono incredibilmente parsimonioso, almeno per i miei standard), come possono anche solo ipotizzare che sia disposto a spendere dei soldi per adottare un comportamento che richieda l'uso di siringhe?
Ok, forse sembrerò venale, ma io non potrei mai essere capace di drogarmi: senza considerare le altre possibili ragioni, perchè dovrei spendere dei soldi per estraniarmi dalla realtà quando riesco benissimo a farlo gratis e con il solo funzionamento del mio cervello?
Eppure, quella domanda me l'hanno fatta... Io l'ho liquidata con una battuta ed una risata, rispondedogli comunque, ma mi chiedo che cosa dovrei pensarne.
Per adesso, ho deciso che mi tengo la scoperta improvvisa di genitori preoccupati e premurosi, il resto preferisco ignorarlo.