giovedì 19 giugno 2014

L'informazione libera che sa di voce del padrone

Che bello che deve essere il mondo per quelle persone che si illudono che la voce del padrone sia in realtà informazione libera.
Che bello che deve essere il mondo per quelle persone a cui piace gioire delle disgrazie altrui.
Che bello che deve essere il mondo per quelle persone che pensano che ridurre l'informazione "di parte" aiuti a creare un'informazione "super-partes".

Ieri non avevo voglia di risentirmi per dell'idiozia - non ne ho mai voglia, a dirla tutta - ma Grillo ha colpito ancora e non riesco a trattenermi dal commentare le bestialità che dice il genovese.

Lo sciacallo, gioisce per le condizioni - economicamente disastrose - in cui versa lo storico quotidiano "L'Unità".
Lo sciacallo, gioisce perché un'altra testata giornalistica muore e perché la "Rete" - con la R maiuscola, naturalmente - è la responsabile di questa cosa.
Lo sciacallo gioisce perché un giornale di partito in meno è una voce di informazione di parte in meno ed un passo in più verso la libera informazione...

Ora, io mi domando e dico, si può essere più infami?
Si può essere più maledettamente in malafede?
Si può essere più falsi e manipolatori?

La verità che Grillo nega, la verità che non può accettare né ammettere è una ed una soltanto: la libera informazione nasce solo dalla somma di tante informazioni di parte!

Grillo, per tramite del suo socio Casaleggio, gestisce non una ma ben due testate/aggregatori (?) di informazione - Tzetze e LaFucina - che sono ignobilmente di parte e assolutamente disgustose nel modo di presentare le notizie.
Tzetze prende il nome da una mosca, la mosca che trasmette la malattia del sonno, e vive di titoli urlati, allusivi e mai - ma davvero mai - corretti, costruiti, a mio avviso, apposta per far addormentare (per l'appunto) lo spirito critico e la volontà di vera informazione e pluralismo dei suoi lettori. Fa sensazione con titoli del tipo "INCONTRO GRILLO RENZI, ECCO IL COLPO DI SCENA" o anche "BEPPE GRILLO INDAGATO, ECCO COS'HA DECISO IL PM"... titoli che non dicono nulla. Titoli che fanno pensare a chissà quale rivelazione, quale scoop, quale complotto, ma poi dietro quei titoli non c'è niente, non c'è nessuna notizia veramente importante, nessuno scoop, niente di niente.
Si tratta di esche - con una terminologia da pesca, pastura per boccaloni - che non serve a nulla se non a far guadagnare click sui social network e introiti pubblicitari derivanti dalle visualizzazioni.
Manco a dirlo, LaFucina non è molto meglio...
Si tratta di fabbriche del nulla che non danno vere notizie e che sono pilotate da redazioni che lavorano per Casaleggio.
Ovviamente, però, sono spacciate come i baluardi dell'informazione libera, svincolata dai "poteri forti" dalla "kasta" ecc, ecc, ecc.

Ora, di per sé, che anche Grillo abbia i suoi organi di stampa di parte, a me non risulta scandaloso... preferirei che fossero più seri e meno meschini, ma il semplice fatto che esistano non mi da noia.
La cosa che mi infastidisce è che Grillo ritieni i suoi strumenti "buoni" mentre quelli degli altri sono sempre "cattivi".
Intendiamoci, nulla di cui stupirsi: è il suo modo di lavorare, mica si può inventare altro. Tutto quello che fa e dice lui e i suoi (fedeli alla linea) è oro, tutto quello che fanno e dicono gli altri...
Naturalmente l'informazione di parte grillina è sana, è il futuro, è pura e deve prosperare, mentre l'informazione di parte degli altri è malata, è obsoleta, è asservita e deve morire.
L'informazione grillina è una voce libera che consente di trasmettere le informazioni in maniera imparziale, mentre quella degli altri...
Che poi, il segno stesso dell'idiozia di questa posizione, è che chi la abbraccia con convinzione nega assolutamente che questa stessa idea sia a sua volta di parte!

Nessuno ha modo di creare informazione assolutamente non di parte: tutti riportano, oltre ai fatti, una loro opinione, fosse anche solo nella scelta dei termini, quando non si spingono a commentare la notizia.
E' giusto così, è così che funziona la mente umana: riporti le notizie, ma anche se cerchi di essere più obiettivo possibile, non puoi esserlo in maniera assoluta... ci sarà sempre un sinonimo con un'accezione leggermente diversa che avresti potuto usare e che invece hai scartato.
E non è male per nulla: l'opinione che ci si fa su un tema è data dalle interazioni tra le opinioni altrui e le proprie convinzioni... così nasce la consapevolezza di quali opinioni si condividono e quali no, così ci si fa un'idea del mondo che va al di là del proprio giardino di casa.

E soprattutto, basta con l'idea dei mezzi obsoleti: non esistono mezzi di comunicazione obsoleti, esistono solo mezzi di comunicazione più o meno durevoli, più o meno recenti, più o meno veloci, più o meno economici.
Diamine, se c'è una cosa che non tollero dell'atteggiamento dei grillini è proprio questo loro snobbismo tecnologico per cui tutto quello che non è nuovo è da buttare.
Con buona pace di quelle larghissime fette di popolazione che non sono pronte o disposte o in grado di passare a sistemi più recenti.
E poi, tutto è bello e fantastico nel fantastico mondo gratuito della Rete - sempre con la R maiuscola, ovviamente - con buona pace delle enormi cifre che girano attorno ai siti per i contatori di visualizzazioni che generano ritorni pubblicitari ecc, ecc.

Esistono sistemi datati che, noi i loro mezzi, non potrebbero sostenersi... e allora perché negare loro un appoggio statale che fornisca loro risorse?
Provassero i grillini a fare un giornale vero con le loro professionalissime capacità che mettono in mostra su Tzetze e LaFucina, poi vediamo quanto ci mettono a rendersi conto che i click su un sito non si traducono in copie vendute ed i costi non si coprono da soli per magia!

giovedì 12 giugno 2014

L'ipocrisia del liberista

Da anni ormai mi interesso di politica e di economia.
Certo, è un interesse che va sì oltre il livello "Bar dello Sport", ma resta un interesse ben al di sotto del livello "Fondazione economico/politica internazionale". Però sono uno che ascolta, si informa, si fa una sua idea e non la sbandiera ai quattro venti finché non l'ha adeguatamente consolidata.

A causa di questo mio ascoltare tanto e parlare poco, informarsi e riflettere, mi capita di imbattermi in posizioni che, rispetto a quelle che ho maturato, trovo sbagliate.
Mi capita non di rado, anche perché una serie di persone che conosco hanno idee politiche ed economiche molto diverse dalle mie.
E' normale, anzi di più, è giusto avere a che fare con chi la pensa diversamente da te, anche perché se le tue convinzioni, messe alla prova delle altrui argomentazioni, restano in piedi supportate da adeguate argomentazioni, vuol dire che hai adeguatamente riflettuto sui temi. Senza contare che dal confronto con altre idee vengono necessariamente gli spunti per farsi un'idea propria.

Esistono quindi una serie di posizioni che non riesco a non considerare irricevibili.
Così come odio visceralmente i commercianti coccodrilli che piangono sfacciate lacrime mentre accusano l'Euro e la crisi della riduzione del potere d'acquisto delle famiglie (quando la colpa invece è principalmente la loro!), tra quelli che si meritano una profonda riprovazione da parte mia ci sono una serie di liberisti che, a tratti, prendono alcuni degli aspetti fondamentali delle proprie convinzioni economiche e li catapultano fuori dalla finestra per sostenere parte delle proprie posizioni.

Piccola premessa doverosa iper-semplificata e ultra veloce: che cos'è il liberismo?
Il liberismo è una teoria politico/filosofica/economica che sostiene che la libera iniziativa economica ed il libero mercato devono essere la forma economica dominante, con lo Stato non coinvolto nelle dinamiche economiche fondamentali o comunque coinvolto in minima parte e principalmente come garante del libero mercato.
Per intenderci, l'antitesi del liberista è lo statalista che sostiene che il mercato dovrebbe essere indirizzato/pilotato/arbitrato dallo Stato.
Tutto questo in estrema, ma direi sufficientemente efficace per il ragionamento che segue, sintesi.

Ora, prendete la situazione economica attuale in Italia (ma poi mica solo qui): aziende falliscono tutti i giorni perché non riescono a incassare crediti o a pagare tutte le tasse, soggetti si disperano perché non riescono a saldare i propri debiti con lo Stato e vengono "strozzati" dalle troppe gabelle e da sanzioni che li affossano definitivamente...
Non voglio parlare di quei poveri tapini che si ritrovano da una parte uno Stato aguzzino che pretende i soldi delle imposte e dall'altra parte uno Stato menefreghista che non paga i propri debiti per forniture di beni e servizi - soggetti che hanno tutto il diritto di questo mondo di lamentarsi e di battere i pugni - ma voglio concentrare la mia attenzione su quelle tante, tantissime aziende che con lo Stato hanno a che fare solo in quanto esattore.
Ci sono aziende che, quotidianamente, vengono raggiunte dalla longa manus di Equitalia che, per conto dello Stato centrale o di altri enti statali, batte cassa per crediti arretrati di IVA, INPS e quant'altro... ed i loro imprenditori osano, senza alcuna vergogna, lamentarsi dello Stato strozzino che li affoga di tasse da pagare!
E la cosa peggiore, è che tanti di loro si professano liberisti e troveranno sempre un liberista dichiarato pronto ad appoggiarli!

Signore onnipotente, se esisti e sei il responsabile del creato, mi spiegherai mai perché hai deciso che i ladri dovessero essere anche ipocriti, oltre che disonesti?

Come può un liberista giustificare chi arriva ad avere anni di arretrati IVA e INPS?
Voglio dire... mio caro liberista, come mi spieghi la permanenza sul mercato di aziende che barano ignobilmente accumulando debiti verso lo Stato? Questi soggetti violano ogni regola del libero mercato, a partire dalla prima e più sacra di tutte: tutti i soggetti che operano sul mercato, secondo la tua visione delle cose, devono avere accesso alle stesse risorse e devono operare alle stesse condizioni, soggetti tutti alle stesse regole, senza che alcuno di essi abbia accesso a risorse a condizioni vantaggiose - o a regole di favore - che contribuirebbero a costituire un indebito vantaggio sui propri concorrenti.
Per dinci, adesso diciamo che lo Stato è uno strozzino quando chiede quello che gli è dovuto e che, anche un solo concorrente di quelle imprese, ha pagato senza mai sgarrare?
Se esiste anche solo un operatore sul mercato che ha rispettato tutte le regole, allora chi non ha fatto lo stesso è un "baro" e non merita nessun trattamento di favore ora - chiedendolo con la scusa della crisi economica e della tutela dei posti di lavoro dei propri dipendenti, ecc, ecc, ecc.
Chi ha aggirato le regole, non deve essere sostenuto ed aiutato a mettersi in pari, ma dovrebbe essere severamente punito e, meglio ancora, avrebbe dovuto essere impedito a monte in questo falsare il gioco.
Non è che, con la scusa della crisi presente, uno può permettersi di cavarsela con un buffetto e farla franca.
Se oggi ti ritrovi coperto di debiti verso lo Stato, non è che lo Stato ti deve aiutare rateizzandoteli o chissà che altro per farti restare in gioco: tu, semplicemente, avresti dovuto uscire dal gioco molto tempo fa! Prendi atto della cosa, smettila di frignare, fallisci e togliti dalle balle!
Il liberismo sta alle aziende come la selezione naturale sta agli animali: sopravvivono e prosperano - avanzando - solo quelli che sono più adatti a muoversi nell'ambiente/mercato in cui si trovano... in soldoni, "survival of the fittest"! Mica "survival of the most dishonest"!

L'ipocrisia dei liberisti sta in questo: con la scusa che lo Stato non dovrebbe influenzare il mercato, sperano di giustificare la richiesta che lo Stato chieda meno tasse, lasci perdere i suoi crediti pregressi, ecc, ecc.
A mio avviso, il vero ragionamento di un liberista dovrebbe essere di tutt'altra natura: non è necessario che lo Stato faccia un passo indietro e ridimensioni le sue richieste, ma è imperativo che lo Stato faccia regole valide per tutti e le faccia rispettare a tutti allo stesso modo!
Vogliamo dire che lo Stato favorisce alcuni soggetti e ne "bastona" altri? Sono d'accordo.
Vogliamo dire che, per questo, bisogna farsi furbi e cercare un modo per rientrare nella schiera dei "favoriti" dalle condizioni dello Stato? Manco morto!

Intendiamoci, io non sono un liberista, ed anzi sono un fermo sostenitore della teoria secondo cui il liberismo è un'idiozia perché è demenziale credere che il libero mercato esista davvero e possa perpetrarsi.
Che diamine, financo nel mio libro di Economia delle superiori c'era scritto a chiare lettere che il libero mercato, nella realtà, degenera invariabilmente in un monopolio o in un oligopolio (e gli esempi sono davanti agli occhi di tutti ogni giorno), quindi non deve venirmelo a dire un Nobel per l'Economia che il regime della concorrenza perfetta è un'utopia.

Però, se io possono permettermi di essere disilluso sul libero mercato, un liberista non può!

Così come io sono coerente con me stesso e sostengo che lo Stato dovrebbe essere più presente sul mercato per pilotarlo ed influenzarlo di più (se necessario creando regole non uguali per tutti per correggere le storture che il - finto - libero mercato genera sviluppandosi), un liberista deve essere coerente con se stesso e credere nella possibilità che la concorrenza perfetta esista e sopravviva; soprattutto, però, un liberista deve pretendere che le regole valgano per tutti, non ammantarsi di ipocrisia e rassegnazione ed affermare che, visto che le regole non valgono per qualcuno, non devono valere per nessuno!

martedì 10 giugno 2014

Malefica

Altro fine settimana, altro film, questa volta è il turno di Maleficent.
Long story short: il film mi è piaciuto.
Il film, alcune delle idee, alcuni dei personaggi, il percorso di alcuni di essi, certe scelte nella storia, il livello degli effetti... tutto molto bello.
Poi però...
La Jolie affilata come una lama di coltello (e non intendo in volto, dove è opera del trucco o quello che è), il personaggio di Re Stefano, le tre fate... oddio, le tre fate!

Sia chiaro, io non rivedo la Bella Addormentata da parecchio - davvero parecchio - tempo e non ho ritenuto il caso di "ripassare" prima di andare a vedere questo nuovo film, e forse anche per questo ho trovato niente male alcune delle trovate e la reinvenzione della storia.
Ma le tre fate!
Le! Tre!! Fate!!!
Da qui in poi potrebbe scapparmi qualche spoiler, quindi vediamo di mettere un po' di spazio tra quanto detto finora e quanto seguirà...
Le tre fate mi sono state sulle balle.
Vedere Imelda Staunton - la perfida o scema, dipende dai punti di vista, Dolores Umbridge di potteriana memoria - vestire i panni, sempre maledettamente rosa, della fata un po' meno scema delle tre ma comunque parecchio scema...
E' più forte di me: i personaggi scemi solo per il gusto di essere scemi... o il film si intitola "Ace Ventura - L'acchiappanimali" o mi smuovono il sistema nervoso: mi infastidiscono e la loro portata comica svanisce in un mare di nervosismo.

Altro personaggio che mi è stato abbastanza sulle scatole, è Re Stefano.
Ma qui la storia è diversa: è voluto che stia sulle balle, visto che è lui il cattivo.
E' un cattivo, però, di quelli che non riesci a dispiacerti per la loro sorte: giovane di belle speranze, con il potenziale anche per diventare un personaggio positivo, diventa un cattivo di quelli cui fai il tifo contro appassionatamente.

Per terminare il discorso sui personaggi che non mi hanno preso bene, una menzione speciale per il Principe Filippo che passa dal ruolo di "Eroe che salva la bella affrontando un signor malvagio" a "Belloccio passato di lì per caso e che se non fosse che Aurora lo trova caruccio ne avremmo fatto anche a meno".

Aurora, poi, mi è piaciuta per il suo essere un'anima buona senza essere un'anima tonta e per il suo essere una che, quando arriva il momento di affrontare la battaglia, non si trasforma nella damigella in pericolo che sta ferma al balcone a disperarsi, ma si da fare e da una mano decisiva a salvare la situazione.

Il personaggio che mi è piaciuto di più, e qui credo di essere stato preda facile degli sceneggiatori, però è Fosco.
Che poi sarebbe Diaval, il corvo, che è un signor gran bel nome, diamine, non si poteva tenere quello?
E' un contrappunto comico, ma è anche un personaggio attento e che capisce più di quanto non ci si aspetterebbe da lui.
E' il bel tenebroso che si muove un passo dietro la protagonista, quasi senza dare nell'occhio, ma che ne sa più del suo "boss" perché è più sveglio di quanto il suo capo non creda.
Non ci posso fare niente, a me i personaggi così piacciono.

Una nota di merito per la morale della fiaba: il vero amore non è il bel tomo che incontri per caso una volta e pensi che sia fighissimo, ma è chi ti vuole bene ed è pronto a rischiare per te, in questo caso, la figura materna.
Beh, non sarà un messaggio originalissimo, ma in un film che ha come protagonista la strega della Bella Addormentata...
Alla fine, è pur vero quello che leggevo qualche giorno fa su Facebook: con Rapunzel, Frozen e Maleficent, la Disney ha deciso di cominciare a cambiare rotta, con i principi (quando ci sono, vero Flint Rider?) un po' meno personaggi centrali e "atti" di vero amore - più che "baci" di vero amore - che arrivano non per forza dal personaggio maschile di turno.

venerdì 6 giugno 2014

Vivi, muori, ripeti

Ancora una giornata cinematografica questa settimana, qualche giorno fa prima di rituffarsi nel tran-tran del lavoro, dedicata a Edge of Tomorrow.

Non lo so... Tom Cruise non mi è mai dispiaciuto, ma da quando si è messo d'impegno a fare bei filmoni d'azione fantascientifica (un nome da non scordare mai: Oblivion) ogni volta che vado a vedere un film con lui nel cast, ne esco positivamente impressionato.
Intendiamoci, l'idea della giornata che si ripete e ripete e ripete, non è che la metterei nella top-ten delle idee più originali di sempre, ma è interessante il modo in cui è sviluppata.
Certo, oltre al lavoro degli sceneggiatori americani, non bisogna scordare il lavoro originale da cui è tratto il film - "All you need is kill" del giapponese Hiroshi Sakurazaka (nato come light-novel e poi incarnatosi anche in un manga vero e proprio) - ma comunque si può dire che sia stato fatto un buon lavoro: visivamente notevole, ha il giusto mix di momenti d'azione (tanti), momenti di tensione emotiva (una buona dose) e momenti comici (una spruzzatina che non guasta mai).

Tutto questo, senza scordare il fatto che, rievocando lo sbarco in Normandia in buona parte del film - e qui, credo che nell'originale del nipponico le cose siano un po' diverse - azzecca una buona impressione generale e aggancia una geniale operazione di marketing: il film, negli Stati Uniti, esce oggi (06/06/2014), in occasione dell'anniversario del D-Day.
Sinceramente, la scelta di farlo uscire in Italia la settimana prima non l'ho capita, ma non me ne lamenterò.

Ad ogni modo, non aggiungerò altro per non spoilerare un film che merita, merita davvero, tanto che è entrato nella mia wish-list di blue-ray/dvd appena terminato.

Ecco... solo un appunto sul finale: cosa diamine c'azzecca Love Me Again di John Newman - che fa da base ai titoli di coda - con tutto il film?
Sinceramente non l'ho capito, e mi ha lasciato molto perplesso, ma tant'è: a quel punto le luci in sala si erano già accese ed ho potuto tranquillamente tagliare corto avviandomi all'uscita della sala.

lunedì 2 giugno 2014

A proposito di Sentinelle (robotiche e in piedi)

Sabato sono andato al cinema a vedere l'ultima incarnazione, in ordine di tempo, dell'universo cinematografico Marvel: X-Men Giorni di un futuro passato.

Il film mi è piaciuto: per quanto contenga una serie di differenze notevoli rispetto all'arco narrativo fumettistico a cui è ispirato - a partire dal fatto che viene attribuito a Kitty Pride un potere, che non ha mai avuto nei fumetti, affinché possa assolvere il ruolo che, sulla carta, era stato di un altro personaggio - ha una serie di bei momenti sui personaggi, ha un buon ritmo, ha i suoi momenti comici e drammatici che si alternano niente male ed ha i suoi bei momenti impegnati.
Ci sono personaggi che metteresti tra i cattivi che, in fondo in fondo, hanno i loro motivi e sono animati da una spinta che, quando la senti spiegata da loro, te li fa rivalutare.
Ci sono momenti in cui sei costretto a prendere atto del fatto che i cattivi non sempre sono così cattivi come ti aspetteresti.
Ci sono momenti in cui il peso del tema della "paura del diverso" è importante, e non potrebbe essere diversamente essendo un film sui mutanti del Professor X e di Magneto.
Ci sono momenti in cui non puoi fare a meno di pensare che una piccola azione può fare la differenza tra odio e tolleranza.

E' in questo film che, per la prima volta nell'universo cinematografico della Casa delle Idee, abbiamo a che fare con le Sentinelle.
Ammetto di non essere un esperto dell'universo fumettistico Marvel, ma qualcosina la so... e qualcosina viene spiegata in questo film.
Le Sentinelle sono robot concepiti per dare la caccia ai mutanti.
Sono macchine inarrestabili, in grado di distinguere le persone normali da chi possiede il gene X, per attaccare e catturare/distruggere questi ultimi.
Le Sentinelle sono l'incarnazione della follia generata dalla paura che porta all'odio, con un cammino che, tutto sommato, ricorda quello del percorso verso il Lato Oscuro della Forza di Star Wars ("Collera, paura, aggressività... il Lato Oscuro essi sono").
Le Sentinelle nascono come uno strumento di protezione, ma diventeranno uno strumento di persecuzione.
Le Sentinelle sono l'esempio di cosa gli esseri umani possono arrivare a concepire se hanno paura.
Il loro aspetto è molto più umano di quanto non ci si potrebbe aspettare da un robot gigante distruttore, con caratteristiche estetiche (come gli "addominali scolpiti") che non servirebbero affatto ad una macchina, ma... non lo so, in fin dei conti è giusto che sembrino umani: dopotutto la paura degli umani le ha generate ed incarnano la follia di quegli stessi umani.
Le Sentinelle sono... sbagliate... ed è perfettamente giusto che siano così.
Sono l'incarnazione della distorsione di un sentimento legittimo - la preoccupazione per ciò che non si comprende del tutto e di cui non si conosce fino in fondo la portata.

C'è un altro tipo di sentinella che mi ricorda tanto le Sentinelle Marvel: le Sentinelle in piedi.
In Italia le Sentinelle in piedi sono nate da pochi mesi... da quello che ho capito, nascono a fine 2013.
Sulla carta, il loro ideale è giusto: difendere gli attacchi alla libertà di espressione frutto dell'azione sconsiderata dei legislatori.
Con le parole del loro stesso sito, loro vegliano "sullo stile dei Veilleurs debout francesi: in rigoroso silenzio, a due metri di distanza l’uno dall’altro,  leggendo un libro in segno della formazione permanente di cui tutti abbiamo costantemente bisogno, rivolti nella stessa direzione che è quella di un futuro migliore.
Vegliamo nelle piazze italiane di fronte ai luoghi di potere, con la nostra presenza numerosa e silenziosa ribadiamo che non è possibile zittire le coscienze di chi ha gli occhi aperti".
Tutto bellissimo: un fantastico ideale che si incarna in persone che vigilano sull'azione dei "potenti"... Allora perché questa storia mi suona così sbagliata?
Perché, quando vedo foto di quelle persone in piedi, una sensazione si accende sul fondo della mia coscienza che mi urla che tutto questo è distorto?
Forse perché mi appare sottosopra una protesta in cui si sta immobili in piedi? Forse, ma c'è sicuramente dell'altro.

Se si va a guardare su che cosa vegliano, viene fuori che vegliano sull'iter del disegno di legge "Scalfarotto" (dal nome del primo firmatario) che - come ha sostenuto la stampa - introduce il "reato di omofobia".
Vigilano perché quella legge, così com'è ora, potrebbe anche essere usata - stiracchiandone gli ideali - per attaccare la libertà di opinione di chi sostiene l'importanza di tutelare i diritti delle persone "normali".
Ecco che cosa vedo, allora, quando vedo quelle sentinelle: persone che ritengono che il loro diritto ad esprimere un'opinione "contro" sia più importante del diritto "pro" di persone che vedono, giorno dopo giorno, negato il proprio diritto alla felicità.
Oggi protestano in silenzio per affermare un loro diritto, ma lo fanno, non so quanto consapevolmente, dando al loro diritto di esprimere un'opinione un valore maggiore rispetto al diritto, di altre persone, ad aspirare alla felicità.

Uno dei diritti dell'uomo è il suo diritto a cercare un modo per essere felice su questo sasso che gira attorno ad una palla di gas rovente. Ogni uomo ha diritto a cercare qualcuno da amare ed ha diritto a poter vivere la sua vita in pace, senza attaccare gli altri e senza essere attaccato.
Quelle sentinelle si ergono pronte a negare i diritti degli altri in nome di un loro diritto... si ergono per poter continuare a dire che è sbagliato riconoscere diritti ad altre persone... si ergono in silenzio... ma capiscono quanto è sbagliato tutto questo? Capiscono quanto è debole la richiesta di difendere il diritto a dire che gli altri sbagliano a voler essere felici e tutelati?
Forse si ergono in silenzio perché non ci possono essere davvero parole per difendere una posizione così aberrante, o forse perché non saprebbero cosa dire se dovessero sostenere la propria posizione con argomentazioni valide.

Ad ogni modo, vedo quelle sentinelle silenziose e sento il bisogno di tenerle d'occhio, di vigilare su di loro perché sono mosse dalla paura: hanno paura che venga loro negato il diritto a esprimere la loro idea, per esempio, secondo cui la famiglia debba essere "naturale" (e quindi l'unione di un uomo e una donna).
Sono mossi dalla paura, ecco perché mi turbano: perché "La paura porta all'ira, l'ira all'odio, l'odio conduce alla sofferenza. La paura è la via per il Lato Oscuro".
Loro temono e per ora protestano in silenzio, ma... io li guardo ed ho l'impressione che sia solo l'inizio, che sia il primo passo prima che quelle sentinelle seguano il percorso delle Sentinelle ideate da Stan Lee e soci: strumenti concepiti per proteggere possono diventare strumenti di repressione!
Spero di sbagliarmi, ma una vocetta nella mia coscienza urla che non si può ignorare una cosa del genere, e quindi io continuo a guardare, cercando di notare cambiamenti nel comportamento delle Sentinelle.

sabato 31 maggio 2014

Reset

Ogni tanto bisogna tirare una riga.
Ogni tanto bisogna decidere che è il momento di resettare qualcosa della propria vita, della propria esistenza, della propria visione del mondo e delle persone che ci circondano.

A volte il reset è una cosa "in negativo": si defenestra qualcuno o qualcosa delle proprie priorità, si decide di tagliare via qualcosa, di spegnere qualcosa... sperando, augurandosi, desiderando che non si riaccenda più.
Altre volte il reset è una cosa "in positivo": si spegne un pezzo ma se ne accende uno nuovo, si cambia, si evolve.

Nell'ultima settimana ho resettato due pezzi importanti della mia vita, uno "in negativo" ed uno "in positivo"... o almeno, quando ho pigiato il tasto, credevo che uno dei due sarebbe stato uno spegnimento senza riaccensione mentre l'altro era solo uno riavvio per installare un aggiornamento.
Quello spegnimento senza riavvio, alla fine, sta diventando sempre di più uno "spegni un pezzo e accendine uno nuovo".
Non ho ancora deciso, né tantomeno capito, bene che piega prenderà la situazione, ma sono certo che le cose diventeranno presto più interessanti.
L'installazione dell'update, invece, è andata bene: tutto è filato via liscio, le cose sono cambiate ma senza intoppi, con una bella riuscita... sono contento.

La vita è fatta di reset, alcuni pianificati, altri comandati da una piega inaspettata degli eventi... sto resettando qualcosa anche adesso nella mia vita... e sono curioso, perché io sono sempre curioso, di vedere come andranno a finire le cose.
Alla fine, l'importante è che, comunque vada, ci sia qualcosa per cui dire che ne è valsa la pena.

mercoledì 1 gennaio 2014

Anno nuovo...

Anno 2014...
L'anno è appena cominciato - da circa 24 ore - e ho già cominciato seriamente ad impegnarmi a rispettare i miei buoni propositi per questa nuova annata.
L'anno scorso è stato un anno di cambiamento per me: di solito i miei buoni propositi rimanevano lettera morta, ma nel 2013... sono cambiate alcune cose. Alcuni di quei buoni propositi li ho rispettati per un po', qualcuno addirittura per molti mesi, qualcosa sono arrivato a portarla fino quasi alla fine dell'anno.
Quest'anno spero di non essere da meno, e per cominciare bene, ho deciso di cominciare a lavorare su uno dei propositi più ostici... ed eccomi qui davanti ad uno schermo ed una tastiera, qui invece che davanti alla schermata di caricamento di Star Trek Online o di Neverwinter.
Mah... chissà se questa volta funzionerà: chissà se questa volta sarò più fedele a me stesso, più ordinato, più costante, io che sono ossessivo-compulsivo a tratti, ma che quando non sono fissato su una cosa, cammino sulle orme dello spirito stesso del Caos.

Non so come andrà il 2014: è appena arrivato ed ha ancora un sacco di tempo per rivelare il suo potenziale... per adesso lo ringrazio per i cambiamenti che ha già deciso di riservarmi per le settimane a venire, per il resto vedrò.

Comunque sia, benvenuto 2014, benvenuto davvero, e vedi di trattarci bene, noi tutti, che ne abbiamo davvero un gran bisogno.