venerdì 5 ottobre 2012

Pulizie d'autunno ed abitudini da cambiare

In questi giorni sto facendo un bel po' di pulizia in casa.
La gente normale fa le pulizie di primavera, io le faccio d'autunno.
Non è solo questione di togliere polvere, togliere qualche ragnatela dagli angoli e cose così, è anche questione di cambiare abitudini, di fare in modo che le cose cambino passo.

Non so perchè, ma mi viene spontaneo fare queste cose, in autunno... sarà che è il periodo in cui invecchio, quindi è il periodo in cui cambia qualcosa senza cambiare nulla nella mia vita.
O forse, quest'anno, sarà il fatto che le abitudini che voglio perdere le voglio lasciare in questa casa: sono abitudini che non voglio portare nella prossima.

Già, sto facendo le pulizie anche perchè sto per andare in un'agenzia a mettere casa mia in vendita.
Cambiare abitudini perchè si cambia casa... sembra strano? Però ha senso.
Si cambia casa, si cambia vita: non più scapolo con una Moretta spesso ospite, ma convivente con lei a tutti gli effetti...

Per ora però meglio fare un passo alla volta: pulizie, agenzia, manutenzione alla caldaia.
Poi, quando un acquirente verrà fuori, e ci sarà un'idea concreta dei reali fondi a disposizione per la casa per noi due, si vedrà: tanto si fa molto prima a trovare casa che a venderla...

Curioso: come con la casa, anche le abitudini si fa prima ad acquisirle che a perderle.

venerdì 28 settembre 2012

Il presidente

"... dopo le elezioni è giusto che i partiti politici possano presentare un Presidente del Consiglio che sia uno di loro e che non sarò io. Certo che se ci fosse una circostanza particolare, se dovesse essere richiesto, considererei l'ipotesi di dare una mano..."

Il mondo politico italiano, in questi giorni (ma diciamo pure settimane, forse anche mesi), è preda di una convulsione assolutamente incocepibile: quasi tutti sono lì a strepitare che se Monti vuole un secondo mandato, deve candidarsi alle elezioni e farsi votare dai cittadini.
Il Professore, dal canto suo, dimostra di essere un tecnico anche di cose politiche e da, in pochissime parole, una lezione di diritto costituzionale a tutti quelli che lo vorrebbero in una lista per le Politiche 2013 (che poi, non hanno ancora chiarito se candidato alla Camera o al Senato, ma tanto, una corbelleria in più o una in meno, cosa vuoi che cambi?)

"... sono stato nominato senatore a vita e non ho bisogno di presentarmi alle elezioni..."

E che Monti è un signore, perchè altrimenti avrebbe tutti i diritti del mondo di ricordargli la Costituzione.

Art. 92 - Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministre e, su proposta di questi, i ministri.


Ora, magari sarò distratto io, ma dove sta scritto che il Presidente del Consiglio dei ministri deve ricevere il mandato dall'elezione diretta dei cittadini?

A Silviuccio nostro farebbe tanto piacere che fosse così, ma finchè non cambieranno quelle quattro righe in croce, questa nostra repubblica non sarà mai una repubblica presidenziale, con buona pace di una classe politica tanto terrorizzata all'idea che gli italiani preferiscano un tecnico ad uno di loro che vorrebbero toglierlo dalla corsa a priori.
E poi, per inciso, dove sta scritto che Mario voglia fare un secondo mandato? Io nelle sue parole ci vedo una disponibilità ad aiutare il suo paese, ma anche la chiara volontà di non fare di nuovo il Presidente del Consiglio... ma magari sono io che non riesco a leggere bene il politichese... chissà!

martedì 25 settembre 2012

Il volpone all'americana

La campagna elettorale per le elezioni presidenziali americane è sempre uno spettacolo... quest'anno, però, ha i toni della commedia demeziale.

Da una parte, la normalità: i Democratici hanno avuto un solo candidato, com'è giusto che sia, nel presidente uscente e pronto a farsi rieleggere.
Dall'altra parte, i Repubblicani...

Dunque, vediamo...
Ci hanno messo mesi a trovare un candidato che fosse appena appena presentabile (non voglio dire uno che potesse farcela, ma davvero uno che semplicemente avesse qualche possibilità in più di un comodino dell'IKEA) ed il meno peggio che hanno trovato è stato Mitt Romney, uno che colleziona scempiaggini come fossero francobolli.

Quest'uomo, negli ultimi giorni, ha prodotto la più grande ed autolesionistica uscita che si potesse concepire... forse...
E' stato diffuso un video in cui parla ad un evento/cena di raccolta fondi.
Da quanto riportato dagli organi di stampa che hanno parlato del video (che ammetto di non aver visto di prima mano), il candidato avrebbe affermato che il 47% degli americani si ritiene una vittima e che lui non potrà mai convincerli del fatto che dovrebbero ritenersi responsabili di come vivono, quindi non può contare sui voti di quella parte della popolazione che, non pagando tasse federali, è sorda agli argomenti della sua campagna quando parla di riduzione delle imposte. Questi cittadini, a quanto afferma, voteranno sempre per i Democratici perchè dalla loro politica dipende la loro sopravvivenza, quindi lui li deve dare per persi e puntare a quel 5% di indipendenti al centro che possono fargli vincere le elezioni.
Mentre diceva queste cose era circondato da repubblicani duri e puri che volevano sentirsi dire quel genere di cose.
E' stata una gaffe?
Mah... diciamo che lo è stata nel senso che quelle parole avrebbero dovuto rimanere dietro porte ben chiuse ed ignorare che nel 2012, nell'epoca delle videocamere anche nell'orologio da polso senza doverselo far consegnare da tecnici di bondiana memoria, è quantomeno una leggerezza imperdonabile.

Il problema di Romney è che lui, dopo questa uscita, è riuscito a produrne un altro paio una più bella dell'altra!
Sembra quasi una di quelle anime candide che dice le cose così, come gli passano per la testa, ignaro delle conseguenze.
Niente di male per una persona che incontri per strada e con cui fai quattro chiacchiere, ma per un candidato alle presidenziali americane...

Di oggi la notizia di un secco uno-due di corbellerie... forse.
Il nostro, ha avuto la brillante idea di affermare che, quando i figli sono piccoli, almeno un genitore dovrebbe restare a casa (dal lavoro) perchè avere un genitore che resta vicino ai figli nei primi anni è molto importante.
Per uno che punta a quel 5% di indipendenti al centro, continuare a dire cose tanto da Repubblicano non mi sembra faccia al caso suo... ma forse sono io che non capisco fino in fondo la complessità della scena politica americana.

L'ultima è più chiaramente, ed inequivocabilmente, una stupidagine: se n'è uscito, commentando un atterraggio d'emergenza fatto dall'aereo su cui viaggiava la moglie dopo un evento di raccolta fondi a Los Angeles, affermando che il fatto che sugli aerei non si possano aprire i finestrini è estremamente pericoloso perchè non si sa dove scappare e, per chiudere in bellezza, si chiedeva perchè facciano finestrini che non possono essere aperti.

Due situazioni dubbie ed una certa... a questo punto mi chiedo Mitt Romney vuole fare il Presidente, ok, ma siamo sicuri che non coltivi il sogno nel cassetto di un posto allo Zelig?

sabato 22 settembre 2012

Ancora in cucina: i bretzel

Nuovo esperimento in cucina: questa volta si vira decisamente sul salato tentando di produrre i bretzel.
L'idea era di puntare a realizzare quelli gonfi e soffici, non quelli secchi... ed il risultato è stato decisamente soddisfacente.
Forse si sono seccati un po' troppo, e forse l'impasto è lievitato un po' tanto, ma il campione (più piccolo degli altri) che ho assaggiato ha fatto ben sperare: qualcosa sicuramente ci sarà da affinare, ma non credo di essere troppo lontano dal successo pieno.
A questo punto, saranno gli altri eroi di Libertas a dare un giudizio domani sera: giocheremo di ruolo da me e quelli saranno parte del cibo da gioco... speriamo siano graditi quando (se non più) di quelli secchi comprati in subtirolo...

venerdì 21 settembre 2012

Chi di spada ferisce...

Non provo particolare simpatia (come mi piacciono gli eufemismi!) per la politica aggressiva che Apple applica nella gestione dei copyright e dei brevetti.
Visti i precedenti, non considero in alcun modo obiettiva e seria una giuria americana chiamata a dirimete una questione di proprietà intellettuali tra una società USA ed una straniera, anche perchè danno sempre ragione agli americani anche quando hanno smaccatamente torto (ci si riguardi "Il re leone" della Disney e lo si confronti con "Kimba, il leone bianco" di Tetsuka o si guardi "Atlantis", sempre della major di Topolino, e si riveda "Il mistero della pietra azzurra" dello Studio Gainax, giusto per farsi un'idea).
Non trovo giusto brevettare concetti dell'interfaccia utente (cosa che Apple regolarmente fa), laddove troverei assolutamente legittimo brevettare un codice sorgente.

Nella furiosa lotta tra Apple e Samsung sulla tutela dei prodotti e dei brevetti di Cupertino, abbraccio completamente la posizione dei coreani: Apple non può pretendere di brevettare design come quelli dell'iPad che, a sua volta, ha copiato da oggetti simili presenti nella fantascienza cinematografica e televisiva per decenni (mai sentito parlare dei Padd di "Star Trek"? giusto per non spingersi a citare, come fatto invece dalla difesa di Samsung, "2001 Odissea nello spazio" di Kubrick...) e provo un perverso senso di soddisfazione nel leggere le notizie di oggi: le Ferrovie Federali Svizzere faranno causa alla Apple che avrebbe (vabbeh, il condizionale perchè sono molto buono) copiato il design del loro orologio ufficiale per utilizzarlo come orologio nel nuovissimo iOS6.
Guardandoli a confronto, nessuno può avere dubbi, tanto che gli svizzeri, per bocca del portavoce della compagnia, hanno fatto i signori affermando si tratta della riprova del fatto che è un oggetto di design - in pratica schernendosi come a dire che considerano il gesto di Apple una specie di omaggio ad un oggetto di grande stile - ma subito hanno anche precisato che provvederanno a tutelare la loro proprietà per essere sicuri che lo sfruttamento di quell'immagine sia adeguatamente pagato... Schernirsi sì, ma con stile svizzero, non c'è che dire.

Tutto sommato, comunque, trovo tutto questo estremamente karmico: chi accusa a destra e a manca di aver copiato, non può certo permettersi di copiare impunemente, no?

martedì 18 settembre 2012

I grilli

Non sono quello che si definirebbe un "commentatore politico", ma è più forte di me: non posso fare a meno di seguire la (malandata) scena politica nostrana e quella internazionale e, certe volte, la voglia di dire la mia prende il sopravvento.
Perchè una mia opinione ce l'ho, me la faccio... o almeno cerco sempre di farmela, anche perchè senza opinioni, come diamine si fa a campare?

In questi giorni seguo con interesse le problematiche interne al Movimento 5 Stelle.
I grillini, di solito, mi fanno un po' paura e Grillo, di solito, mi disgusta proprio, ma il caos generato dall'intervista rubata a Favia, consigliere regionale in Emilia Romagna per il M5S, mi genera reazioni contrastanti che si innestano sulla mia generale considerazione su quel movimento.

I grillini mi fanno paura perchè mi appaiono come uno dei peggiori frutti del berlusconismo: quando li guardo, con il distacco di un'osservatore esterno, vedo persone che tendenzialmente non hanno mai fatto politica, che solitamente non hanno mai amministrato nemmeno un condominio, che li lanciano in analisi politiche convinti che basti una classe dirigente diversa per governare meglio il paese, che si crogiolano nell'illusione che la democrazia diretta sia meglio di quella rappresentativa e che si cullano nel sogno di una rete trasparente e democratica, spazio di confronto diretto e aperto, ma poi commentano nascondendosi dietro peudonimi o nell'anonimato completo.
Berlusconi, a mio avviso, è l'artefice primo della loro (assolutamente pia) illusione: tra i tanti danni che ha generato nella nostra vita pubblica, il peggiore, per come la vedo io, è stato quello di generare la convinzione che chiunque possa fare politica dal nulla.

Lui è sceso in campo - esclusivamente per curare personalmente suoi privatissimi interessi - senza aver mai fatto politica prima e, da quel giorno, ogni massaia di Voghera si è convinta che la politica poteva essere di tutti.
Ma sì, ignoriamo l'importanza della gavetta, dello sviluppare doti dialettiche e di dibattito, di farsi le ossa affrontanto problemi e decisioni politiche ed amministrative su scale minori e passiamo direttamente al grande gioco della politica nazionale ed internazionale. Tanto che ci vuole? Basta saper parlare e vedere i problemi per poterli risolvere... come se la necessità del compromesso, l'arte del dialogo e la complessità dei problemi non esistessero.
Alla lunga, ecco il risultato: gente venuta fuori dal niente che, vedendo solo un pezzo di problemi più complessi, di situazioni che sono schemi vasti e risultato di problemi intrecciati tra loro, decide di "scendere in campo", prendere l'iniziativa e lanciarsi nella mischia sempre lancia in resta, quasi mai con l'approccio del tipo "la soluzione viene dal dialogo e dal compromesso".
Certo, il compromesso a oltranza fa grandissimi danni e tantissimi buoni propositi animano i grillini, ma si tratta di dilettanti allo sbaraglio che spesso, quando provano a tirare le fila di un problema, si trovano con in mano una matassa tanto ingarbugliata da non saper più che pesci pigliare... e l'istintiva soluzione che sempre li tenta, seguendo l'esempio del loro portavoce (vabbhe... ignoriamo per un attimo il fatto che è anche il loro ideologo...) diventa quella gordiana: via tutto!

Guardo i grillismo e cerco le differenze rispetto al berlusconismo... ed a parte le buone intenzioni, a volte, faccio davvero fatica.

Berlusconi è sceso in campo per risolvere i problemi che vedeva di prima mano allo scopo di curare i suoi interessi (che poi erano e sono il suo tornaconto economici).
I grillini scendono in campo per risolvere i problemi che vedono di prima mano e curano i propri interessi personali (quelli di cui hanno polso diretto, di cui vedono i problemi e le criticità); la differenza sta nel fatto che lo fanno animati dal più nobile desiderio di occuparsi dell'interesse generale ma lo schema è lo stesso.
Berlusconi ha sempre avuto toni aggressivi nei confronti dei suoi avversari accusandoli di essere comunisti /stalinisti con il grande sogno dell'esproprio proletario, senza curarsi di dover dimostrare queste accuse.
I grillini hanno toni aggressivi - quando va bene... spesso, invece, sono assolutamente brutali! - nei confronti degli avversari e li accusano di essere la causa di ogni male di questo paese, di nuovo, senza mai curarsi di dover dimostrare circostanziatamente le loro accuse. Certo, li anima la convinzione, sensata e ragionevole, per cui i danni sono derivati da decenni di cose sempre uguali quindi il cambiamento è necessario, ma da qui a dire che ogni cambiamento è meglio dello status quo e che ci sono responsabilità specifiche da parte di questo e quello ce ne passa.
Berlusconi è un leader carismatico e populista, che parla alle pulsioni profonde degli italiani... parla con fare scherzoso, ma sibili alla parte più egoista dell'animo suoi elettori.
Grillo è un leader carismatico e populista, che parla alle pulsioni più profonde degli italiani... parla con fare incazzato ed urla alla parte più aggressiva dell'animo dei suoi potenziali elettori.

Grillo è un comico, uno che di mestiere faceva satira tagliente, e quindi sa dove mettere una battuta, cosa dire per strappare una risata ed un'applauso, ma è anche un vecchio, uno di quelli arrabbiati con il mondo, uno di quei vecchi acidi e cattivi come solo certi vecchi sanno essere.
Ha diritto di essere incazzato, per carità, ma con chi?

Ha un passato da vittima, e su questa cosa ha costruito il suo successo personale per anni: vittima di un "complotto" (mai complotto fu meno segreto) del Partito Socialista Italiano per una ferale battuta sulla visita di Craxi in Cina nel 1986, è diventato il paladino della lotta ad ogni complotto.
Nell'immaginario collettivo (per alcuni anni anche io fui uno di quelli che ascoltava cosa aveva da dire con interesse), lui aveva toccato con mano la malvagità e la brutalità del potere costituito che schiaccia tutte le voci di dissenso, quindi sapeva di cosa parlava, quindi non poteva non essere vero...

Peccato che ad un certo punto siano successe due cose: abbia cominciato a dire corbellerie e, cosa da non fare mai se vuoi rimanere una vittima a vita, sia sopravvissuto ai suoi stessi carnefici, superandoli in longevità pubblica ed in popolarità.

Grillo era la vittima del corrotto potere del PSI, ma ad un certo punto, il PSI è evaporato proprio a causa della lotta a quella corruzione che lui aveva denunciato... a dirla tutta, Grillo per un certo periodo beneficiò ancora di più di questa cosa (aveva ragione lui, e c'era poco da dire... a maggior ragione doveva avere ragione anche sulle altre cose, no?), ma lui, nonostante alla fine la sua verità avesse vinto, continuò a rimanere incazzato con il mondo, ed ancora oggi lo è.
E' sopravvissuto alla fine politica del PSI (non alla fine della corruzione in Italia, sia chiaro, altrimenti sarebbe veramente immortale...), ma - cosa forse ancora peggiore per uno che punto sull'aura della vittima a vita - è sopravvissuto, come personaggio pubblico, all'oblio che ha investito i socialisti degli anni ottanta (Martelli, Spadolini... chi li ha visti più?) ed alla fine (metaforica ma non solo) di Craxi.
Ed ancora è incazzato!
Ha vinto lui, ma è ancora incazzato!!!

[Per inciso, aveva anche battuto il gran divieto della sua presenza in RAI con un programma dagli ascolti stratosferici negli anni novanta, ma questa cosa me l'ero completamente dimenticata e, senza Wikipedia, avrei continuato a non ricordarla... però effettivamente, adesso che ci penso, me la ricordo!]

Se a questo si aggiunge le bestialità che ha cominciato a dire negli anni (la cura Di Bella contro il cancro che doveva funzionare ed era boicottata dalle aziende farmaceutiche e da chissà chi altro, la palletta di gomma che dovrebbe pulire senza detersivo, ecc, ecc), la credibilità di Grillo, per quanto mi riguarda, è andata a zero e la sua furia continua mi genera solo disgusto.

A tratti, considerando che una parte non trascurabile dell'elettorato del M5S appartiene alla mia generazione e più o meno alla mia fascia d'età, mi chiedo come possano aver seguito, come me, la parabola pubblica di Grillo e non essere giunti a percorrere il mio stesso cammino logico.
Poi mi fermo un secondo a rielaborare la domanda insita del mio pensiero, vedo i presupposti che potrebbero essere non soddisfatti dai seguaci del grillo urlante, e tiro diritto sconsolato, continuando a preoccuparmi per la presa che il genovese ha, a preoccuparmi per le sue improponibili idee politico/economiche che farebbero precipitare la nostra nazione in uno dei più profondi baratri di sempre e sperando che un pur tenendo gli aspetti positivi al cuore profondo del Movimento, questa formazione politica si liberi dei suoi peggiori difetti da frutto della mala pianta del berlusconismo.

lunedì 17 settembre 2012

In cucina

Da un po' di tempo a questa parte, mi sono messo a cucinare un po' più spesso.
A dire il vero non è che mangi frequentemente a casa mia: quando sono a casa e posso, vado a mangiare dai miei genitori, per avere l'occasione di passare un po' di tempo con loro.
Ciò nonostante, ho preso a realizzare dolci in casa per tre motivi.

Visto che faccio colazione quasi tutti i giorni e praticamente sempre al volo, mentre nello studio il computer si avvia, ho cominciato a dedicarmi alla realizzazione di dolci "da colazione" fatti in casa perchè, facendo due conti, sono tendenzialmente più economici di biscotti e merende che uno potrebbe comprare a tale scopo ed hanno la caratteristica di essere "più controllati", nel senso che sai esattamente cosa ci hai messo dentro.
Per ora ho constatato che il plum-cake con le gocce di cioccolato mi viene decisamente bene, come testimoniato dalla passione che la mia Moretta gli riserva, ma oggi ho deciso di tentare una cosa nuova: mini plum-cake/muffin con le gocce di cioccolato e al cacao. Variazione sul tema della ricetta testata finora... ancora da assaggiare i risultati, ma non sembrano malaccio.

Ho detto che i motivi sono tre ed ho esposto i primi due.
Il terzo è quello meno pratico, probabilmente, ed a dire il vero è stato il primo motore di questi miei esperimenti: ho deciso di dedicarmi ai dolci fatti in casa perchè sul salato ho più esperienza e, per quanto mi diverta a cucinare, i dolci non li avevo mai affrontati, quindi era il momento di mettermi alla prova su quel settore.
Nessuna utilità pratica, quindi, alla base delle ore di accensione del mio forno negli ultimi giorni di caldo, ma una sfida che mi sono autoimposto... certo che so essere ben stratno!

venerdì 14 settembre 2012

Meno dodici

Mi fa un po' strano pensare che sono a meno dodici... A trentacinque meno dodici, ad essere precisi.
E' per questo che ho deciso che a trentacinque meno dodici le cose si fanno.
Non può essere diversamente perchè a trentacinque meno dodici devi decidere se le cose le vuoi fare oppure no... almeno le cose non importanti, almeno quelle che non ti cambiano la vita le devi affrontare. Per quelle serie c'è ancora un po' di tempo, ma magari cambiando atteggiamento su quelle da poco, anche quelle serie... chissà...

Sono sempre io, anche a trentacinque meno dodici: con un nome che tante (troppe? ma no, perchè troppe?) volte mi hanno detto che mi sta addosso come un vestito su misura, fuori come un balcone, buono ai (oltre i?) limiti del fesso, con mille cose da fare, con mille cose per la testa, con la testa sempre da un'altra parte, con la faccia che (quando non c'è neanche un muscolo in attività) fa pensare al mondo che sia incazzato o triste, sempre pronto a dire un'idiozia, sempre con troppe ore di sonno arretrato alle spalle... sì, insomma, sempre io.

Così sto qui, a trentacinque meno dodici ancora per un po'... non per molto, ovviamente, perchè a trentacinque meno dodici non ci puoi stare tanto e quindi è una buona scusa per andare avanti.

Quello che verrà, verrà, ma questa volta ci si muove davvero, perchè è da un po' che voglio farlo e mi sono detto troppo volte "domani", "settimana prossima", "il primo del prossimo mese"...

Oggi è il giorno buono: oggi sono a trentacinque meno dodici ed oggi si comincia.

venerdì 2 marzo 2012

La prima "vittima" di Youtube

Ieri si sono spenti due personaggi famosi per motivi differenti: Lucio Dalla e Germano Mosconi.
Di Dalla si parlerà a lungo, ma di Mosconi, probabilmente, molto meno, ciò nonostante, il sito de La Repubblica ha pubblicato un pezzo sulla cosa... un pezzo che non mi è piaciuto granchè.

Germano Mosconi, per chi non lo sapesse, era un giornalista sportivo veneto assurto agli onori della cronaca web quando erano stati pubblicati, su Youtube, dei suoi fuori onda pieni di imprecazioni.
All'epoca, alcuni miei amici me li avevano fatti scroprire e, per quanto loro trovassero quelle compilation più divertenti di quanto non le trovassi io, erano comunque carine, ed avevano decine di migliaia di visualizzazioni cadauno.
Internet non scorda mai niente - anche se in realtà scorda tutto ad una velocità impressionante - ed ancora oggi quei video continuano ad accumulare visualizzazioni.

Repubblica ha definito Mosconi la "prima vittima di Youtube" e l'articolo che ne parla ricorda come lui fece causa a chi aveva caricato quella roba; poi, però, l'autore si lancia in una filippica sulla dignità di una persona violata da quel comportamento infido di alcuni suoi colleghi che, presi i fuori onda, li pubblicarono online, sulla professionalità dimenticata di un giornalista messo alla berlina dal web, sul fatto che l'imprecazione che suscita tanta ilarità, per un veneto, altro non è che un intercalare, ecc, ecc...

Mosconi, per quanto mi rigurda, aveva tutti i diritti di essere incazzato come una pantera, ma l'autore non ha il diritto di fare la morale all'intero mondo web.

Se ripenso a con che occhi ho sempre guardato io quei video, non ritengo di dover essere catechizzato da nessuno: per me erano momenti di vita vissuta, momenti normali di un giornalista cui non va dritta una cosa e si lascia andare, momenti umani di una persona che le "regole del gioco" vorrebbero sempre inappuntabile davanti alle telecamere, momenti normali per un veneto schietto che, lo sa chiunque senza bisogno di avere maestrini in giro, quando deve dire tre parole ne dice cinque di cui due sono imprecazioni (solitamente anche molto creative e divertenti).
Di Mosconi abbiamo visto la vera umanità più che di tanti altri proprio perchè qualche suo collega aveva deciso di farcela vedere, di farci vedere un professionista serio che si lasciava andare, ma comunque un professionista serio, capace di rigirare lo stesso "lancio" più volte fino a farlo bene.

Non dico che Mosconi sia un eroe dell'epoca della televisione - dove tutti sono di plastica, perfetti ed inappuntabili - incoronato dalla "cultura" del web ma era semplicemente una persona vera guardata, in momenti veri, da persone altrettanto vere... una persona reale in quel mondo finto ed artificiale che è la televisione che arriva a noi, non spiata dai guardoni del web, ma "condivisa" da altre persone normali... e le persone normali ridono della normale verità di altre persone: è normale ridere di un'altra persona a cui qualcosa va storto e si lascia andare, perchè suscitano qualcosa, mentre la plastica asettica non suscita niente.

venerdì 10 febbraio 2012

Un freddo rientro

Bologna, ore 01.15: nevica e c'è vento, ma le strade sono ancora pulite.
Parto alla volta di casa e la tangenziale è tranquillamente praticabile; la mia auto viene investita da due "lame" di sale quando, in due occasioni differenti, sorpasso dei mezzi spargisale all'opera... non me ne dispiaccio affatto, anzi, ne sono molto lieto.
Via Persicetana, ore 01:35: nevica anche qui e c'è ancora più vento, ma c'è anche un paio di gradi in meno e la neve che scende - si fa per dire: visto il vento teso, viaggia parallela al suolo... - è estremamente farinosa e leggera, tanto che il vento, scontrandosi con i terrapieni ai lati della strada, arriva addirittura a spingere getti di neve verso l'alto.
San Giovanni in Persiceto, ore 01:50: condizione simile alla precedente, ma con l'aggiunta del fatto che la strada - molto meno trafficata delle precedenti - è coperta da uno o due centimetri di neve che, per nulla bagnata, danza sulla superficie sospinta dal vento.

Al termine di un viaggio durato 1 ora e 10 minuti, contro gli usuali 45 minuti di tempo di percorrenza per quest'orario, arrivo a casa... parcheggio ad alcune centinaia di metri perchè sotto casa non c'è un posto neanche a spalarselo (ma non posseggo ancora una pala e sotto la neve, a quest'ora, di mettermi a sparlami un parcheggio non se ne parlerebbe comunque).
Raggiungo il portone camminando su un soffice strato di neve alto quanto la suola scolpita degli stivali; su quella superficie le orme lasciate dalle ruote della mia auto stanno rapidamente scomparendo.
Entro in casa, convinto di essere accolto dal calore della mia dimora, invece mi accoglie un timido teporino: sul display del termostato, allarmato, lampeggia il temibilissimo messaggio d'errore "E19": caldaia bloccata causa esaurimento dell'acqua nel circuito dell'acqua calda per i rubinetti.

Non è la prima volta che mi succede: capita, di quando in quando, che se tolgono l'acqua ed io utilizzi l'acqua calda (vuotando quindi il circuito senza che nuovo liquido subentri), la caldaia vada in blocco di protezione. Il blocco è generale: non viene più effettuato il riscaldamento nè del circuito dei rubinetti nè di quello dei caloriferi, che pure sono indipendenti.
La soluzione è semplice: una volta ritornata l'acqua nel circuito, resettare la caldaia.
Più semplice a dirsi che a farsi: la caldaia si trova in un armadio a muro sul balcone e, ovviamente, per accedere al fondamentale controllo dell'accensione/reset è necessario aprirne lo sportello principale (pica pensare di fargli uno sportellino apposta per accedere a quel tastone, non sia mai, troppo furba come pensata!).
Reinfilo gli stivali e la giacca, recupero la chiave quadra per aprire la paratia della caldaia e mi avventuro nella tormenta che, fregandosene delle mie necessità, imperversa anche sul mio balcone, per altro reso scivolosissimo dalla neve.
Dopo cinque minuti impegnato ad armeggiare, ho la meglio sul problema e ritorno in casa... esamino i termosifoni: stanno già cominciando a scaldarsi. Ho vinto!

Ora... capisco che sette anni fa, quando la caldaia è stata installata, magari il costruttore non si sia preso la briga di acquisire il modello top della gamma; capisco anche che la centralina di controllo sia estremamente prudente perchè, cercare di scaldare in vano un cirtuito vuoto - e che quindi non andrà mai in temperatura - potrebbe anche arrecare danni alla caldaia in generale, ma quello che mi chiedo è: possibile che due circuiti indipendenti debbano essere interconnessi nel blocco?
Mentre continuo a monitorare l'andamento della temperatura - uso acqua calda per prepararmi ad andare a letto anche per verificare che la caldaia non torni ad andare in blocco - mi viene voglia di capire se la macchina è in grado di gestire separatamente i due circuiti e se esiste un aggiornamento del software della centralina che consenta di evitare questo blocco generale di sicurezza.
Mentre mi lavo i denti mi fisso allo specchio e mi rendo conto di quanto sia assurdo anche solo il fatto di aver pensato di cercare un aggiornamento del "firmware" della mia caldaia.
"E' tardi - penso - e sono stato per troppo tempo nella tormenta. Quest'idea deve essere il frutto del troppo freddo preso, non può essere vera... Meglio andare a dormire."
Prima, però, decido di tenere traccia di questo momento di delirante follia tecnologica.

Andrò a letto, a questo punto, ma probabilmente il dubbio sulla centralina della mia caldaia continuerà ad assillarmi anche una volta raggiunto il cuscino.
Che brutta cosa la delirante follia del mio cervello!

giovedì 9 febbraio 2012

Delle scadenze e dell'impossibilità di rispettarle

Il mio lavoro è quello dell'analista informatico, ma questo non comporta che non faccia anche il programmatore (di fatto, programmo principalmente in PL/Sql Oracle e, quando lavoro alle interfaccie utente, lavoro con un sistema di "metalinguaggio" sviluppato dalla nostra ditta per costuire le maschere: un livello pseudo-java che viene poi interpretato da un livello sottostante java vero e proprio).
In questo periodo, in particolare, sto lavorando alle procedure di costruzione dei record di un "flusso" dati tra un nostro cliente ed una sua controparte: io mi occupo di questo aspetto (recuperare, nel nostro database, le informazioni che dobbiamo trasmettere ed organizzarle in modo che siano comode da gestire), mentre un mio collega si occupa delle procedure di tramissione e ricezione dati vere e proprie, principalmente perchè io ho avuto a che fare con quei dati quando ero dall'altra parte del "monitor" e conosco meglio l'impianto tabellare del nostro database.

Problema: le specifiche per alcuni dei dati che dobbiamo trasmettere non sono proprio chiarissime.
Ci sono tipi record per cui certi campi non è affatto chiaro cosa devono contenere - ammesso e non concesso che debbano essere valorizzati! - ma il nostro piano di lavoro prevedeva di cominciare, tra oggi e domani, i test su queste procedure, che dovremmo consegnare funzionanti per fine mese.
Negli ultimi giorni, man mano che mi incagliavo su alcuni di questi problemi di definizione, ho richiesto chiarimenti alla software house verso cui dobbiamo trasmettere i dati ed al nostro cliente, che dei dati è "proprietario" e che ha definito i moduli cartacei all'origine dell'impianto che abbiamo messo in piedi per gestire questa cosa. Ho chiesto informazioni e, su alcuni aspetti, da allora aspetto...

Ora, io mi domando e dico, perchè devo mancare una scadenza (anche se solo interna) a causa del fatto che quelle informazioni - che mi servono nell'interesse di tutte le parti coinvolte nel progetto - non mi vengono fornite?
Se la colpa di un ritardo è la mia (perchè ho dovuto riorganizzare la pianificazione dei lavori per rispondere a delle urgenze, perchè sono stato malato o per mille altri motivi), accetto di fare la figura del ritardatario, ma quando la colpa di un ritardo è mia a causa di un ritardo nelle specifiche dalla fonte, la cosa mi urta un bel po'. Certo, lo so che il mio capo non biasimerà me per questo, ma la cosa, in maniera assolutamente irrazionale, mi infastidisce.
Così come mi disturba andare avanti "alla cieca" (cosa che sto facendo, per altro, di conseguenza) ossia portare avanti il più possibile i pezzi del lavoro che sono indipendenti da quelle informazioni mancanti.

Poi, sia chiaro, è questione di poco e mi passa, anche perchè il mantra logico del
"se non dipende da te non è davvero colpa tua
non puoi evitare intoppi di questo tipo
la tua priorità può non coincidere con quella di altri
anche agli altri capitano intoppi
fissare scadenze prudenti come questa serve proprio ad assorbire l'effetto di questi problemi
"
fa sempre il suo effetto, ma comunque una parte di me è insoddisfata e questa sensazione di inefficienza resta sgradevole, per quanto sia di breve durata.

giovedì 2 febbraio 2012

Del lavoro

Si parla della riforma del mercato del lavoro e, dopo un'intervista televisiva al Presidente del Consiglio Mario Monti, sembra che il professore, il salvatore della patria, il castigatore delle lobby, sia diventato (dopo già essere stato, dispregiativamente, il "banchiere") l'"anticristo"...

Sinceramente, io ho ascoltato le versioni integrali dei passaggi incriminati e non capisco la furia.
"I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita; del resto, diciamo la verità, che monotonia un posto fisso per tutta la vita! E' più bello cambiare e accettare nuove sfide, purché siano in condizioni accettabili e questo vuol dire che bisogna tutelare un po' meno chi oggi è ipertutelato e tutelare un po' di più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro o non riesce a entrarci" - Mario Monti

"Nella riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali la finalità è... direi che la finalità principale è quella proprio di ridurre la terribile apartheid - chiamiamo le cose col loro nome - che esiste nel mercato del lavoro tra chi per caso è già dentro - per caso o per età è già dentro - e chi, giovane, fa una terribile fatica a entrare o, se entra, entra in condizione precaria. Noi vogliamo ridurre il divario tra questi due tipi di tutela." - Mario Monti

Intendiamoci, io valuto le carte, non le indiscrezioni di stampa, quindi non è detto che il progetto del Governo alla fine mi piaccia, ma per ora trovo più interessante quello che gli ho sentito dire di prima mano piuttosto che quello che altri dicono che il Governo abbia detto... notizie di seconda mano di cui mi fido sempre poco...

Ad ogni modo, io faccio l'analista e programmatore per una ditta della provincia di Bolzano. Per motivi di lavoro faccio circa 600 km la settimana in auto (perchè arrivare in ufficio con mezzi pubblici richiederebbe almeno cinque ore di viaggio contro le tre che ci metto guidando) e passo fuori casa tre giorni e due notti (solitamente la terza notte rientro, ma spesso molto tardi).
Anche se il mio contratto è a tempo indeterminato, ed anche se il mio lavoro è per sua natura estremamente variegato e poco monotono (essendo un lavoro "creativo" difficilmente ci sono due giorni uno uguale all'altro), non sono affatto convinto che questo sarà il mio "posto fisso" per tutta la vita: prima o poi avrò una famiglia vera e potrei fare fatica a conciliare la cosa con l'assenza continua per motivi di lavoro... e poi ci potrebbero essere mille altri motivi per cambiare (a partire dal fatto che, statisticamente, più è "specializzato" e di "alto profilo professionale" il lavoratore più è "mobile").
Inoltre, date le dimensioni dell'azienda dove lavoro, con ogni probabilità, l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (il sacro totem dei sindacati che, però, vale solo per le aziende sopra certe dimensioni, di fatto applicandosi ad una percentuale compresa tra il 46 ed il 65 percento del totale dei lavoratori italiani, a seconda di chi fa i conti) lo vedo con il binocolo (come quel restante 64/35 percento di lavoratori italiani).

Facciamo che Monti ha ragione e sarebbe meglio livellare di più le cose?
Facciamo che, visto che i lavoratori "stabili" sono mediamente più vecchi di quelli più "instabili", accettano l'idea di fare qualche sacrificio per dare più tutele ai loro figli?
Per tanti (quanti poi? chi ha ragione davvero tra quelli che "danno i numeri"?) lavoratori rischia di essere un rinunciare a qualcosa ma per altri - non pochi e soprattutto mediamente più giovani - sarà un guadagnarci qualcosa.
Dai, vediamo di non rompere e diamo più tutele a chi ne ha poche o non ne ha affatto... altrimenti i lavoratori stabili rischiano di diventare la prossima "lobby" ostinatamente attaccata ai suoi privilegi.

mercoledì 1 febbraio 2012

Ancora una volta alla breccia!

Nevica... e tanto.
Il modenese è bloccato in casa, ma io lo sono in un modo diverso da tanti altri: io in casa ci sto tappato perchè non devo assillarmi con il problema dell'andare in ufficio, visto che il mio ufficio (uno dei miei uffici) è in casa.

La cosa bizzarra è che il mondo, bianco e ovattato, contribuisce ancora di più ad una buona dose di energia che ho da qualche tempo.
Sarà perchè, neve permettendo, alcune cose irrisolte sto per chiarirle (se non risolverle), ma una vena di ottimismo mi mette di buon umore.
E' qualche giorno che sto così, e l'effetto migliore è che ho voglia di fare: scrivo, gioco, pianifico attività... ancora un po' e riprenderò progetti che sono fermi da troppo!

Certo, le cose potrebbero anche risolversi male, ma per adesso non ci voglio pensare: un'ombra soltanto di pessimismo, non me ne concedo di più!

Eccomi qua, quindi, carico di ottismo e con la voglia di sopravanzare anche le cose che potrebbero andare male... eccomi qui ancora una volta, ma questa volta, dopo tanto tempo, davvero con la voglia di riprendere ad essere attivo!