mercoledì 17 novembre 2010

I milanesi bauscia

Questa sera, a cena, ho avuto a che fare con alcuni degli aspetti che più mi preoccupano di certa gente di questa città.
Ero a cena in un ristorante, come quasi sempre solo, ad un tavolo in angolo nella sala sull'ingresso del locale. Quando mi sono seduto, nella stessa sala c'era solamente un altro tavolo occupato: due donne, sulla trentina (fa strano dirlo, visto che "sulla trentina" ci sono anche io...), ben vestite ma non troppo eleganti... probabilmente due amiche a cena assieme dopo una giornata di lavoro (ma lavori in uffici diversi).
Una delle due non la si sentiva quasi parlare, l'altra era un continuo fuoco di fila delle più becere psicobanalità e postyuppimi: parlava del suo uomo, uno che vive fuori Milano ma lavora in città, di come ha costruito un passo alla volta il loro rapporto, di come lui viva la loro relazione, di come questo rapporto interagisca con le figure maschili della sua vita, di un padre presente ma emotivamente sempre molto distaccato... e del lavoro con una consulenza per rilanciare l'immagine di una piccola azienda creativa nel settore del "branding" (!?!?), con il progetto di farla ripartire con l'obbiettivo di renderla appetibile per una cessione entro cinque anni (vista l'età dei soci ultra sessantenni...), ecc, ecc, ecc... In poche parole, il più patetico monologo di una che "ci crede davvero". Una che Milano e la peggiore (almeno dal mio punto di vista, forse troppo provinciale, ma pur sempre mio) "milanesità" ce l'ha nelle vene, nel midollo, nel DNA.
A dare una degna nota di contorno a tutto questo, l'arrivo di una coppia di giovani (venticinquenni?) con velata ostentazione di ricchezza familiare e due "mignottoni" (anche se la definizione non è mia la trovo abbastanza adeguata) al seguito ed un ragazzo (probabilmente l'autore della succitata definizione), di quelli che li senti parlare e sono i tipici figli di papà (questo aveva l'aspirazione di andare ad aprire un locale in Argentina!!!), probabilmente anche lui nella prima metà dei trenta, che poi è stato raggiunto per cena dal padre e da un amico del padre: uomini di mezza età, giacca e cravatta d'ordinanza, aria da manager per nulla velata e neppure un gesto per fermare i pacchiani riferimenti a chi dei due avesse più soldi che il ragazzo faceva.
Tutto questo, non in un ristorante di lusso, ma in un ristorante/macelleria... Ok, lo ammetto, in Moscova a Milano, nella zona di Brera, dove probabilmente tutti sono più fighetti di quanto io sarò mai in vita mia, ma non sono stato io a trovare l'albergo (ed il ristorante era a due passi... nel vero senso della parola...).

Nel mio angolino, mangiando la mia svizzera con la scamorza, osservavo la scena come uno spettatore al cinema, e suscitavo una nota di velato stupore nei camerieri quando li ringraziavo mentre mi portavano via il piatto vuoto: probabilmente qualcuno si può disabituare al più banale gesto di cortesia (o anche solo al fatto che un avventore possa prendere coscienza del fatto che esisti e stai lavorando per lui).

Questa sera probabilmente sono stato quasi al limite: più che in tutte le altre sere in cui, seduto da solo in un ristorante, ho dovuto involontariamente assistere a qualche conversazione banale, sono stato sul punto di alzarmi e urlare in faccia a quella gente che dovevano smetterla di prendersi sul serio.
La tizia delle psicociance è stata quella che mi ha urtato di più il sistema nervoso ed è stata ad un nanosecondo dal sentirmi sbottare esasperato: invece che farsi inutili seghe mentali sul rapporto con il suo uomo avrei voluto dirle di cominciare a vivere quel rapporto per quello che è, e se non va, non psicanalizzarsi troppo ma cercare di vivere di più, senza cercare di ottimizzare la logistica dei suoi rapporti di coppia in funzione del lavoro. Ma tra l'altro, cielo misericordioso, chi usa il termine "logistica" parlando di una relazione sentimentale???

Ma cos'ha questa città che fa male alla gente?
Più ci penso, più sospetto che sia qualcosa che è nell'aria... per fortuna, tra qualche ora scappo da questa gabbia di matti e torno a macinare chilometri per l'Italia, riprendendo a respirare l'aria di quei posti dove ti viene un po' più facile non prenderti così tanto sul serio... O forse non è questione di luoghi e il fatto di non prendermi sul serio ce l'ho semplicemente cablato nel mio sistema immunitario?

martedì 16 novembre 2010

Due settimane, sei letti

Sono ormai due settimane che sono in giro per l'Italia più del solito, saltellando da una città all'altra... da una camera d'albergo all'altra... da una casa all'altra... da un letto all'altro.

Fa girare la testa pensarci, ma provo a fare il punto della situazione, ripercorrendo le ultime due settimane di notti passate in giro.
2 e 3 Novembre - San Martino in Passiria, Garni Gurnau (stanza 4)
4 Novembre - Bologna, dalla mia moretta
5 e 6 Novembre - Genova, dalla mia moretta
7 Novembre - Dai miei
8, 9, 10 Novembre - Milano, Hotel Carlyle Brera (stanza 203)
11 Novembre - A casa mia
12, 13, 14 Novembre - Dai miei
15 Novembre - Milano, Hotel Carlyle Brera (stanza 506)

Stamattina, quando mi sono svegliato, ci ho messo un attimo a capire in che direzione fosse il bagno... per fortuna, in quasi tutte le mie sistemazioni, dormo in modo da scendere dal letto dalla stessa parte, altrimenti anche la più semplice delle azioni richiederebbe concentrazione.
Ho fatto anche un rapido calcolo dei chilometri percorsi... Beh, diciamo che ci ho provato e mi sono arreso. Già solo al 5 Novembre sono finito nel pallone: all'alba a Bologna, a mezzogiorno a Milano, al tramonto di nuovo a Bologna, la notte a Genova... decisamente troppo per non perdersi nei conti.

La mia permanenza milanese, poi, mi ha convinto (più di quanto già non fossi convinto) che questa città ha qualcosa di sbagliato: sarò provinciale, ma trovo aberrante che la gente consideri normale rimanere in ufficio più di 10 ore consecutive. Trovo assolutamente incomprensibile come ci si possa lamentare del fatto di aver fatto tardi per l'ennesima volta, magari perdendo un treno che riportava a casa, e non fare attivamente qualcosa, il giorno dopo, per impedire che l'evento si ripeta.
A tratti, certi milanesi mi danno l'impressione di voler potersi lamentare della vita alienante che fanno, e che si autoimpongono. Probabilmente non è neppure colpa loro, semplicemente cascano nel meccanismo per cui se non fai una vita così, e lavori in certi settori, sei fuori posto in questa città.
Assurdamente, per quanto io detesti questo tipo di situazione, il fatto di essere solo in una trasferta di lavoro e sotto scadenze contrattuali mi spinge a fare la stessa vita alienante (con tanto di serata, la settimana scorsa, che mi ha visto lavorare in albergo fin quasi alle quattro del mattino). Spero che il mio sano provincialismo e quella vena fancazzista che alberga in me mi salvi dal diventare uno di questi ultracorpi stakanovisti.

Per adesso, la prospettiva di ancora un giorno a Milano, seguita da una giornata a San Martino ed una in telelavoro a casa mia mi basta per farmi sentire ancora una pallina persa in un flipper... Sperando di non essere colpito troppo forte da uno dei "bumper" della mia nuova vita girovaga...

domenica 31 ottobre 2010

Ritorni, ponti, traslochi ed effetti quantistici

Continua la mia vita sulla A22, anche se sempre più spesso mi ritrovo anche sulla A4.

Viaggiando da e per la provincia di Bolzano, ho scoperto una cosa che non avrei mai sospettato: Isoradio non copre tutto il territorio nazionale! Anzi, a nord di Mantova puoi essere praticamente certo di non riuscire a sentire nessuna notizia che riguardi il resto d'Italia, almeno se sei sulla Brennero.

Di per sè, questa scoperta non mi avrebbe fatto nè caldo nè freddo se giovedì non ci fossero stati un numero non meglio quantificato di chilometri (tra gli otto ed i dieci) di coda tra lo svincolo A22/A4 e Mantova.

Giovedì sera stavo rientrando dal mio alpeggio tecnologico per una giornata di ferie che avrebbe dovuto vedermi a Lucca in occasione del Games... purtroppo la mia Moretta ha avuto la bella idea di ammalarsi (accusandomi di aver portato in pianura un virus sudtirolese dopato dalla sopravvivenza ai miei anticorpi... anche se nulla di questo è stato dimostrato o suffragato da altri dati che non fossero le sue accuse) e quindi la trasferta toscana è saltata miseramente.
Ad ogni modo, mentre avvertivo mio padre del fatto che l'indomani sarei stato a casa per dare una mano a pulire la mia cucina (appena installata) ed il resto del mobilio (a questo punto completo... a meno di un paio di sedie in più che ho acquistato oggi stesso...) preparando il trasloco, lui mi informava della coda.
Di lì a due chilometri, cominciava la martellante sequenza di annunci da parte dei pannelli informativi in autostrada... ma purtroppo Isoradio taceva e non mi riusciva di aggiornarmi in alcun modo (non so perchè, ma la frequenza delle informazioni sul traffico della Brennero alla mia autoradio non piace...).

Arrivato all'altezza di Verona, allarmato dall'idea di una decina di chilometri potenzialmente a passo d'uomo (non saprò mai quanto problematica fosse la situazione, ma la dicitura "code" non si presta mai ad interpretazioni ottimistiche) ho optato per il giro alternativo: Verona-Padova-Bologna.
Esito complessivo del viaggio:
- partenza da San Martino in Passiria ore 18:00
- arrivo a Bologna ore 22:00
- soste effettuate 0.
Nulla di cui stupirsi se al mio arrivo ero un pochetto provato.

Nonostante le premesse non esaltanti, le due giornate successive sono state proficue dal punto di vista della sistemazione della mia nuova dimora e, se tutto va bene, domani i primi materiali cominceranno a percorrere i sette chilometri che separano casa dei miei da casa mia.
Stanotte, poi, per la prima volta dormirò nella mia fiera magione solatio.
Preciso che non è la prima volta che ci dormo: già la settimana scorsa ho innaugurato il materasso, ma quella sera la mia Luce era con me.

Le giornate emiliane mi hano un po' ricaricato. Certo, i chilometri percorsi sono una quantità ragguardevole, come le cose fatte e le persone incontrate (anche grazie all'annuale evento sociale a casa della Paola in quel di Bologna), ma ho bisogno decisamente di fare il pieno di enegia: le settimane che mi attendono potranno mettere a dura prova la mia resistenza.
Con ordine: per la settimana entrante le prospettive sono di tre giorni (dopo il lunedì festivo) in subtirolo, giovedì sera rientro in quel di Bologna, venerdì in giornata a Milano (sia reso grazie al signor Frecciarossa), serata con partenza alla volta della Liguria e fine settimana genovese.
Le due settimane successive rischiano di essere pure peggio... Lunedì, martedì e mercoledì in pianta stabile a Milano, giovedì a San Martino e venerdì a Modena in telelavoro... Con la nota di suspance su dove dormirò mercoledì sera: a Milano, Modena o San Martino?
Comincio ad avere momenti in cui mi sento una particella quantistica in uno stato delocalizzato: dove mi sveglierò domani mattina?
Thriller notturni a parte, credo che se sopravviverò al mese di Novembre nulla potrà più mettere alla prova la mia resistenza.

Sempre nell'ambito del progetto "energia in ricarica" una nota su una serata cinematografica trascorsa a Bolzano la settimana scorsa: in occasione del venticinquesimo anniversario di "Ritorno al futuro", con David (collega sudtirolese) sono andato a vedere questa assoluta perla della storia del cinema nello spendore della versione rimasterizzata su grande schermo.
Serata che risulta sempre esaltante quando le note di "Power of love" cominciano a risuonare su uno skateboard in giro per le strate di Hill Valley.
Positiva la serata anche in termini di compagnia: David è simpatico e, nonostante all'inizio pensassi fosse molto taciturno, in realtà e abbastanza propenso alla conversazione... probabilmente quello che lo frena è la sua padronanza della lingua di Dante, ma forse la serata con un logorroico senza freni come me può averlo aiutato un po' (lavorando quindi per il progetto del capo che sperava che la mia presenza in ufficio aiutasse a rafforzare la lingua italiana presente, ma non molto radicata, nei miei colleghi sudtirolesi di madrelingua teutonica - o quasi).

mercoledì 20 ottobre 2010

La costante dell'incostanza

L'incostanza è l'unica costante della mia esistenza.
Che poi sono costante, in alcune cose, ma in certe altre...
Destino infame di un ossessivo compulsivo "a tratti".

Il mio alpeggio tecnologico continua, tra connessioni serali ballerine, giornate in ufficio sempre un po' più lunghe di quanto sarebbe ragionevole fare, costi telefonici che schizzano alle stelle e chilometri... tanti, tantissimi, incommensurabilmente tanti chilometri.

Dagli inizi di settembre ad oggi, la mia auto ha già fatto passare sotto le sue ruote (che prima o poi dovrò decidermi a controllare e forse a cambiare) poco meno di settemila chilometri. Stando alle mie attuali stime, questi due mesi si concluderanno con una media di quattromila chilometri al mese: un po' più del 60% in più rispetto alla media del primo anno di vita della mia auto.
La cosa che mi da più fastidio è che, nonostante a me piaccia guidare, alla lunga ne sto uscendo un po' provato.
La strada da Modena a San Martino in Passiria ormai la faccio con il pilota automatico, così come quella alla volta di Cascina Gobba (a Milano, dove si trova il parcheggio scambiatore dove lascio l'auto quando devo andare - abbastanza di frequente - dal clientone sul cui progetto stiamo lavorando), ma la presenza di qualche TIR isterico e qualche automobile decerebrata mi ha già fatto rivedere l'intero film della mia vita almeno tre volte... Per adesso solo gran spaventi e sono sempre riuscito ad evitare di fare la frittella contro un guard rail in A22; spero tanto che continui così ancora molto a lungo.

In queste settimane, poi, è cominciata la EAST CONFERENCE della Lega Impropongo di Improvvisazione Teatrale (leggesi: il campionato di Modena di Match d'Improvvisazione).
Per un paio di serate sono stato in regia, nel cabinotto là in cima, alle luci... e mi piace un sacco.
La terza serata, invece, per la prima semifinale del campionato, sono stato sul palco ed ho preso parte ad uno dei match più belli che abbia visto (beh, per quanto li si possa vedere mentre li fai...) e quasi sicuramente il più bello a cui ho partecipato.
La mia squadra (le "Stalking Frogs") ha mancato il treno per la finale, ma solo allo spareggio e dopo un match tiratissimo, con quattro conteggi, con bellissime improvvisazioni, con il mio primo fallo personale ed il mio primo "Rifiuto del personaggio" (mi spiace, non mi era mai successo, ma questa volta mi è proprio scappato il controllo a causa della piega che aveva preso l'improvvisazione...).
Per la prima volta, questa settimana, non farò io le interviste dopo gara ai capitani (dopo averle fatte per le prime tre serate) e non credo che riuscirò a tornare con il microfono in mano neppure nella finale... sicuramente tornerò alla carica nei prossimi campionati quando riuscirò ad andare a dare una mano.
La cosa che più mi disturba, però, è il fatto di star perdendo degli allenamenti di impro a causa della mia vita al confine... spero di riscire a ristabilirmi in Emilia per riprendere una presenza regolare.

Sempre a causa del confino, è irregolare anche la mia presenza attorno al tavolo da gioco di ruolo: le sessioni del giovedì del gruppo ALEA:EST della USS Excelsa procedono (per fortuna o purtroppo, dipende dai punti di vista) a singhiozzo e quindi non ne sto perdendo molte, ma quelle della USS Mar Oscura si sono tornate a fermare a causa della mia assenza.
Continuo a fare la mia parte per il progetto lavorando al Manuale che stamperemo ai inizio nuovo anno e per ora lavoro all'impaginazione dell'avventura che vogliamo portare a Lucca, ma non è come giocare.
Per fortuna, dopo Lucca, dovrei riuscire a far giocare nuovamente il gruppo dei miei sconclusionati avventurieri Kondai (in quel di Genova) e la settimana successiva dovremmo tornare in pista con gli eroi di Libertas (a Bologna)... peccato non riuscire ancora a riprendere con le miei temerarie di Northern Harbor (sempre a Bologna), ma mai dire mai...

La cosa che più mi infastidisce, comunque, di questo mio alpeggio, è che a causa della distanza che mi separa dalla mia nuova casa, sto collaborando limitatamente alla sua messa in servizio.
Mio padre, fieramente armato del suo nuovo avvitatore, sta assemblando i mobili IKEA che saranno i miei compagni di mille giornate (spero) e sta - senza l'avvitatore - marcando come un mastino l'idraulico che dovrebbe (proprio nella giornata di oggi) sostituire la pompa dell'acqua della mia caldaia che, negli anni in cui è stata ferma, si è spaccata.
Io, per parte mia, venerdì farò la prima prova di telelavoro da casa, in uno studio dove le ante dei mobili sono ancora da registrare e dove spero che funzioni la connessione VPN verso l'ufficio di cui ancora non ricevuto le specifiche... il tutto con una parentesi per andare a fare la richiesta di cambio di residenza in Comune a causa delle idiote regole dei contratti dell'ENEL che impongono di fare richiesta di cambio di residenza entro 40 giorni dall'attivazione del servizio... Non so come andrà a finire, visto che la camera da letto e la cucina - che dovrebbero arrivare questa settimana - ancora non si sono viste.

Ad ogni modo, nella costanza della mia incostanza, domani si monta in macchina a fine giornata d'ufficio in rotta verso l'Emilia... sperando di vedere sempre più spesso la grande pianura da dentro invece che da sopra le colline veronesi.

lunedì 13 settembre 2010

Una sera sotto il tetto

Giorno 9
La mia permanenza tra le Dolomiti ha i suoi pro ed i suoi contro.
Oggi ho pescato una giornata di contro!

Dopo un fine settimana tranquillo, anche se non propriamente di riposo, al centro della grande pianura, stamattina mi attendeva il ritorno tra i monti.
La giornata è cominciata abbastanza incolore: carico la roba in auto (con la scomodità aggiuntiva, questa settimana, della giacca che mi sono portato dietro per il training che dovrò fare ad alcuni utenti chiave della nuova ditta cliente giovedì in quel di Milano... giacca che, con buona pace del gusto estetico, ho deciso che metterò sopra i jeans ed una polo di cui sbucherò solo il colletto da un golf con il collo a "V" che spero mi dia un'aria semi seria senza l'ingessatura della camicia e la cravatta) e vado a fare un bancomat. Stare settimane intere quassù, alloggiato in un bed and breakfast, ha il terribile effetto di costringermi a cenare al ristorante ogni sera.
Immancabilmente solo, dopo la mia passeggiata serale e la telefonata di rito alla mia archeologa, entro al ristorante, saluto i camerieri (ed il pizzaiolo che ormai mi da del tu con il suo stentato italiano) ed ordino, mangio osservando la gente attorno cercando di non dare troppo nell'occhio, pago e torno in camera.
Ovviamente, le dolenti note sono nel "pago": prese singolarmente, le cene costano pochetto, ma a lungo andare il totalizzatore non fa che aumentare... risultato, questa mattina il bancomat era una sosta obbligata.

Risalgo in auto e mi muovo alla volta del distributore di GPL... faccio il pieno e nel frattempo scopro che questa settimana c'è uno sciopero proclamato per alcuni giorni, compreso giovedì... la mia trasferta a Milano comincia ad apparirmi tristemente costosa, con lo spettro della benzina invece che il più economico carburante.
Mi faccio l'appunto mentale di fare il pieno di GPL nuovamente anche una volta arrivato nei pressi di Merano (in modo da aumentare l'autonomia per la giornata fatale) e parto alla vorta delle cime.

La "brochisia" che colpisce gli automobilisti sotto la pioggia mi perseguita per quasi quattro ore e, un'ora più tardi del solito, raggiungo il parcheggio.
Diversamente dalle altre settimane, non ho parcheggiato nel parcheggio "della banca" dall'altra parte della strada rispetto al mio luogo di riposo: ho parcheggiato direttamente nel parcheggio del "garni" dicendomi che, visto che avevo fatto trenta, potevo fare trentuno e scaricare l'auto prima di andare in ufficio.
Scarico, entro e chiamo... nessuna risposta... chiamo ancora... nessuna risposta...
Impreco sommessamente, ricarico la roba in auto, e mi reco in ufficio, già stanco alle 11.30.

Giornata lavorativa un po' così, ma poteva andare peggio.
A sera, torno in albergo, scarico l'auto, entro e... sorpresona! A causa di un piccolo problema, invece della mia "solita" stanza con letto matrimoniale, bagno con doccia, prese "PC compatibili" e TV al piano terra, questa sera mi tocca stare in una "singola" al secondo piano. Ha solo un piccolo difetto: non ha la doccia in bagno. Volendo, se ne può usare una al piano terra, ma proprio volendo.
Sovrappensiero faccio spallucce: vabbeh, poco male... solo una volta saliti i due piani di scale (per due volte per portare su tutta la roba) mi rendo conto dell'agghiacciante verità: la stanza è un sottotetto, con un piccolo lucernaio esattamente sopra il letto (addossato alla parete di fondo... vicinissma alla parete davanti viste le ridotte dimensioni della stanza), ma fin qui, visto che si tratta solo di una notte... il problema è che, il bagno, in assenza di doccia, consta solo di lavandino e water! Questa gente, non mette i bidet in bagno!!!
Nuova sequela di imprecazioni... questa volta un po' meno sommesse, ma ancora mi trattengo.

Esco, vado a fare la mia passegiata fino alla club-house del golf club, evito di raggiungere il driving-range (che sarei curioso di vedere) dopo un diverbio con un cagnetto piccolo ma, ovviamente, incazzosissimo e con i denti di fuori e quindi vado a cena.

Al mio ritorno in camera, dopo aver chiuso il pasto con un pezzo di strudel per allietare la serata che percepivo come malaugurata, mi appresto ad una serata a giocare a Star Trek Online... ma il problema è che quassù, nel mio buggigattolo, le prese non sono "italian friendly"!
Scendo da basso e chiedo alla proprietaria un adattatore... prende una scatoletta, fruta ed estrae una serie di adattatori, nessuno compatibile... alla fine ne trova uno che forse può andare bene: salgo per provare, ma i denti della presa sono troppo larghi... ridiscendo e cerco un nuovo adattatore... dopo cinque minuti troviamo un che dovrebbe andare bene, anche se forse "potrebbe esserci un problema con il bordo dentro della presa" mi dice... io fiducioso salgo le scale, provo e... scopro che ha ragione lei! Le prese a muro hanno delle "tacche" all'interno che rendono vano il mio frugare.
Impreco, sempre meno sommessamente, maledicendo l'idiozia di un popolo che non si decide ad adottare prese con una forma che sia standard in almeno uno dei territori confinanti.

Riporto giù l'adattatore, torno in camera, e mi rassegno al ricorso alla batteria del sistema.
Provo a giocare a STO, ma la connessione salta troppo (troppo disturbata questa sera) e di concludere qualcosa non se ne parla.
Dedico la serata a facebook e quindi, quasi a mezzanotte, con la batteria che chiede perdono ai suoi padri, mi rassegno e vado a letto...

Se penso che la settimana scorsa Salvatore, un mio ex compagno di classe delle superiori, mi ha scritto (sempre su faceboiok) di invidiare la mia sistemazione nei pressi di Merano, città che lui adora, mi chiedo se accetterebbe l'idea di fare a cambio: dopo una serata come questa...

martedì 7 settembre 2010

La testa tra le nuvole

Giorno 5
Dopo un week-end nuovamente in Val Padana, caratterizzato da una notevole quantità di chilometri percorsi ed una serata al "Mercato della Centuriazione" di Villadose, nel rodigino (ho scoperto che il termine "rovigotto" è considerato dispregiativo, quindi lo eviterò anche se io avevo sempre sentito solo quello...), con l'inizio della settimana sono tornato al mio alpeggio.
Da un paio di giorni, il "cielo settembrino" ci ha salutato bellamente: mi avevano detto che il cielo di settembre qui è solitamente azzurrissimo e senza nuvole, anche se il clima è un po' freddino, ma si deve essere preso una vacanza perchè è da ieri pomeriggio che di azzurro non se ne vede neppure l'ombra. Anzi, oggi non si è vista neppure l'ombra dell'intero cielo, coperto com'era da una fittissima coltre nuovolosa in cui, beati ed umidicci, abbiamo passato la giornata tutti quanti noi.
Sfruttando l'assenza per ferie di una collega, questa settimana ho una postazione un po' meno "in prestito" di quella che avevo la settimana scorsa: sono ad una scrivania accanto ad una finestra in un ufficio invece che sul tavolo delle riunioni. Attraverso i vetri potrei vedere il bosco dall'altra parte della vallata, oltre il corso del Passirio (il fiume che percorre e disegna la valle prima di gettarsi nell'Adige in quel di Merano), ma oggi ci sono solo ombre nere di pini in mezzo ad una vaporosa nuvolona... Decisamente gradevole da vedere.

Ho portato con me la mia (nuova anche se rodata già in ferie) macchina fotografica, con la speranza di allenarmi e cavare dall'obiettivo qualche scatto interessante... quando uscirò dall'ufficio proverò a vedere cosa ne viene fuori, magari la mia mano da fotografo potrebbe anche migliorare un po'.

giovedì 2 settembre 2010

Il golf, lo strudel ed i sorteggi

Giorno 2
In Val Passiria le opportunità turistiche sono molteplici, non ultima, c'è la possibilità di giocare a golf. Sorge infatti, in quel di San Martino in Passiria, una club house, con annesso percorso a 18 buche.
Il golf è uno sport che mi ha sempre incuriosito e affascinato (probabilmente, una buona fetta di responsabilità va attribuita a Lotti ed i suoi "spa-ghe-tti"... mamma mia che ricordi lontani!) per questo, uscito dall'ufficio, ho mosso i miei passi alla volta del golf club: curiosità, principalmente, e voglia di attenermi al mio proposito di fare quattro passi.
Beh, c'è da dire che un percorso da diciotto buche può avere la sua estensione, e se poi hai la brillante idea di piazzare la club house all'estremo più lontano possibile dalla strada, il passante che vuole venire a fare quattro passi (e magari vedere se ci sono dei corsi, che non si sa mai...) si deve scofanare una non trascurabile - e per altro gradevolissima - quantità di strada a piedi.

Dopo una passeggiata del genere, e tenendo presente che oggi - anche un po' a causa dell'orario di pausa pranzo due ore in anticipo rispetto a quello cui ero abituato - non ho pranzato, a cena mi sono concesso un po' di dolce: un pezzo di strudel a chiudere la cena con una pizza farcita con prodotti della valle.
Gradevole momento a conclusione di una giornata niente male.

A questo punto, rimane davanti a me, la serata: la testa nel reggiano, dove stasera si terrà il sorteggio per il calendario del campionato di Modena di improvvisazione, e Star Trek Online. Serata tranquilla in fin dei conti.

mercoledì 1 settembre 2010

Il mio alpeggio tecnologico

Giorno 1
Se penso ai miei amici che sono sparsi in giro per il mondo, il mio viaggetto sembra una scampagnata fuori porta. Se poi si mette sul piatto il fatto che io nei fine settimana sarò nuovamente al centro della val padana...

Ad ogni modo, stamattina il viaggio è stato tutto sommato tranquillo; sì, un po' di traffico, specie a Merano, ma nel complesso non mi posso lamentare: tre ore e mezzo e stavo suonando al campanello del mio nuovo ufficio.
La partenza è stata abbastanza soft e, dopo pranzo, ho affrontato la mia prima riunione: sessione di pianificazione mensile.
Il gruppo dei colleghi è abbastanza variegato, simpatico, e mi ha dato una bella sensazione. Ovviamente, quando parlano tra di loro in tedesco non ci capisco un'acca, ma il capo è contento che siano costretti a parlare di più in italiano ed io spero che tolgano rapidamente la ruggine che ha coperto la lingua di Dante e Manzoni.

La giornata è stata impressionante, ma da quello che mi dicono, il cielo incredibilmente azzurro, il sole che splende orgoglioso e l'aria decisamente frizzantina sono i canoni standard della giornata settembrina da queste parti.

La mia sistemazione è una camera con bagno al piano terra di un "garnì" a pochi passi dall'ufficio. Bed and breakfast, con annesso problema degli altri pasti della giornata. Stasera, una volta uscito dal lavoro, mi sono fatto una passeggiatina di una quarantina di minuti, passati a guardarmi attorno, con calma e tranquillità, ed a cominciare a valutare le opzioni per il pasto serale delle prossime giornate.
Domani replicherò e penso che la pratica della passeggiatina post ufficio cercherò di farla diventare un'abitudine, almeno fino a quando sarò quassù in trasferta (una volta diventato un dipendente da telelavoro potrei alternare passeggiate e Wii, così per variare un po').

Ora, comunque, mi sono un po' ripreso da una devastante botta di sonno in assurdo anticipo rispetto al mio orario standard; probabilmente l'anticipo di sonno è dovuto al fatto che la scorsa notte, a causa dell'agitazione, quasi non ho chiuso occhio... potrei cercare di andare a dormire (rendendo questa trasferta un'occasione per cercare di recuperare qualche ora di sonno arretrata) o potrei provare a verificare se, con la chiavetta web che mi dato il capo, loggare su Star Trek Online ha un senso o il tutto è troppo ingiocabile... ovviamente, credo proprio che loggerò.

martedì 31 agosto 2010

I saluti e la neve

Ultimo giorno di lavoro.
Ultimo giorno con un sacco di gente da salutare, mille cose da fare, duecento consegne da lasciare e, praticamente, non sono riuscito a fare una fava.
Metà degli ormai ex colleghi erano ancora in ferie, quindi i saluti sono stati più che altro due mail: una generale ed una ad un più ristretto gruppo di persone.

Mi mancherà non poter parlare con Riccardo dei suoi trascorsi da compagno sessantottino e del suo (antitetico) passato da promotore finanziario. E' quel tipo di persona da cui c'è da imparare, uno che staresti ad ascoltare per ore.

Mi farà strano non alzare gli occhi oltre il monitor e vedere la Iuma che mi lancia una graffetta o che allontana il telefono dall'orecchio esasperata da una conversazione snervante e priva di alcuna utilità.

Mi macheranno le chiamate disperate della Rosa che non riesce a domare una tabella in Word e le sue corse a stampare la quindicina di copie del verbale del CdA impegnando quattro stampanti alla volta.

Mi mancherà l'Isa che mi passa le telefonate degli americani che parlano con quattro patate in bocca perchè lei non ci salta fuori a dirgli che devono mandare una mail.

Mi mancheranno anche le chiamate della Sara, che deve andare in banca ed ha bisogno di qualcuno che la sostituisca in reception.

Eppure, so che non ho perso tutto: per alcuni di loro, quelli con cui collaboravo di più, sarò solo dall'altra parte del monitor; non più a qualche scrivania di distanza, non più ad un interno del telefono, ma sempre raggiungibile per un'emergenza.

Da domani si cambia aria, paese, regione...
Mi spaventa l'idea che potrei non essere un programmatore abbastanza bravo, ma ho la voglia e la capacità di imparare ancora, ed ho l'esperienza del settore che agli altri manca.
Mi preoccupa l'idea di non capire una beneamata mentre parlano tra di loro in austriaco, ma spero tanto che capiscano che è il caso di parlare in italiano.
Mi agita l'idea di non sapere che cosa troverò come sistemazione e se avrò a disposizione un cavo di rete per il "dopo-ufficio".
Mi incuriosce sapere che ieri ha nevicato fin dai 2000 metri circa: le montagne attorno saranno già imbiancate... e farà un bel freddino.

Domani si parte, poche ore ancora... e nonostante sappia già che mi mancherà quello che lascio, sono troppo ansiono e curioso per non partire con le farfalle nello stomaco già domani mattina alle sette.
Vedrò come va... e come viene la si prenderà.

Eventi, scaramanzie, valigie e firme

Tendenzialmente non sono una persona scaramantica, ma a volte mi concedo un'eccezione.

Sono passati quasi tre mesi da quando gli eventi hanno preso una piega strana nella mia vita. Una piega strana, che non mi dispiace affatto, ma assolutamente imprevedibile.

Prima, la pace sul fronte. Nonostante i mesi trascorsi, ancora mi sorprendo ogni tanto mentre un frammento del mio cervello si concede un'istante di gioia e sollievo per quella pace. Non mi dispiace affatto l'inaspettata piega degli eventi, ed un pezzetto del mio essere passa i giorni in conto alla rovescia verso la prossima convention anche per questo... e mi dispiace solo di non aver ancora avuto modo di reincontrare la mia amica ritrovata, ma si rimedierà.

Poi una mail ricevuta, una mail mandata ed i mesi di attesa per giungere ad alcuni dei più radicali cambiamenti della mia vita finora.
Dal primo di settembre, tra poche ore, la mia vita cambierà rotta prendendo una piega impensabile solo qualche mese or sono, una piega in cui ho sperato e di cui non ho detto molto perchè una parte di me temeva che sfumasse. Ormai è estremamente improbabile che qualcosa possa accadere e scompaginare i piani e quindi posso permettermi di dirlo ad alta voce, di ammetterlo al di là della scaramanzia: cambio lavoro e metto sù casa!
Tra qualche ora avrò la valigia fatta per i primi giorni del nuovo lavoro: partenza alle ore 07.00 della mattina di mercoledì 01 settembre 2010. Rotta per San Martino in Passiria (BZ). Arrivo stimato alle ore 10.30. Ora stimata per la firma del contratto di assunzione a tempo indeterminato: ore 10.45. Tra qualche ora sarò un lieto dipendente di una software house sud tirolese impegnato in un periodo presso la sede dell'azienda prima di tornare al centro della pianura padana a firmare le carte per il rogito, mettere su casa e cominciare a fare telelavoro.

Facendo due conti, mi indebiterò per gran parte della mia vita futura, acquistando una casa che non so per quanto tempo sarà mia, che non so se avrà senso arredare di tutto punto (rigorosamente all'IKEA) e che sarà la mia casa, il mio ufficio e buona parte del mio mondo per i mesi, e forse alcuni anni, a venire.

I cambiamenti non mi hanno mai spaventato più di tanto, e questo è un cambiamento che desidero ormai da metà degli anni passati su questa terra, ma la rapidità con cui si è concretizzato è impressionante.
Tre mesi fa ero sul punto di partecipare ad un concorso per cercare di ottenere un posto da programmatore ed addetto al Controllo di Gestione al Policlinico, poi all'improvviso un curriculum mandato, una telefonata ricevuta, un colloquio fatto e mi sono trovato in rotta verso la provincia di Bolzano.
Ed i tempi si sono allungati per dare una chance al mio presente di diventare futuro... ma quella trasformazione non c'è stata: ad una offerta ricevuta non ho avuto modo di contrapporre una controproposta da soppesare, e mi sono ritrovato a dover scegliere tra un futuro incerto, con un contratto a tempo determinato e le parole "outsourcing" ed "esuberi" all'orizzonte, ed un futuro radioso, a tempo indeterminato, ben retribuito, con le parole "crescita" e "opportunità" che campeggiavano a dorati caratteri cubitali.
E' stato come dover scegliere tra un calcio nel sedere e la possibilità di una casa mia... anche perchè è stata esattamente la scelta che ho dovuto fare.

Una volta appurato che il mio futuro era in quel di Merano, è partita la caccia ad una casa che potesse accogliere il mio ufficio, e dal progetto di un affitto ho avuto modo di potermi allargare alla prospettiva di un acquisto... ed a metà settembre i giochi saranno fatti ed il mutuo avviato.

E poi ci sono state le (troppo brevi) ferie, a base di necropoli e musei, di amiche che non si vedevano da tempo e con una punta di magnifico, divertentissimo ed esaltante Shakespeare. E dopo le ferie le ultime settimane di lavoro assurdamente piene. Ed a cavallo di tutte queste cose, la novità dell'insegnamento al CEPU e le nottate passate sul sito dell'IKEA a cercare di far quadrare conti e necessità.

Una illogica, ma imperiosa, scaramanzia mi aveva imposto il silenzio tre mesi fa, poi gli impegni hanno impedito ai pensieri di prendere forma scritta.
Ma adesso le cose cambiano, ed i pensieri detti ad alta voce, e la prospettiva del futuro spaventa, ora che è presente, ma alletta e le ore guadagnate diventano una risorsa su cui contare: uno spazio da dedicare ai progetti fin troppo bisfattati nelle ultime settimane, gli ultimi mesi, gli ultimi anni... e lo spazio in cui dare corpo a nuovi progetti che per ora si aggirano ai margini del pensiero cosciente.

Non si sa mai, ma ora che la scaramanzia è stata abbandonata, è più leggero il pensiero che saltella sui pascoli del futuro.

venerdì 4 giugno 2010

Una citazione

Oggi, mentre ero in pausa pranzo, sfogliavo "Il Resto del Carlino" a disposizione dei clienti del bar dove di solito mangio qualcosa in piedi... Solitamente cerco "La Gazzetta di Modena", ma oggi aveva avuto un incidente con una bibita ed era stata già cestinata.
Sfogliando mi sono soffermato su una pagina che quotidianamente contiene citazioni riprese da dichiarazioni di qualche personaggio dello spettacolo o della cultura ed ho pescato una frase che mi ha colpito tantissimo, e che ho deciso di fare mia perchè rende bene l'idea della sensazione che mi capita di provare prima di cominciare un match o, a volte, prima di cominciare a giocare di ruolo.

"Mi piace fare l'attore. Ogni volta, prima di iniziare a girare, penso che andrò in ferie nella vita di un altro"

Fabio de Luigi (da Il Resto del Carlino 04/06/2010)

lunedì 31 maggio 2010

Imprevisti e Probabilità

Oggi, mi è tornato in mente l'intramontabile Monopoli, trita e ritrita metafora della vita con i suoi lanci di dadi ed le sue caselle più o meno fauste: se sei sfortunato e finisci sulla casella sbagliata, ti cucchi il temibile cartoncino arancione degli Imprevisti, ma se i dadi ti aiutano e finisci su la casella giusta, non potrai non stupirti del testo del benevolo cartoncino delle Probabilità.
Venerdì scorso ho preso in mano i dadi e, verso la fine di questa settimana spero di aver mosso il mio segnalino... ora come ora mi auguro che il futuro sia verde... con un dischetto ocra/arancio...

martedì 25 maggio 2010

Momenti tristi, momenti felici

La STICCON XXIV (la mia quattordicesima STICCON e diciannovesima convention dello STIC in generale... decisamente comincio ad averne un po' alle spalle) è passata e mentre comincia il post-convention, con i de-briefing e le considerazioni su quello che si può fare per migliorare le attività della Sala Giochi e del Baby Club, un primissimo bilancio si può fare.

Questa convention ha avuto i suoi momenti belli ed i suoi momenti anche no.
Nell'elenco dei momenti "anche no" c'è praticamente una sola voce: la botta di gastroenterite della mia stella.
La prima volta in vita mia in cui mi sono trovato a dovermi occupare di qualcuno è stato in una situazione con la mia luce che sfiorava i 40 gradi e non potevo fare altro che aspettare che la Tachipirina ed il Plasil (iniettatole dalla guardia medica: se dovevo fare io quella inframuscolo, probabilmente, saremmo rimasti lì con me paralizzato con la siringa in mano per molto più tempo...) facessero effetto. E poi procurarle del te, un piattino di riso in bianco e del ghiaccio ed aspettare che arrivassero i suoi che contavano di (e sono riusciti a) portarla a casa il giorno dopo ed io, anche volendo, non è che potessi essere più utile di così...

Per i momenti belli... beh, il più bello in assoluto è stato un abbraccio con una persona con cui speravo di rappacificarmi da tempo: sentirle dire che voleva fare la pace mi ha messo in pace con il mondo intero, non solo con lei.
E' bella e confortante l'idea di aver ritrovato una amica che temevo di aver perso per sempre; ora, per rendere il quadro perfetto, mancherebbe solo che anche le "vittime collaterali", che a causa della tempesta che ci aveva allontanato non l'hanno mai conosciuta nella veste bella e sorridente in cui l'avevo conosciuta io, possano vederla al meglio e sentirsi dire che non meritavano di essere coinvolte nell'esplosione che ha separato noi due: la guerra, quando scoppia, coinvolge gli innocenti, sarebbe giusto che anche la pace facesse altrettanto.

Per il resto, sono felice e spero che questa STICCON, che ha avuto una delle più cosmiche delle sfighe nella mia storia da convention, sia il momento di svolta: le cose ricominciano a girare bene, speriamo non si fermino.
Io la buona volontà ce la voglio mettere tutta, e ci metterò sicuramente tutto l'ottimismo di cui sono capace: oggi è già un ottimo giorno, domani può essere anche un giorno migliore!

venerdì 7 maggio 2010

Parole, programmi e conteggi

Novità sul fronte lavorativo: martedì ho un colloquio per un posto a tempo indeterminato.
Sarà un'interessante chiacchierata, e spero il primo passo per una positiva svolta del mio futuro lavorativo che, a dieci mesi dalla scadenza del mio attuale contratto e con l'aria di riorganizzazione che tira nel mio attuale ufficio, non sembra dei più sereni.
Per adesso, parole, ma magari potrebbero anche diventare qualcosa di più... chissà!

Per il resto, il programma della Sala Giochi ha assunto una forma pressocchè definitiva... a questo punto rimangono ancora un sacco di cose da fare, ma una riga dalla lista è stata tolta. Stasera devo vedere di far partire le mail per cominciare a lavorare ai turni... Siamo a T -13 giorni ed il conto alla rovescia continua a correre!!!

E fu la luce!

Dopo un discreto numero di tribolazioni, infine la nuova scheda video ha trovato un alimentatore in grado di appagare la sua straripante fame di potenza ed il risultato è stato che, sulla Passeggiata di Deep Space 9, si sono accese luci che non credevo neppure ci fossero.

La nuova scheda è stata alimentata, configurata e testata con una sessione di gioco di quasi tre ore sul server "Holodeck", il server ufficiale di gioco da non confondere con quello di test denominato "Tribble", di Star Trek Online.
Risultato del test più che soddisfacente: aumentata la risoluzione, il dettaglio della grafica e le performance in generale... nelle nuove condizioni si soffre un pochino solo nelle aree con più oggetti e soggetti come, per l'appunto, la Passeggiata di Deep Space 9 o l'Earth Spacedock, che sono i maggiori punti di aggregazione degli utenti e tra le aree più grandi e "stipate" di cose e personaggio non giocanti. Considerando che nelle medesime condizioni prima semplicemente non si riusciva a fare niente, sono decisamente soddisfatto.

Ieri sera, per altro, ho avuto a che fare anche con un paio di altri utenti italiani del gioco. Sono curioso di capire come gioca la principale (unica?) unione di giocatori dello stivale: per ora ho sbirciato un pochino sul sito del loro forum e non ho capito granchè... dovrò chiedere e provare di prima mano, sperando di trovare qualcuno con cui fare gioco di ruolo invece che solo gioco.

mercoledì 5 maggio 2010

La potenza è nulla... se non c'è!

Oggi mi sono deciso, dopo lunga cogitazione, ed ho fatto una spesa che era da un po' che ponderavo: ho comprato una scheda video nuova per il mio PC fisso.

Era da un po' che valutavo l'idea di un acquisto del genere (anche se ancora in via teorica, senza aver cercato una scheda specifica verso cui orientarmi): ad essere sincero, l'idea di poter giocare a massima risoluzione a Star Trek Online mi tentava troppo, e quello che mi impediva di avere performance decenti era solo la scheda grafica.

Oggi l'ho comprata: una fiammante (ma vecchia di diversi mesi come modello) scheda della ASUS con chipset Nvidia GeForce 260 GTX: un salto di performance, rispetto alla mia vecchia Nvidia GeForce 8600 GT, mica da ridere, pur non arrivando a fare spese eccessive come sarebbe stato passare ad una scheda di ultima generazione.
Arrivo a casa, apro il case, faccio per collegare e cominciano i problemi: i buoni vecchi (rassicuranti e terribili allo stesso tempo) codici d'errore audio provenienti dalla scheda madre!

Faccio prove, smonto, rimonto, mi dispero e tiro qualche accidente... alla fine, indirizzato verso un problema di alimentazione della scheda da Alessandro (un mio collega, webmaster nella ditta dove lavoro, e parecchio smanettone) mi documento e, dopo aver verificato che con ogni probabilità è proprio quello il problema, l'occhio mi casca sui requisiti di sistema della scheda (riportati sulla scatola, a dirla tutta): 450 Watt di potenza, con tensione di 12 Volt in continua e 24 Ampere di corrente...
Folgorato da un terribile dubbio, torno al case aperto del PC e leggo le specifiche del mio alimentatore: 450 Watt - OK - 12 Volt continua - OK, ovviamente - 24 Ampere... NO!!! Il mio trabiccolo si ferma a 16!
Altra sequela di accidenti variamente assortiti, dopodichè, smotaggio alimentatore: domani se ne compra uno nuovo ed il mondo dovrebbe cominciare a risplendere nello splendore degli 1.6 MegaPixel.

Come diceva un vecchio spot della Pirelli: la potenza è nulla senza controllo... infatti se avessi controllato prima...

Che poi io nemmeno lo conosco

Sono un utente di Facebook.
Ho un profilo, faccio qualche giochino on line, scrivo qualche riga di microblogging ed ho un certo numero di amici... e quelli che sono tra i miei amici, bene o male, li conosco tutti.

Magari di qualcuno, col tempo, mi sono chiesto chi mi ha fatto fare di accettare la richiesta di amicizia, ma il criterio "Se non ti conosco, che vuoi da me?" l'ho sempre applicato caparbiamente.
Per questo motivo mi chiedo che cosa spinga certe persone a mandare richieste di amicizia ad individui che non conoscono per niente.

Oggi mi è arrivata la richiesta di amicizia da un ungherese che ho solo aiutato in una missione di uno dei diversi giochini che faccio... io non conosco lui e lui non conosce me.
Magari, dietro questa richiesta di amicizia dovrei cercare un bel segno della globalizzazione che abbatte le frontiere tra popoli, o forse dovrei cercare una bellissima conferma della teoria dei Sei Gradi di Separazione, ma rimane il fatto che io, a questo, l'amicizia non credo proprio che la darò.

Forse, anche in questo, mi confermerò "quello strano" ma, semplicemente, avere tra gli amici persone che non conosco non mi interessa... e con buona pace di quelli che aggiungono agli "amici" anche il gatto del prozio del dirimpettaio del bidello della scuola materna della cugina di secondo grado.

lunedì 3 maggio 2010

Il suono dell'inevitabilita'

"Lo senti quello, signor Anderson? Quello è il suono dell'inevitabilità."
Agente Smith - The Matrix (1999)

Per l'Agente Smith (Hugo Weaving) il suono dell'inevitabilità è il rumore di un treno della metropolitana che, lanciato nella sua corsa, viaggia verso lui ed il signor Anderson/Neo (Keanu Reeves) pronto a schiacciare il malcapitato umano...
Per me il suono dell'inevitabilità è quello di un foglio che viene girato attorno ad una rilegatura a spirale: è il suono di un calendario che viene voltato.

Oggi è il 3 maggio... mancano 17 giorni all'annuale giorno del giudizio...
Come al solito, sono sepolto sotto mille cose da fare prima della STICCON; questa volta è il turno di: cercare di arrivare ad una risposta definitiva da parte di Namco, fare il restyle del gioco "La Lacrima dei Profeti" di Carmelo, sistemare alcuni dettagli grafici del suo "Mutaforma in tabula", trovare un'idea adatta per un gioco di comitato, scrivere il predetto gioco di comitato, sistemare il "Gioco del Tosk", scrivere un programma per la sala, pianificare i turni, predisporre il materiale da stampare, ecc, ecc. Ed in tutto questo, rimane fuori la stesura del mio gioco nuovo che speravo di riuscire a portare in Convention quest'anno...
Incredibile come il girare pagina in un calendario possa avviare una riflessione ai limiti del deprimente.

Speriamo di riuscire a fare almeno la metà delle cose che avrei da fare, per il resto mi farò aiutare per quanto si può...

Fare tutto è praticamente impossibile, ma fare molto, come al solito, sarà un imperativo.

domenica 18 aprile 2010

Film... ma non solo

Tra ieri ed oggi ho visto tre film in televisione.
Era veramente un sacco di tempo che non guardavo in televisione altro che non fossero telegiornali, la dimostrazione tangibile che la mia vita ha, a tratti, ritmi tanto assurdi da farmi desiderare, di quando in quando, di cercare il freno a mano della mia esistenza.

Ad ogni modo, erano mesi che non guardavo un programma televisivo per intero: non un telefilm nè un film. O meglio, erano mesi che non li guardavo sul supporto che l'aggettivo nel nome presupporrebbe: cose ne ho viste, ma tipicamente su un monitor per PC...

Ieri sera, no: dopo aver visto - in camera sul monitor, manco a dirlo - il film "S. Darko" (su cui non mi esprimerò... mi ha lasciato un po' troppo perplesso... anche se devo dire che anche il precedente "Donnie Darko" mi aveva lasciato con parecchie domande nella testa, compresa la più importante: "Ma mi è piaciuto o no?"), sono passato dalla cucina nel momento in cui, su Italia 1, cominciava un classicone hollywoodiano a cui non riesco a resistere mai: "Twister".

Che cosa in un film come quello riesca sempre ad incatenarmi, rimane per me un mistero insondabile: non è un "disaster movie" nel senso stretto del termine - e, per altro, i disaster movie non sono il "mio genere" nel senso stretto del termine - eppure ha quel non so... sì, insomma: è un catastrofico per modo di dire, che strizza l'occhio con personaggi pseudo-scienziati che si avvicina quasi più alla fantascienza; ha ironia e battute surreali (adoro la scena del "Mucca... Altra mucca") e riesce ad inchiodarmi dove mi trovo in praticamente ogni occasione. Non il solo ad avere queste caratteristiche (effettivamente c'è qualche simile tipo "Armageddon" e "The Core"...), ma lui ha un dono assurdo: probabilmente è quello che, meglio di tutti i suoi fratellini, riesce a farmi restare lì dove mi trovo, anche in piedi, a guardarlo dall'inizio alla fine.

Finito di vedere quello, prima di andare a letto (almeno così credevo), ho cominciato un rapido giro di zapping.
Non l'avessi mai fatto!
Sono capitato su Rai 4 nel bel mezzo di una puntata di "Roma": telefilmone con soldi di mezzo mondo (HBO e BBC in testa con due lire anche della RAI), girato a Cinecittà assolutamente fantastico. Un colossal da un sacco di soldi con scenografie storicamente accurate, costumi fatti che sembrano veri, storie ben strutturate e personaggi con un senso... e dove i grandi eventi della storia che coinvolgono Cesare sono solo lo sfondo per le vicende personali di due disgraziati: un centurione (cittadino romano i cui genitori allevavano cavalli dalle parti di Mutina) ed un legionario (più grosso che sveglio).
Crudo, tanto che Rai 2 lo aveva censurato, a suo tempo (mentre Rai 4 sembra che non lo censuri... finalmente!) eppure ben fatto. Un vero peccato che il progetto di cinque stagioni si sia arenato alla fine della seconda.

A questo punto, il conto delle visioni televisive sarebbe solo di un film ed un telefilm... come si fa ad arrivare a tre film?
Beh, basta fare l'errore di passare dalla cucina a tardo pomeriggio della domenica (incrociando il sempreverde "Men in Black" su Italia 1) e fare zapping su Rai 4, subito dopo cena, pescando l'inizio di "School of Rock"...

Ho, per altro, notato una cosa curiosa: Italia 1, in questo mio computo particolarissimo, è stata sempre prima dell'anno 2000, mentre Rai 4 sempre dopo...
Chissà perchè il quarto canale della TV pubblica, quello che è solo sul digitale terrestre, mi sta sempre più simpatico?

Ad ogni modo, sono riuscito a fuggire dalla televisione quando stava cominciado "Il labirinto del fauno"... ne ho sentito parlare bene, ma non mi stava prendendo granchè quindi sono svicolato.

Incredibilmente televisivo come fine settimana, non c'è che dire, ma la cosa che più mi sorprende è che sia stato così nonostante abbia avuto un sacco da fare (ed abbia prodotto, tra l'altro, il restyle di tutte le carte del gioco "Mutaforma in Tabula" per l'imminente STICCON... decisamente dovrei decidermi a dormire di più...)

domenica 11 aprile 2010

Richiami e le strane domande...

Come al solito, sono reduce da due settimane da delirio, con un saldo complessio di ore passate a casa che... beh non riesco a calcolarlo, ma di sicuro non è poi così alto.
Le mie giornate assomigliano sempre ad una corsa contro il tempo, rimbalzando a velocità di curvatura tra le duecento cose che dovrei fare, senza mai trovare il tempo per farle tutte. Alla fine si è costretti a selezionare e la morosa, il lavoro e quella manciata di ore di sonno che mi concedo riescono, inspiegabilmente, a riempire tutto l'orologio.

In queste due settimane, è successo di tutto un po': mentre ero a Genova per il week-end pasquale, a casa è arrivata una raccomandata dal lavoro con un richiamo.
Il tutto stava in una paginettina di Times New Roman 10, probabilmente. Lo aspettavo, anche se in fondo in fondo speravo che alla fine non ci fosse, perchè l'ex Direttore Generale, che ora è solo un Consigliere, mi aveva già annunciato che aveva richiesto un provvedimento disciplinare nei miei confronti un mese fa.
Io l'ho letta quella paginetta, una volta arrivato a casa, l'ho letta a modo e, senza neppure fare troppa fatica o perderci il sonno più di tanto, ho buttato giù quattro pagine (in un font un po' più grande, ok, lo ammetto) di replica puntuale, precisa e un po' pungente.
La prima stesura prendeva di petto alcuni problemi: il richiamo che mi sono beccato io, in ultima analisi, è l'estrema conseguenza di un problema ben più profondo di organizzazione dovuto al fatto che la Dirigenza aumenta la quantità e la varietà di lavoro senza, preventivamente, informare gli addetti, aumentare il personale e, cosa più grave di tutte, senza formare adeguatamente quelli che mette a fare un certo lavoro. Alla prima stesura ne è seguita una leggermente più moderata, perchè ho pensato che dire ai dirigenti dell'azienda per cui lavori (a tempo determinato e con la scadenza del contratto a Marzo del 2011) che sono loro a ledere il rapporto di fiducia che "deve sussistere" tra azienda e lavoratore non è il modo migliore per farti risultare afflitto.
A dire il vero, afflitto non sono ed anzi sto, per ora senza troppa convinzione, cercando delle alternative. Il posto mi piace, e se fosse organizzato in un modo diverso ed io potessi fare meglio il mio lavoro, mi piacerebbe anche di più... stando così le cose, però, con una strana aria che tira, la voglia di mollare tutto e scappare - per quanto mi dispiacerebbe lasciare il posto ed i colleghi - è fortissima.
Vedrò come andrà a finire... spero bene, ma cerco di non farmi cogliere impreparato.
Nei prossimi giorni, poi, spero almeno di avere una replica definitiva da parte dell'azienda sul richiamo: so che è irrituale in questi casi, ma io ho chiesto, nelle mie "controdeduzioni", di avere da loro delle risposte alla mia lettera.
Chissà se si degneranno di dirmi qualcosa: da quello che mi è stato accennato dal Consigliere in questione, comunque, prima di farmi sapere qualcosa voleva parlarne con il Direttore Amministrativo, che tiravo in ballo nella mia "arringa". I due si sono visti la settimana scorsa e sono stati a colloquio per più di un'ora... non mi è neppure dato sapere se hanno parlato del mio caso, ma una cosa è certa: io il "testimone" non l'ho "preparato".
A dirla tutta, non mi importa neppure granchè quello che gli può aver detto: io ho la coscienza a posto e se qualcuno, pur sapendo come sono andate le cose, sostiene che non ho fatto quello che dovevo fare, non fa altro che confermare che la parte che è nel torto e l'azienda e non io.

Questa settimana, comunque, mi è successa la più bizzarra delle cose che potesse succedermi... io non credevo che mi sarei mai trovato in questa situazione, ma è successo.
I miei mi hanno chiesto se ho dei problemi.
Io? Se ho dei problemi!?!?!? Ed il motivo? Beh, probabilmente perchè si ricordano male una cosa.
Mia madre, che è a casa in malattia, sta facendo delle iniezioni; martedì, da quello che si ricordano, dopo la puntura giornaliera la scatola conteneva due siringhe. Il mercoledì, al momento del trattamento, nella scatola ce n'era una sola...
Visto che in casa ci sono solo loro ed io, cosa ti viene spontaneo fare? Chiedi pure a tuo figlio se usa lui una siringa!
Io!!! Io che, pur non avendo propriamente paura degli aghi, me ne tengo comunque il più possibile lontano, se posso evitarlo... Io, che l'ultima volta che ho avuto in mano una siringa è stata quattro mesi fa, quando la dovevo usare per miscelare un farmaco in polvere con il suo "solvente" per poi farci l'aerosol, e prima di allora... probabilmente non ho mai usato una siringa!!!
Una parte di me ha trovato molto premuroso il comportamento dei miei: non mi avevano mai chiesto una cosa del genere e, tendenzialmente, se si preoccupano di quello che mi succede o di come impiego il mio tempo non lo danno molto a vedere. Un'altra parte di me l'ha trovato estremamente offensivo: io, che non ho mai neppure fumato una sigaretta e bevo con una frequenza irrisoria, non solo non sarei il tipo da fare una cosa del genere, ma il fatto che me lo si chieda dimostra semplicemente che... beh... probabilmente che non hanno capito del tutto come funziona la mia testa.
Al di là di ogni altra possibile motivazione, considerando che i miei si sono sempre lamentati del fatto che spreco i miei soldi e che quindi sanno abbastanza bene quanto sono bucate le mie mani (anche se ultimamente sono incredibilmente parsimonioso, almeno per i miei standard), come possono anche solo ipotizzare che sia disposto a spendere dei soldi per adottare un comportamento che richieda l'uso di siringhe?
Ok, forse sembrerò venale, ma io non potrei mai essere capace di drogarmi: senza considerare le altre possibili ragioni, perchè dovrei spendere dei soldi per estraniarmi dalla realtà quando riesco benissimo a farlo gratis e con il solo funzionamento del mio cervello?
Eppure, quella domanda me l'hanno fatta... Io l'ho liquidata con una battuta ed una risata, rispondedogli comunque, ma mi chiedo che cosa dovrei pensarne.
Per adesso, ho deciso che mi tengo la scoperta improvvisa di genitori preoccupati e premurosi, il resto preferisco ignorarlo.

domenica 28 marzo 2010

L'ora, youtube, l'Auditel e le elezioni

E' notte fonda.
Stanotte è anche cambiata l'ora... ho visto materialmente scattare in avanti l'orologio di sistema del mio PC e del mio cellulare.
Quando cambia l'ora, di solito, mi piace stare in piedi fino a dopo il fatidico cambio: per me è un modo per annullare il "jet-lag" da cambio; non ne ho mai sofferto, ma andare a letto dopo che l'ora è cambiata ha il grandissimo vantaggio di non farti sentire la differenza, di farti semplicemente dire "Questa notte ho dormito n ore..." senza specificare da quando.

Perchè ho fatto così tardi? Cosa stavo facendo?
Non stavo andando in giro per il settore di Bolarus a respingere la minaccia Remana (riferimento a Star Trek Online, giusto per dovere di cronaca): ero su youtube a guardare i 23 (!!!) pezzi da una decina di minuti l'uno di "Rai per una notte", lo speciale di Santoro che è andato in onda - sul web, via satellite, su alcune emittenti locali in varie parti d'Italia, alla radio ed in molte piazze - questa settimana in piena protesta contro l'idea di una informazione imbavagliata dal potere e schiava.
L'ho vista tutta (ho saltato una decina di minuti "musicali" non di più) e mi sono chiesto se è normale essere tanto fortemente indignati per la condizione del mio paese ed essere, al tempo stesso, tanto fortemente entusiasta e disperato.
Sono indignato perchè in Italia una sola persona detiene un potere enorme, manipola la realtà e le regole a proprio piacimento e riesce a far tacere chi dice che un potere tanto autoritario (non autorevole!!!) è sbagliato. Sono entusiasta nel vedere che in Italia c'è una bella parte di paese che si ribella all'idea che questa situazione sia inevitabile, che vuole cambiare le cose, che aspira ad una situazione dove la serietà torni ad essere una caratteristica dei personaggi pubblici. Sono disperato perchè mi rendo conto che l'opposizione, la sinistra moderata in cui mi riconosco, non ha l'incisività che dovrebbe avere, non ha la determinazione che le servirebbe, e sono disperato perchè vedo tanta parte d'Italia che segue il nostro capo(popolo) con convinzione, quella stessa convinzione che, purtroppo, sono certo che lui abbia.
Silvio Berlusconi è una persona assetata di potere? E' un manigoldo infingardo, ladro, mentitore, arrogante ed egocentrico? Può darsi, non lo escludo.
Silvio Berlusconi è convinto di essere l'unica possibile salvezza per questo paese? Credo di sì. Credo che sia arrivato veramente a convincersi che il suo modo di vedere le cose è quello gisto. Credo che sia anche lui preda dell'illusione che ha usato per convincere tanta gente. Credo che sia anche lui vittima della sua stessa capacità comunicativa e si sia convinto che veramente, come dice e come ha fatto credere ai suoi "seguaci", chi ce l'ha con lui è vittima dell'invidia.
Dice che entro tre anni il suo governo sconfiggerà il cancro... Probabilmente una parte di lui sa che è una promessa che non può mantenere, che è una sparata propagandistica di dimensioni abnormi, che è una (chiamiamola con il suo nome) cazzata galattica. Eppure, una parte di lui, probabilmente, è convinta che se potesse fare le cose come dice lui ci si andrebbe più vicino, che se potesse fare le cose a modo suo l'obbiettivo non sarebbe raggiunto ma di molto avvicinato.
E' un invasato, per questo? Probabilmente sì, vittima della sua stessa suggestione con cui ha affascinato tanti italiani.
Un mio amico è un berlusconiano... Con lui un tempo parlavo tranquillamente di politica perchè, seppure con due visioni fortemente diverse, potevamo confrontarci e discutere serenamente. Non dico che adesso non potremmo più farlo, ma quasi due anni fa ho deciso - dicendoglielo - che con lui non avrei parlato più di politica, perchè è un mio amico e non voglio che la nostra amicizia venga minata irreparabilmente; ho deciso che ci sono argomenti che con lui non tratto più...
Mi spiace, perchè mi piaceva parlare di politica con lui, serenamente e con passione, ed a volte mi chiedo che cosa succederebbe se provassi a ritornare sull'argomento, ma ho paura di quello che potrebbe venirne.
Non è detto che la prossima volta che ci vediamo non provi a tornare sull'argomento, magari i fatti delle ultime settimane hanno colpito anche lui, ma non so...
Lui sarà rappresentante di lista in un seggio per queste elezioni... vedremo se parleremo dell'esito o meno.

Resta che gente come Santoro - di cui non mi piace molto lo stile, sinceramente prefirisco la pacatezza di Floris... - una cosa ce l'hanno, e le intercettazioni telefoniche in cui compare Berlusconi lo dimostrano apertamente (lo dice lo stesso Masi, direttore Rai, per motivare perchè non può intervenire su certa gente): non si inventano le cose. Riportano le notizie, le cose riprese da altre fonti e documentate. Magari azzardano un commento, ma per la maggior parte del tempo, le cose "fastidiose" che dicono sono semplicemente i fatti.
Certi "potenti" non tollerano la verità, perchè li mostra per quello che sono, per questo l'idea di un dato preciso, inequivocabile, incontestabile, li infastidisce: chi basa la sua forza sulla comunicazione e sulla possibilità di convincere che il nero è bianco e viceversa, posto di fronte ad una cosa incontestabile va in crisi perchè vede chiaramente - visto che non è uno stupido - che di fronte all'incontestabilità si può solo provare a convincere che le cose sono diverse, provare senza certezza sull'esito.

Una cosa incontestabile, relativamente alla serata di giovedì, è che un sacco di gente l'ha vista.
Mentre la guardavo io stasera su youtube, ogni frammento circa cinquantamila visualizzazioni al suo attivo (tranne le due parti del monologo di Luttazzi che raggiungevano e superavano le 100.000 visioni). E c'è stata un sacco di gente che ha visto il programma sui media tradizionali: anche stando solo ai dati Auditel (che sminuiscono l'evento ed il dato degli organizzatori... cosa aspettarsi da un sistema di misura obsoleto ed asservito agli scopi di chi lo controlla grazie alla consueta lottizzazione all'italiana!) ci sono stati 1.000.000 - questo vero, non come il milione di Piazza San Giovanni, il milione di eletti che hanno sentito San Silvio promettere la cura del cancro e che la questura di Roma ha, più pragmaticamente, valutato in 150.000 - di spettatori. Più i contatti in diretta web. Più gli ascoltatori alla radio. Più la gente nelle piazze.
Milioni di persone che non vogliono credere ciecamente all'informazione del sistema, che vogliono un'informazione che dice le cose come stanno, milioni di persone che credono che le cose debbano andare diversamente.

Domani ci sono le elezioni regionali... Io ho letto un po' di programmi, mi sono fatto un'idea... forse esprimerò anche una preferenza ad un candidato provinciale.
Mi sono chiesto anche che cosa potrebbe succedere a seguito del problema che si portano dietro alcuni ricorsi contro la candidatura di Vasco Errani in Emilia Romagna (come quelli contro Formigoni in Lombardia), ma non sono un giurista e il problema della ineleggibilità di uno che è stato "governatore" per due mandati consecutivi (secondo una legge del 2004) non credo di poterlo risolvere (non sono in grado di dire se, visto che la legge non sostiene esplicitamente di essere retroattiva, sia corretto o meno non contare - ai fini dei "due mandati consecutivi" - il mandato in corso al momento dell'entrata in vigore della legge) se non chedendomi se certe cose sono una bella idea.
Comunque sia andrò a votare, e martedì mattina, in ufficio, la pagina con gli aggiornamenti sulla situazione sarà sempre in background sul mio PC.

A volte penso che la nostra è una ben povera Italia... A volte ho delle botte di pessimismo, a volte di ottimismo... Spero di avere un piccolo segnale di ottimismo in più nei prossimi giorni, ma per ora non mi faccio troppe illusioni.

martedì 23 marzo 2010

Lo Ione Eu+

In questi giorni, dopo un paio di settimane di devastazione lavorativa, sono passato a fungere da strumento di ripetizione per la mia moretta: sta preparando l'esame di "Storia dello spettacolo nel mondo antico" ed io le ho dato una mano a ripetere la traduzione dal greco di circa cinquecento versi dello Ione di Euripide.

A volte mi manca una formazione classica: mi manca il fatto di non aver mai studiato latino (e sempre coltivo il proposito di colmare questa lacuna) o greco (beh, fino a recuperare questo non penso che mi spingerò), aver letto le tragedie dei classici e, perchè no, qualche commedia.

Ogni tanto, come in questi giorni, però un piccolo pezzetto della mia ignoranza umanistica viene chiuso da un mattoncino: ho scoperto che le tragedie greche, checchè se ne dica nei codici della categoria in Impro, non sempre finiscono male, anzi, spesso hanno il lieto fine e tragica è solo la vicenda; il coro è un "macro-personaggio" a tutti gli effetti, che parla o all'unisono o per mezzo di un "corifeo" ("corifero"?) che interviene come un protavoce del gruppo ed è un personaggio vero, con cui gli altri possono interagire; di azione non ce n'è praticamente mai traccia (sfida? quale sfida?) e tutto si risolve solo a suon di gran dialoghi con belle tirate e fitti botta e risposta.

E poi, si scopre che gente come Euripide la sapeva molto più lunga di noi già venticinque secoli fa; che forse la vita allora non era poi, fatte le debite proporzioni, così diversa dalla nostra; che certe critiche al potere sembrano scritte con sotto mano i nostri quotidiani...
Ci sono un paio di passaggi dello Ione, in particolare, che mi piacciono molto: parlano della giustizia, della ricchezza e del vivere bene. La traduzione su cui ho aiutato la mia moretta è molto diversa da quella che ho trovato on line (secondo gli attuali filologi, quella che sta studiando lei è probabilmente una delle migliori in assoluto... non è detto che poi non mi trascriva anche quella...), ma comunque anche in questa si capiscono abbastanza bene alcuni concetti.

Due righe per inquadrare i fatti: Creusa - figlia del re di Atene - violentata in gioventù da Apollo mette alla luce un figlio in gran segreto, lo abbandona in una grotta, ma quando torna a recuperarlo non lo trova più e lo crede morto. Anni dopo, lei va in posa a Xuto, nobile alleato di Atene, ma dalla loro unione non nascono figli. I due si recano a Delfi per avere un oracolo dal tempio di Apollo e lì, mentre Xuto si trattiene nella grotta di Trofonio per un altro oracolo prima di andare al tempio di Febo, Creusa incontra Ione. Il giovane, all'insaputa di entrambi, è suo figlio portato via da Hermes dalla grotta (per volere di Apollo) e cresciuto al tempio del dio di Delfi. Lì vive, chiedendosi chi sia sua madre, e servendo nel tempio.
Creusa, parlando con lui, gli racconta la sua storia (riferendo che si tratta della triste vicenda di una sua amica... certe cose non cambiano mai...) e gli dice di volere, oltre un responso relativo ai figli che non riesce ad avere con suo marito, notizie della sorte capitata a quel bambino abbandonato, per sapere se è morto davvero o no. Dopo il racconto e l'uscita di scena di Creusa, così commenta Ione.

IONE
Cosa nasconde questa straniera dietro i suoi discorsi oscuri, sempre offensivi verso Apollo? L'oracolo, lo vuole per amore dell'amica? Oppure tace qualcosa che dev'essere celato? Ma della figlia di Eretteo, cosa mi importa? Non siamo mica parenti! Ma ora con i vasi d'oro vado a riempire gli aspersori dell'acqua lustrale. Febo, però, debbo disapprovarlo. Ma cosa si permette? Violenta delle vergini, e le pianta in asso? E i figli, prima li mette al mondo di nascosto, poi li lascia morire? No, non devi farlo; proprio perché sei potente, hai l'obbligo di essere virtuoso. Un mortale se ha natura perversa, gli dei lo puniscono. Ma allora voi prescrivete ai mortali le leggi, e poi le trasgredite per primi: vi pare giusto?
Se un giorno, non succederà, faccio tanto per dire, se un giorno foste obbligati a render conto agli uomini delle donne che vi siete presi, tu Posidone, e tu, Zeus, signore del cielo, dovreste vuotare i templi dei tesori per risarcire i torti! Voi vi curate del vostro piacere, ma alle conseguenze non pensate: no, non è giusto. Chi merita condanna? Gli uomini che copiano le belle imprese degli dei? O gli dei che danno l'esempio?


Dopo questa bella tirata sulla responsabilità del potere, Xuto - che era nel frattempo entrato nel tempio di Apollo - ne esce con il vaticinio che la prima persona che incontrerà sarà suo figlio (gli viene spacciato come il figlio avuto, a sua insaputa, da una donna con cui si era unito prima di sposare Creusa). Manco a dirlo, incontra Ione!
Felicissimo, lo riconosce come suo figlio e lo vuole portare con sè ad Atene, dove sarà principe e la gioia della casa di Xuto e Creusa. Ione dapprima è perplesso, poi si preoccupa di quello che potrebbe succedere, ed ecco con che parole.

IONE
Le cose non sembrano le stesse a vederle da lontano oppure da vicino. Ringrazio il cielo che mi ha dato, in te, un genitore: ma tu ascoltale, padre, le cose che mi vengono alla mente. I famosi Ateniesi, si dice, sono originari del luogo, sono un popolo che si è conservato puro. Ai loro occhi avrò due torti, io: figlio di uno straniero e bastardo. Con questa taccia, vivendo da poveruomo, conterò come uno zero, e sarà finita lì; cercando di emergere, invece, e di salire in alto, mi procurerò l'odio dei falliti. I potenti danno fastidio. La gente brava e capace, che si chiude nel silenzio per saggezza, e se ne sta in disparte, mi troverebbe ridicolo e folle, se non me ne stessi quieto in una città terrificante. Se poi mirassi a cariche, retori e politicanti si sbarazzerebbero di me con l'arma del voto. Così va il mondo, padre. Chi tiene il governo e il potere non ha pietà per i rivali. Ancora. Io, un estraneo, entro in casa d'altri, la casa di una donna senza figli; e lei che prima era unita a te nel dolore, ora si troverà sola, a sopportarlo, e soffrirà di più. Come potrebbe non odiarmi, vedendomi al tuo fianco? Lei è sterile, non guarderà certo di buon occhio un figlio tuo. E tu dovrai sacrificare me per amore di tua moglie, o la tua casa per riguardo a me. Tu sai quanti delitti, col pugnale, con veleni mortali, furono escogitati da mogli! Ma lo stesso, padre, provo pietà per la tua sposa, che invecchia senza figli e non se lo meritava, lei, che nasce da illustri antenati. Il potere, poi, il potere affascina, se lo guardi da fuori, ma se lo guardi da dentro? E che gioia, che gusto c'è a passar la vita tra timori e sospetti? Vivere felice, da popolano, è meglio che essere un despota, che si compiace di amici abietti, odia gli onesti, e trema per paura di attentati. Tu mi dirai che l'oro fa passare sopra a questo e altro, e che averne è bello: ma a me non piace starmene con l'orecchio teso stringendo al petto il mio tesoro, e penare: meglio campare modestamente, lontano dagli affanni. Pensa invece ai vantaggi che avevo qui: tempo libero, molto, che è bellissima cosa, e poca gente intorno, nessun furfante che mi spintonasse. No, non c'è di peggio che dover cedere alla gentaglia. Pregare gli dei, conversare con gli uomini, i miei servizi accolti con soddisfazione, mai con lamentele: e partenze, arrivi, sempre gente nuova, per la quale anch'io costituivo una simpatica novità. Infine, la mia indole e gli usi del luogo mi rendevano giusto verso il dio, e questa è la cosa più auspicabile per l'uomo, anche se non ne ha merito. Tirando le somme, padre, è meglio per me restar qui che venire ad Atene. Lascia che io viva a Delfi: e non è lo stesso rallegrarsi del molto e accettare il poco con gioia?


Ma Xuto insiste, pur comprendendo la bella tirata sulle cose buone della vita semplice di Ione, e quando Creusa apprende dalla cosa dalle sue ancelle (il Coro) ed un vecchio precettore, decide di attentare alla vita di Ione.
Alla fine, la sacerdotessa di Apollo interverrà impedendo a Ione di uccidere Creusa e rivelando che ha conservato gli oggetti che Ione aveva con sè quando è stato trovato. Creusa, riconoscendoli, si riunirà al figlio perduto, Ione ritroverà la madre (ed avrà trovato un padre ben contento di averlo come suo figlio - anche se a tutti gli effetti, Xuto è quello che viene fregato un po' da Apollo e dai due) ed Atena, mandata da Apollo - che non si fa vivo: c'è troppo il rischio che Creusa e Ione gli facciano una capa tanto a suon di rimproveri... - benedice il tutto profetizzando la discendenza di Ione.

Lieto fine! Applausi! Sipario!

lunedì 8 marzo 2010

8 Marzo

Buona "Festa della Donna" a tutte!

Oggi è una giornata come tante, ma un po' meno come le altre delle altre.
Oggi si celebrano le donne. Si celebrano le loro lotte, le loro sofferenze e le loro conquiste. Quelle già ottenute e quelle che ancora mancano all'appello.

Oggi è una giornata che dovrebbe essere speciale.

In realtà speciale non lo è: oggi le donne lavorano come gli altri giorni, e tanti uomini non regalano neppure un fiore di Mimosa perchè è una cosa "così commerciale" e consumistica.
Sarà anche così, ma a quanto pare l'introduzione della Mimosa come simbolo, tutto italiano, della Festa della Donna si deve a tre donne, tre partigiane e politiche nel 1946: Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei.

La Festa della Donna magari non serve a niente, ma a me piace ricordarla e fare un augurio, che a me costa poco e fa sempre piacere.
Quindi, oggi celebro le donne, che di parlare dei casini che fanno gli uomini oggi proprio non ne ho voglia.

venerdì 5 marzo 2010

Cappelli al mercurio ed etruschi senza etruscologi

Oggi sono inciampato in due cose bizzarre: una curiosità ed una notizia abbastanza deprimente.

"The Naming of Cats"

The Naming of Cats is a difficult matter,
it isn't just one of your holiday games;
you may think at first I'm as mad as a hatter
when I tell you, a cat must have THREE DIFFERENT NAMES.
First of all, there's the name that the family use daily,
such as Peter, Augustus, Alonzo or James,
such as Victor or Jonathan, George or Bill Bailey--
all of them sensible everyday names.
There are fancier names if you think they sound sweeter,
some for the gentlemen, some for the dames:
such as Plato, Admetus, Electra, Demeter--
but all of them sensible everyday names.
But I tell you, a cat needs a name that's particular,
a name that's peculiar, and more dignified,
else how can he keep up his tail perpendicular,
or spread out his whiskers, or cherish his pride?
Of names of this kind, I can give you a quorum,
such as Munkustrap, Quaxo, or Coricopat,
such as Bombalurina, or else Jellylorum-
names that never belong to more than one cat.
But above and beyond there's still one name left over,
and that is the name that you never will guess;
the name that no human research can discover--
but THE CAT HIMSELF KNOWS, and will never confess.
When you notice a cat in profound meditation,
the reason, I tell you, is always the same:
his mind is engaged in a rapt contemplation
of the thought, of the thought, of the thought of his name:
his ineffable effable
effanineffable
deep and inscrutable singular Name.

Thomas Stearns Eliot - Old Possum's Book of Practical Cats (1939)


Sono sempre stato un discreto appassionato di musical ma, da un annetto a questa parte, "Cats" è entrato pesantemente nella mia quotidianità e, con lui, la raccolta di poesie da cui ne sono tratti i testi: "Old Possum's Book of Practical Cats".
Nella divertentissima "The Naming of Cats", c'è un'espressione che, con "Alice in Wonderland" nelle sale cinematografiche (tra l'altro, lo andrò a vedere sicuramente), ritorna in mente spesso: "as mad as a hatter" - "matto come un cappellaio".
L'origine di questa espressione, a quanto pare, non è ben chiara, ma una bella ipotesi che alcuni fanno è che essa derivi dalle tristi consueguenze della consuetudine (in voga fino al diciannovesimo secolo) di utilizzare composti a base di mercurio nella lavorazione del feltro per produrre cappelli: i residui del metallo che, attraverso la pelle, venivano assorbiti dall'organismo dei cappellai avevano/hanno l'effetto di produrre disturbi neurologici che avrebbero dato origine al modo di dire.
Questo per quanto riguarda la curiosità.

La notizia deprimente, invece, l'ho letta sul giornale durante la pausa pranzo: a quanto pare, l'Università di Firenze non ha finanziamenti bastanti per coprire, a partire dalla fine del prossimo anno accademico, la cattedra di Etruscologia.
L'attuale docente, che alla rispettabile età di 70 anni sta per andare in pensione e che è contrario al periodo di ulteriore prolungamento di due anni che potrebbe richiedere - tanto che non l'ha richiesto -, in questo momento è relatore di 26 tesi di laurea (credo da primi e secondi livelli...), ma la notizia del suo prossimo pensionamento, nonostante la Facoltà di Lettere si stia operando per cercare di riuscire a coprire il posto che verrebbe ad essere desolantemente scoperto, getta nello sconforto gli aspiranti etruscologi dell'ateneo toscano che - non c'è certo da chiedersi come mai -, stando all'autore dell'articolo, potrebbero migrare verso differenti lidi (Pisa, Siena e Bologna... giusto per fare i nomi di tre università dove l'etrusologia si studia e se ne può fare un proprio indirizzo di studio...).

Certo, da studente di fisica non pensavo - fino a quando non ho cominciato a vedere l'altro lato della barricata grazie alla mia Moretta - che anche gli umanisti avessero problemi di finanziamenti alla ricerca ed all'insegamento, convinto com'ero che, vista la malaugurata propensione italica a considerare cultura di serie A quella umanistica e di serie B quella scientifica, per loro fosse un po' più facile, ma avendo modo di sapere che loro stanno messi pure peggio degli scienziati ci si rattrista non poco...

L'Università di Firenze senza docente di Etruscologia... pare solo a me o è l'ennesimo chiodo sulla cassa da morto dell'università italiana?

mercoledì 3 marzo 2010

I dilettanti allo sbaraglio contro la casalinga di Voghera

In questi giorni di immediato post-presentazione delle liste alle elezioni regionali, i politicanti improvvisati e funzionari di partito senza nessuna idea delle cose del mondo sono protagonisti, ma accanto a loro si siede un dizionario della lingua latina.

I fatti: la "Lista per la Lombardia" del governatore uscente Formigoni è stata esclusa dalla competizione politica nella sua regione per irregolarità sulle firme raccolte e presentate; la lista del PdL è stata esclusa dalla partecipazione alle regionali a Roma e provincia perché (se non ho capito male) la documentazione relativa è stata presentata in ritardo.
In funzione di questo, sta scoppiando il finimondo nella politica: La Russa tuona dicendo che (riporto testualmente dal sito di Repubblica)

"... Non vorrei fare la parte dell'eversivo ma lo dico chiaro e tondo: noi attendiamo fiduciosi i verdetti sulle nostre liste, ma non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto. ..."

mentre Bondi, ai microfoni del TG1, ieri sera diceva, grosso modo, che l'assenza del partito di maggioranza relativa in una competizione elettorale del genere rappresenta un grave vulnus all'equilibrio politico del paese.

Mmm... vorrei chiedermi se l'emblematica (ed ormai dimenticata) "Casalinga di Voghera" ha la più pallida idea di che diamine significhi "vulnus".
Questa parola (che nel gergo giuridico significa "ferita, offesa; violazione di un diritto") è diventata di gran moda dopo che Minzolini, il direttore del TG1, l'ha usata in un suo (non poco irrituale) editoriale nell'edizione di prima serata della sua testata agli inizio di novembre dell'anno passato.
Nessuno, prima di allora, si sarebbe mai sognato di utilizzarla in un'intervista alla più seguita testata telegiornalistica italiana.

A ben pensarci, considerando la casalinga di Voghera e la sua (certamente assidua!!!) frequentazione del gergo giuridico, non riesco proprio a spiegarmi come mai, prima del passato anno, quella parola non fosse stata usata molto più di frequente...

Mah... io mi concentro sulla forma, ma la sostanza è esplosiva: i dilettanti allo sbaraglio della politica italiana colpiscono ancora... e poi provano a mettere le pezze alle loro idiozie con ricorsi e ricorsini, appellandosi ai giudici (che se non gli daranno ragione saranno sicuramente schierati con la parte avversa, non ligi custodi delle regole...) e tribunali amministrativi.
Sinceramente, mi auguro che l'idiozia venga, per una volta, punita... non sono molto ottimista, ma una speranza bisogna pur averla nella vita, no?

martedì 2 marzo 2010

Tre "personagge" in cerca di rivelazioni

Ieri sera, sessione di gioco di ruolo del gruppo bolognese di "Northern Harbor", una campagna ALEA:CUM (più o meno) che va avanti, partita con quattro giocatori, con tre giocatrici.

E' qualche mese che le mie eroine indagano, nella città di Northern Harbor (Massachusetts), sul conto di un detective corrotto della omicidi del distretto di Arlow... una persona che, la scorsa sessione, è stata ritrovata morta (a causa di un malore?) nella sua auto, parcheggiata sotto casa di una delle tre.
Ieri sera, dopo un surreale "pranzo delle rivelazioni" con il giovane mercante d'arte Ioannis "Jannis" Sotiris, le tre giovani sono andate a fare campeggio, accompagnate da tre dipendenti di Sotiris (i gemelli Roros) con la prospettiva di sapere ancora di più di quello in cui erano finite invischiate.

E' stato divertente, passata la mezzanotte, vedere le tre giocatrici tese di fronte alla situazione che si stava generando in quel piccolo accampamento in un bosco di collina.
Quando poi si è arrivati al sodo, ancora più divertente è stato vederle di fronte ad una rivelazione che, per settimane, avevano considerato certa ma che, visto che non arrivava, avevano classificato come una loro fisima.

Mi piace spiazzare i miei giocatori e vederli di fronte ad una situazione che non si aspettavano (come un divertito mercante d'arte greco che si appoggia sulla lingua un anello d'argento e la lingua sembra cominciare a sfrigolare) e mi spiace sempre un po' chiudere una sessione lasciando la suspance da cliffhanger, ma alla fine va bene anche così: almeno la settimana prossima, quando si arriverà al dunque, vedrò se quello che gli deve essere detto è tra le ipotesi che faranno in questi giorni.

giovedì 25 febbraio 2010

Perchè Sanremo è Sanremo... sempre e comunque

Per l'ennesima conferma della teoria degli "eventi a grappoli", cominciato con una canzone di Sanremo è partita l'infilata e, nel giro di poche ore, ne ho sentito un altro paio.
Pensandoci a mente fredda, il fatto di essere andato avanti e indietro da Bologna con l'autoradio accesa ha aumentato le probabilità di inciampare su uno di quei brani tantissimo... Se a questo, poi, si aggiunge il fatto che mi è partita la curiosità ed un paio li ho anche cercati attivamente su youtube...
Comunque sia, da una prima serie di ascolti, ecco qualche considerazione in ordine sparso che mi sento di fare.

"Italia amore mio"

(Pupo) Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro,
nel sentimento che ci unisce, intorno alla nostra famiglia.
Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende,
e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente.
(E. Filiberto) Io credo nella mia cultura e nella mia religione,
per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione.
Io sento battere più forte, il cuore di un'Italia sola,
che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.

(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia,
chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia.
(Pupo) Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente,
ma chi si può paragonare, a chi ha sofferto veramente.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio

(Pupo) Io credo ancora nel rispetto, nell'onestà di un ideale,
nel sogno chiuso in un cassetto e in un paese più normale.

(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.


Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici - Super Sanremo 2010 (2010)



E questi sono arrivati secondi... cos'è che ho pensato della pluto/democrazia del televoto?
Ok, non riesco a capire come hanno fatto, ma l'ipotesi avanzata da Luciana Littizzetto, domenica sera, del "Principe" che manda gli SMS da dietro le quinte, dopo aver sentito la canzone, acquista improvvisamente un sacco di punti.
Che poi, a leggere bene bene il testo, mi viene da pensare che di testi peggiori ne sono esistiti e ne esisteranno ancora... è che l'interpretazione... l'accostamento tra interpreti e testo...
E sono arrivati secondi... Mah!


"La verità"

Mamma papà ora vi vorrei parlare, solamente dell’amore
l'amore che mi avete dato, per tutta la vita
e dirvi che continuerò a ispirarvi
perché il vostro cuore è immenso
perché il vostro cuore vola
vola sopra le parole
sopra tutte le persone
sopra quella convinzione di avere la verità, la verità.

Padre, ora tienimi la mano
tienila vicino al cuore e potrai sentire che ti amo
e mentre il mondo fa rumore
mentre il mondo può vedere il sole
non voglio più dormire in fondo al mare
chiedo solamente di volare
volare sopra le parole
sopra tutte le persone
sopra quella convinzione di avere la verità

Ora posso amare, ora
ora posso correre e giocare
ora volo sopra le parole
sopra tutte le persone
sopra quella convinzione di avere la verità

Mamma, che ne sanno del dolore
di quello che si può provare
per una disperata decisione
e di quando avevi tu vent'anni
fatti di progetti e sogni in cui desideravi un figlio
che cambiava la tua vita
e che stringevi forte al cuore
e poi vedevi camminare
e lentamente costruire la sua vita con dignità

Ora posso amare, ora
ora posso correre e giocare
ora volo sopra le parole
sopra tutte le persone
sopra quella convinzione di avere la verità

Mamma, papà, un giorno ci rincontreremo
e ci stringeremo forte e faremo tante cose
quando sentirete un brivido che corre sulla vostra pelle
è lì che io sarò presente
la vostra bambina per sempre

Ora posso amare, ora
ora posso correre e giocare
ora volo sopra le parole
sopra tutte le persone
sopra quella convinzione di avere la verità

Ora posso amare, ora, ora.


Povia - Super Sanremo 2010 (2010)



Povia... dunque vediamo: questo qui lo hanno messo in croce per questa canzone...
Qualcuno mi opera la cortesia di spiegarmi perchè?!?!? Ovviamente è una domanda retorica!!!
Ok, potrà non essere sanremese, potrà non essere "cuore-amore", ma ha un testo delicato, gentile. Provocatorio, certo: quel "sopra quella convinzione di avere la verità" ha naturalmente il magico potere di far incazzare come delle pantere chi la verità pensa di averla in esclusiva (e magari deliberamente ignora i risultati delle analisi mediche e scientifiche sul caso specifico che ha ispirato l'autore), ma che questa canzone dovesse per forza subire tutto il putiferio che ci hanno fatto attorno...


"La Cometa di Halley"

Tu vuoi vivere così
per inerzia e per comodità
per qualcosa che non riesco più a capire
e poi ami con tranquillità
come un Dio lontano
che non ha nè problemi
nè miracoli da fare
non capisci che ci ucciderà
questo nostro esistere a metà
che la casa ha i rubinetti da cambiare
eppure un tempo ridevi
e mostrandomi il cielo
mi disegnavi illusioni e possibilità
e la Cometa di Halley ferì il velo nero
che immaginiamo nasconda la felicità
tu vuoi vivere così
coi vantaggi della civiltà
e pontifichi su ciò che ci fa male
non la vedi la stupidità di una relazione
che non ha francamente neanche un asso da giocare

Non ci credi che ci ucciderà
questo nostro vivere a metà
che la stanza ha le pareti da rifare
eppure un tempo ridevi
e mostrandomi il cielo
mi disegnavi illusioni e possibilità
e la Cometa di Halley ferì il velo nero
che immaginiamo nasconda la felicità
lasciami da sola
fallo solo per un po'
lascia stare
non pensarci più
lasciami la radio accesa
lasciami cantare
e qualche cosa da mangiare
servirà
ed una notte piangesti
guardando nel cielo
mi disegnasti illusioni e possibilità
e la Cometa di Halley ferì il velo nero
che immaginiamo nasconda la felicità
eppure un tempo ridevi
e mostrandomi il cielo
mi disegnavi illusioni e possibilità
e la Cometa di Halley squarciò il velo nero
che immaginiamo nasconda la felicità
eppure un tempo ridevi
e mostrandomi il cielo
mi disegnavi illusioni e possibilità
e la Cometa di Halley squarciò il velo nero
che immaginiamo nasconda la felicità
io ti dico addio
tu mi dici ciao
io ti dico addio
tu mi dici ciao
io ti dico addio
tu mi dici ciao.


Irene Grandi - Super Sanremo 2010 (2010)



Irene Grandi... Su quest'artista non sono mai granchè imparziale... forse dovrei limitarmi a non esprimermi più di tanto, ma a me questa canzone piace.
Gli amori di Sanremo, alla fine, non devono mica per forza essere sempre tutti con il lieto fine: perchè non si dovrebbe poter parlare di una storia che diventa stanca e che perde la poesia dell'inizio? Mi piace l'idea di una canzone che mi ricordi che è sempre importante disegnare illusioni e possibilità nel cielo quando sei con la tua persona speciale...
E poi, si ascolta bene e quel "velo nero che immaginiamo nasconda la felicità" mi piace moltissimo come immagine.
Quello di Irene è un disco che sicuramente cercherò di sentire quando uscirà...


"Ma l'amore no"

Può scoppiare in un attimo il sole
tutto quanto potrebbe finire
ma l'amore, ma l'amore no

Marzo del 2087
muvole pesanti dentro un cielo assente
il mio pronipote è sulla luna
emigrato per cercar la sua fortuna
sulla Terra resta solo chi non ce la fa
ascoltando tante finte verità

Può scoppiare in un attimo il sole
tutto quanto potrebbe finire
ma l'amore, ma l'amore no
Anche i prati rinunciano ai fiori
perché i fiori hanno perso i colori
ma l'amore, ma l'amore no

Resta la speranza di cambiare
come la paura di dover restare
mio marito è sempre qui vicino
dice che ritornerà di nuovo il cielo
poi la notte prega per paura che anche Dio
scappi e lasci tutto quanto nell'oblio

Può scoppiare in un attimo il sole
tutto quanto potrebbe finire
ma l'amore, ma l'amore no
Anche i prati rinunciano ai fiori
perché i fiori hanno perso i colori
ma l'amore, ma l'amore no

E a volte basta che sei qui vicino
a volte basta che ci sei
perché a me basta che sei qui vicino
perché a me basta che ci sei
Il dolore può farci cadere
la speranza potrebbe sparire
ma l'amore, ma l'amore può
far a sorridere ancora
imboccare una strada sicura
sì l'amore, sì l'amore può

Può scoppiare in un attimo il sole
tutto quanto potrebbe finire
ma l'amore, ma l'amore no
Anche i prati rinunciano ai fiori
perché i fiori hanno perso i colori
ma l'amore, ma l'amore no
ma l'amore, ma l'amore...


Arisa - Super Sanremo 2010 (2010)



Divertentissima!
D'accordo, è una canzonetta, ma è una canzonetta di quelle d'altri tempi (a partire dalla musicalità) ed è un divertentissimo esercizio del puro stile "Sanremo": cuore-amore e tanta leggerezza.
Ha un buon ritmo, una melodia graziosissima ed orecchiabile... il potenziale per farne un gradevolissimo tormentone.
Non dico che Arisa sia un genio, ma sa fare canzoni che fanno presa, e mi auguro che questa riesca a farcela!


"Meno male"

La gente non ha voglia di pensare cose - cose negative
la gente vuol godersi in pace le vacanze estive
ci siamo rotti il pacco di sentire che tutto va male
della valanga di brutte notizie al telegiornale
C'è - L'Italia paese di Santi
pochi idraulici e troppe badanti
C'è - l'Italia paese della Liberté
Egalité e del Gioca Giuè!
C'è - l'Italia s'è desta ma
dipende dai punti di vista
C'è - la crisi mondiale che avanza
e i terremotati ancora in vacanza

Meno male che c'è Carla Bruni
Siamo fatti così - Sarkonò Sarkosì
Che bella Carla Bruni
se si parla di te il problema non c'è
io rido... io rido...
ambarabàciccicoccò soldi e coca sul comò

C'è - l'Italia dei video ricatti
c'è - la nonna coi seni rifatti
e vissero tutti felici e contenti
ma disinformati sui fatti
Osama è ancora latitante
l'ho visto ieri al ristorante!
Lo so che voi non mi credete
se sbaglio mi corigerete

Meno male che c'è Carla Bruni
Siamo fatti così - Sarkonò Sarkosì
Che bella Carla Bruni
se si parla di te il problema non c'è
io rido... io rido...

La verità è come il vetro
che è trasparente se non è appannato
per nascondere quello che c'è dietro
basta aprire bocca e dargli fiato!
Carla Bruni... Carla Bruni...

Meno male che c'è Carla Bruni
Siamo fatti così - Sarkonò Sarkosì
Che bella Carla Bruni
se si parla di te il problema non c'è

Io me la prendo con qualcuno
tu te la prendi con qualcuno
lui se la prende con qualcuno
e sbatte la testa contro il muro
Io me la prendo con qualcuno
tu te la prendi con qualcuno
lui se la prende con qualcuno
noi ce la prendiamo...


Simone Cristicchi - Super Sanremo 2010 (2010)



Cristicchi è un altro che sa come azzeccare un brano orecchiabile, uno di quelli che potresti aspettarti di sentire in piena estate sparati da metà delle radio in circolazione e questa canzone, che di sanremese non ha assolutamente niente, è un bellissimo esempio.
Dice (generico, impersonale) che la première dame Carlà, che a Sanremo doveva esserci da cantante/ospite assieme a Gino Paoli, ha dato buca all'ultimo a causa del ritornello di questa canzone.
Nel mio mondo ideale di persone intelligenti, questa cosa non è vera e la signora dell'Eliseo, che ha perfettamente capito che era solo un esempio nato da come la sua vita "mediatica" ha il potere di nascondere qualsiasi altra cosa, non si è presentanta per impegni di stato.
Il testo è molto sveglio, e mi piace molto il modo in cui porta quei suoi poderosi affondi contro l'inutilità dell'informazione "Made in Italy" e dell'atteggiamento (spontaneo o indotto, questo non l'ho ancora del tutto capito) di tanta parte della gente che quell'informazione fruisce... Bellissima poi la strofa, che urla "politica italiana", che spiega come è facile nascondere la verità...
Nel testo ci sono quattro mani: quelle di Cristicchi e quelle di un certo Frankie HI-NRG... e si vede tutto!
Spero tanto che questa canzone vada bene e che la gente non si limiti a canticchiarla ma rifletta anche un po' sul testo.