venerdì 5 marzo 2010

Cappelli al mercurio ed etruschi senza etruscologi

Oggi sono inciampato in due cose bizzarre: una curiosità ed una notizia abbastanza deprimente.

"The Naming of Cats"

The Naming of Cats is a difficult matter,
it isn't just one of your holiday games;
you may think at first I'm as mad as a hatter
when I tell you, a cat must have THREE DIFFERENT NAMES.
First of all, there's the name that the family use daily,
such as Peter, Augustus, Alonzo or James,
such as Victor or Jonathan, George or Bill Bailey--
all of them sensible everyday names.
There are fancier names if you think they sound sweeter,
some for the gentlemen, some for the dames:
such as Plato, Admetus, Electra, Demeter--
but all of them sensible everyday names.
But I tell you, a cat needs a name that's particular,
a name that's peculiar, and more dignified,
else how can he keep up his tail perpendicular,
or spread out his whiskers, or cherish his pride?
Of names of this kind, I can give you a quorum,
such as Munkustrap, Quaxo, or Coricopat,
such as Bombalurina, or else Jellylorum-
names that never belong to more than one cat.
But above and beyond there's still one name left over,
and that is the name that you never will guess;
the name that no human research can discover--
but THE CAT HIMSELF KNOWS, and will never confess.
When you notice a cat in profound meditation,
the reason, I tell you, is always the same:
his mind is engaged in a rapt contemplation
of the thought, of the thought, of the thought of his name:
his ineffable effable
effanineffable
deep and inscrutable singular Name.

Thomas Stearns Eliot - Old Possum's Book of Practical Cats (1939)


Sono sempre stato un discreto appassionato di musical ma, da un annetto a questa parte, "Cats" è entrato pesantemente nella mia quotidianità e, con lui, la raccolta di poesie da cui ne sono tratti i testi: "Old Possum's Book of Practical Cats".
Nella divertentissima "The Naming of Cats", c'è un'espressione che, con "Alice in Wonderland" nelle sale cinematografiche (tra l'altro, lo andrò a vedere sicuramente), ritorna in mente spesso: "as mad as a hatter" - "matto come un cappellaio".
L'origine di questa espressione, a quanto pare, non è ben chiara, ma una bella ipotesi che alcuni fanno è che essa derivi dalle tristi consueguenze della consuetudine (in voga fino al diciannovesimo secolo) di utilizzare composti a base di mercurio nella lavorazione del feltro per produrre cappelli: i residui del metallo che, attraverso la pelle, venivano assorbiti dall'organismo dei cappellai avevano/hanno l'effetto di produrre disturbi neurologici che avrebbero dato origine al modo di dire.
Questo per quanto riguarda la curiosità.

La notizia deprimente, invece, l'ho letta sul giornale durante la pausa pranzo: a quanto pare, l'Università di Firenze non ha finanziamenti bastanti per coprire, a partire dalla fine del prossimo anno accademico, la cattedra di Etruscologia.
L'attuale docente, che alla rispettabile età di 70 anni sta per andare in pensione e che è contrario al periodo di ulteriore prolungamento di due anni che potrebbe richiedere - tanto che non l'ha richiesto -, in questo momento è relatore di 26 tesi di laurea (credo da primi e secondi livelli...), ma la notizia del suo prossimo pensionamento, nonostante la Facoltà di Lettere si stia operando per cercare di riuscire a coprire il posto che verrebbe ad essere desolantemente scoperto, getta nello sconforto gli aspiranti etruscologi dell'ateneo toscano che - non c'è certo da chiedersi come mai -, stando all'autore dell'articolo, potrebbero migrare verso differenti lidi (Pisa, Siena e Bologna... giusto per fare i nomi di tre università dove l'etrusologia si studia e se ne può fare un proprio indirizzo di studio...).

Certo, da studente di fisica non pensavo - fino a quando non ho cominciato a vedere l'altro lato della barricata grazie alla mia Moretta - che anche gli umanisti avessero problemi di finanziamenti alla ricerca ed all'insegamento, convinto com'ero che, vista la malaugurata propensione italica a considerare cultura di serie A quella umanistica e di serie B quella scientifica, per loro fosse un po' più facile, ma avendo modo di sapere che loro stanno messi pure peggio degli scienziati ci si rattrista non poco...

L'Università di Firenze senza docente di Etruscologia... pare solo a me o è l'ennesimo chiodo sulla cassa da morto dell'università italiana?

1 commento:

la Volpe ha detto...

Purtroppo non pare solo a te :(