domenica 28 marzo 2010

L'ora, youtube, l'Auditel e le elezioni

E' notte fonda.
Stanotte è anche cambiata l'ora... ho visto materialmente scattare in avanti l'orologio di sistema del mio PC e del mio cellulare.
Quando cambia l'ora, di solito, mi piace stare in piedi fino a dopo il fatidico cambio: per me è un modo per annullare il "jet-lag" da cambio; non ne ho mai sofferto, ma andare a letto dopo che l'ora è cambiata ha il grandissimo vantaggio di non farti sentire la differenza, di farti semplicemente dire "Questa notte ho dormito n ore..." senza specificare da quando.

Perchè ho fatto così tardi? Cosa stavo facendo?
Non stavo andando in giro per il settore di Bolarus a respingere la minaccia Remana (riferimento a Star Trek Online, giusto per dovere di cronaca): ero su youtube a guardare i 23 (!!!) pezzi da una decina di minuti l'uno di "Rai per una notte", lo speciale di Santoro che è andato in onda - sul web, via satellite, su alcune emittenti locali in varie parti d'Italia, alla radio ed in molte piazze - questa settimana in piena protesta contro l'idea di una informazione imbavagliata dal potere e schiava.
L'ho vista tutta (ho saltato una decina di minuti "musicali" non di più) e mi sono chiesto se è normale essere tanto fortemente indignati per la condizione del mio paese ed essere, al tempo stesso, tanto fortemente entusiasta e disperato.
Sono indignato perchè in Italia una sola persona detiene un potere enorme, manipola la realtà e le regole a proprio piacimento e riesce a far tacere chi dice che un potere tanto autoritario (non autorevole!!!) è sbagliato. Sono entusiasta nel vedere che in Italia c'è una bella parte di paese che si ribella all'idea che questa situazione sia inevitabile, che vuole cambiare le cose, che aspira ad una situazione dove la serietà torni ad essere una caratteristica dei personaggi pubblici. Sono disperato perchè mi rendo conto che l'opposizione, la sinistra moderata in cui mi riconosco, non ha l'incisività che dovrebbe avere, non ha la determinazione che le servirebbe, e sono disperato perchè vedo tanta parte d'Italia che segue il nostro capo(popolo) con convinzione, quella stessa convinzione che, purtroppo, sono certo che lui abbia.
Silvio Berlusconi è una persona assetata di potere? E' un manigoldo infingardo, ladro, mentitore, arrogante ed egocentrico? Può darsi, non lo escludo.
Silvio Berlusconi è convinto di essere l'unica possibile salvezza per questo paese? Credo di sì. Credo che sia arrivato veramente a convincersi che il suo modo di vedere le cose è quello gisto. Credo che sia anche lui preda dell'illusione che ha usato per convincere tanta gente. Credo che sia anche lui vittima della sua stessa capacità comunicativa e si sia convinto che veramente, come dice e come ha fatto credere ai suoi "seguaci", chi ce l'ha con lui è vittima dell'invidia.
Dice che entro tre anni il suo governo sconfiggerà il cancro... Probabilmente una parte di lui sa che è una promessa che non può mantenere, che è una sparata propagandistica di dimensioni abnormi, che è una (chiamiamola con il suo nome) cazzata galattica. Eppure, una parte di lui, probabilmente, è convinta che se potesse fare le cose come dice lui ci si andrebbe più vicino, che se potesse fare le cose a modo suo l'obbiettivo non sarebbe raggiunto ma di molto avvicinato.
E' un invasato, per questo? Probabilmente sì, vittima della sua stessa suggestione con cui ha affascinato tanti italiani.
Un mio amico è un berlusconiano... Con lui un tempo parlavo tranquillamente di politica perchè, seppure con due visioni fortemente diverse, potevamo confrontarci e discutere serenamente. Non dico che adesso non potremmo più farlo, ma quasi due anni fa ho deciso - dicendoglielo - che con lui non avrei parlato più di politica, perchè è un mio amico e non voglio che la nostra amicizia venga minata irreparabilmente; ho deciso che ci sono argomenti che con lui non tratto più...
Mi spiace, perchè mi piaceva parlare di politica con lui, serenamente e con passione, ed a volte mi chiedo che cosa succederebbe se provassi a ritornare sull'argomento, ma ho paura di quello che potrebbe venirne.
Non è detto che la prossima volta che ci vediamo non provi a tornare sull'argomento, magari i fatti delle ultime settimane hanno colpito anche lui, ma non so...
Lui sarà rappresentante di lista in un seggio per queste elezioni... vedremo se parleremo dell'esito o meno.

Resta che gente come Santoro - di cui non mi piace molto lo stile, sinceramente prefirisco la pacatezza di Floris... - una cosa ce l'hanno, e le intercettazioni telefoniche in cui compare Berlusconi lo dimostrano apertamente (lo dice lo stesso Masi, direttore Rai, per motivare perchè non può intervenire su certa gente): non si inventano le cose. Riportano le notizie, le cose riprese da altre fonti e documentate. Magari azzardano un commento, ma per la maggior parte del tempo, le cose "fastidiose" che dicono sono semplicemente i fatti.
Certi "potenti" non tollerano la verità, perchè li mostra per quello che sono, per questo l'idea di un dato preciso, inequivocabile, incontestabile, li infastidisce: chi basa la sua forza sulla comunicazione e sulla possibilità di convincere che il nero è bianco e viceversa, posto di fronte ad una cosa incontestabile va in crisi perchè vede chiaramente - visto che non è uno stupido - che di fronte all'incontestabilità si può solo provare a convincere che le cose sono diverse, provare senza certezza sull'esito.

Una cosa incontestabile, relativamente alla serata di giovedì, è che un sacco di gente l'ha vista.
Mentre la guardavo io stasera su youtube, ogni frammento circa cinquantamila visualizzazioni al suo attivo (tranne le due parti del monologo di Luttazzi che raggiungevano e superavano le 100.000 visioni). E c'è stata un sacco di gente che ha visto il programma sui media tradizionali: anche stando solo ai dati Auditel (che sminuiscono l'evento ed il dato degli organizzatori... cosa aspettarsi da un sistema di misura obsoleto ed asservito agli scopi di chi lo controlla grazie alla consueta lottizzazione all'italiana!) ci sono stati 1.000.000 - questo vero, non come il milione di Piazza San Giovanni, il milione di eletti che hanno sentito San Silvio promettere la cura del cancro e che la questura di Roma ha, più pragmaticamente, valutato in 150.000 - di spettatori. Più i contatti in diretta web. Più gli ascoltatori alla radio. Più la gente nelle piazze.
Milioni di persone che non vogliono credere ciecamente all'informazione del sistema, che vogliono un'informazione che dice le cose come stanno, milioni di persone che credono che le cose debbano andare diversamente.

Domani ci sono le elezioni regionali... Io ho letto un po' di programmi, mi sono fatto un'idea... forse esprimerò anche una preferenza ad un candidato provinciale.
Mi sono chiesto anche che cosa potrebbe succedere a seguito del problema che si portano dietro alcuni ricorsi contro la candidatura di Vasco Errani in Emilia Romagna (come quelli contro Formigoni in Lombardia), ma non sono un giurista e il problema della ineleggibilità di uno che è stato "governatore" per due mandati consecutivi (secondo una legge del 2004) non credo di poterlo risolvere (non sono in grado di dire se, visto che la legge non sostiene esplicitamente di essere retroattiva, sia corretto o meno non contare - ai fini dei "due mandati consecutivi" - il mandato in corso al momento dell'entrata in vigore della legge) se non chedendomi se certe cose sono una bella idea.
Comunque sia andrò a votare, e martedì mattina, in ufficio, la pagina con gli aggiornamenti sulla situazione sarà sempre in background sul mio PC.

A volte penso che la nostra è una ben povera Italia... A volte ho delle botte di pessimismo, a volte di ottimismo... Spero di avere un piccolo segnale di ottimismo in più nei prossimi giorni, ma per ora non mi faccio troppe illusioni.

martedì 23 marzo 2010

Lo Ione Eu+

In questi giorni, dopo un paio di settimane di devastazione lavorativa, sono passato a fungere da strumento di ripetizione per la mia moretta: sta preparando l'esame di "Storia dello spettacolo nel mondo antico" ed io le ho dato una mano a ripetere la traduzione dal greco di circa cinquecento versi dello Ione di Euripide.

A volte mi manca una formazione classica: mi manca il fatto di non aver mai studiato latino (e sempre coltivo il proposito di colmare questa lacuna) o greco (beh, fino a recuperare questo non penso che mi spingerò), aver letto le tragedie dei classici e, perchè no, qualche commedia.

Ogni tanto, come in questi giorni, però un piccolo pezzetto della mia ignoranza umanistica viene chiuso da un mattoncino: ho scoperto che le tragedie greche, checchè se ne dica nei codici della categoria in Impro, non sempre finiscono male, anzi, spesso hanno il lieto fine e tragica è solo la vicenda; il coro è un "macro-personaggio" a tutti gli effetti, che parla o all'unisono o per mezzo di un "corifeo" ("corifero"?) che interviene come un protavoce del gruppo ed è un personaggio vero, con cui gli altri possono interagire; di azione non ce n'è praticamente mai traccia (sfida? quale sfida?) e tutto si risolve solo a suon di gran dialoghi con belle tirate e fitti botta e risposta.

E poi, si scopre che gente come Euripide la sapeva molto più lunga di noi già venticinque secoli fa; che forse la vita allora non era poi, fatte le debite proporzioni, così diversa dalla nostra; che certe critiche al potere sembrano scritte con sotto mano i nostri quotidiani...
Ci sono un paio di passaggi dello Ione, in particolare, che mi piacciono molto: parlano della giustizia, della ricchezza e del vivere bene. La traduzione su cui ho aiutato la mia moretta è molto diversa da quella che ho trovato on line (secondo gli attuali filologi, quella che sta studiando lei è probabilmente una delle migliori in assoluto... non è detto che poi non mi trascriva anche quella...), ma comunque anche in questa si capiscono abbastanza bene alcuni concetti.

Due righe per inquadrare i fatti: Creusa - figlia del re di Atene - violentata in gioventù da Apollo mette alla luce un figlio in gran segreto, lo abbandona in una grotta, ma quando torna a recuperarlo non lo trova più e lo crede morto. Anni dopo, lei va in posa a Xuto, nobile alleato di Atene, ma dalla loro unione non nascono figli. I due si recano a Delfi per avere un oracolo dal tempio di Apollo e lì, mentre Xuto si trattiene nella grotta di Trofonio per un altro oracolo prima di andare al tempio di Febo, Creusa incontra Ione. Il giovane, all'insaputa di entrambi, è suo figlio portato via da Hermes dalla grotta (per volere di Apollo) e cresciuto al tempio del dio di Delfi. Lì vive, chiedendosi chi sia sua madre, e servendo nel tempio.
Creusa, parlando con lui, gli racconta la sua storia (riferendo che si tratta della triste vicenda di una sua amica... certe cose non cambiano mai...) e gli dice di volere, oltre un responso relativo ai figli che non riesce ad avere con suo marito, notizie della sorte capitata a quel bambino abbandonato, per sapere se è morto davvero o no. Dopo il racconto e l'uscita di scena di Creusa, così commenta Ione.

IONE
Cosa nasconde questa straniera dietro i suoi discorsi oscuri, sempre offensivi verso Apollo? L'oracolo, lo vuole per amore dell'amica? Oppure tace qualcosa che dev'essere celato? Ma della figlia di Eretteo, cosa mi importa? Non siamo mica parenti! Ma ora con i vasi d'oro vado a riempire gli aspersori dell'acqua lustrale. Febo, però, debbo disapprovarlo. Ma cosa si permette? Violenta delle vergini, e le pianta in asso? E i figli, prima li mette al mondo di nascosto, poi li lascia morire? No, non devi farlo; proprio perché sei potente, hai l'obbligo di essere virtuoso. Un mortale se ha natura perversa, gli dei lo puniscono. Ma allora voi prescrivete ai mortali le leggi, e poi le trasgredite per primi: vi pare giusto?
Se un giorno, non succederà, faccio tanto per dire, se un giorno foste obbligati a render conto agli uomini delle donne che vi siete presi, tu Posidone, e tu, Zeus, signore del cielo, dovreste vuotare i templi dei tesori per risarcire i torti! Voi vi curate del vostro piacere, ma alle conseguenze non pensate: no, non è giusto. Chi merita condanna? Gli uomini che copiano le belle imprese degli dei? O gli dei che danno l'esempio?


Dopo questa bella tirata sulla responsabilità del potere, Xuto - che era nel frattempo entrato nel tempio di Apollo - ne esce con il vaticinio che la prima persona che incontrerà sarà suo figlio (gli viene spacciato come il figlio avuto, a sua insaputa, da una donna con cui si era unito prima di sposare Creusa). Manco a dirlo, incontra Ione!
Felicissimo, lo riconosce come suo figlio e lo vuole portare con sè ad Atene, dove sarà principe e la gioia della casa di Xuto e Creusa. Ione dapprima è perplesso, poi si preoccupa di quello che potrebbe succedere, ed ecco con che parole.

IONE
Le cose non sembrano le stesse a vederle da lontano oppure da vicino. Ringrazio il cielo che mi ha dato, in te, un genitore: ma tu ascoltale, padre, le cose che mi vengono alla mente. I famosi Ateniesi, si dice, sono originari del luogo, sono un popolo che si è conservato puro. Ai loro occhi avrò due torti, io: figlio di uno straniero e bastardo. Con questa taccia, vivendo da poveruomo, conterò come uno zero, e sarà finita lì; cercando di emergere, invece, e di salire in alto, mi procurerò l'odio dei falliti. I potenti danno fastidio. La gente brava e capace, che si chiude nel silenzio per saggezza, e se ne sta in disparte, mi troverebbe ridicolo e folle, se non me ne stessi quieto in una città terrificante. Se poi mirassi a cariche, retori e politicanti si sbarazzerebbero di me con l'arma del voto. Così va il mondo, padre. Chi tiene il governo e il potere non ha pietà per i rivali. Ancora. Io, un estraneo, entro in casa d'altri, la casa di una donna senza figli; e lei che prima era unita a te nel dolore, ora si troverà sola, a sopportarlo, e soffrirà di più. Come potrebbe non odiarmi, vedendomi al tuo fianco? Lei è sterile, non guarderà certo di buon occhio un figlio tuo. E tu dovrai sacrificare me per amore di tua moglie, o la tua casa per riguardo a me. Tu sai quanti delitti, col pugnale, con veleni mortali, furono escogitati da mogli! Ma lo stesso, padre, provo pietà per la tua sposa, che invecchia senza figli e non se lo meritava, lei, che nasce da illustri antenati. Il potere, poi, il potere affascina, se lo guardi da fuori, ma se lo guardi da dentro? E che gioia, che gusto c'è a passar la vita tra timori e sospetti? Vivere felice, da popolano, è meglio che essere un despota, che si compiace di amici abietti, odia gli onesti, e trema per paura di attentati. Tu mi dirai che l'oro fa passare sopra a questo e altro, e che averne è bello: ma a me non piace starmene con l'orecchio teso stringendo al petto il mio tesoro, e penare: meglio campare modestamente, lontano dagli affanni. Pensa invece ai vantaggi che avevo qui: tempo libero, molto, che è bellissima cosa, e poca gente intorno, nessun furfante che mi spintonasse. No, non c'è di peggio che dover cedere alla gentaglia. Pregare gli dei, conversare con gli uomini, i miei servizi accolti con soddisfazione, mai con lamentele: e partenze, arrivi, sempre gente nuova, per la quale anch'io costituivo una simpatica novità. Infine, la mia indole e gli usi del luogo mi rendevano giusto verso il dio, e questa è la cosa più auspicabile per l'uomo, anche se non ne ha merito. Tirando le somme, padre, è meglio per me restar qui che venire ad Atene. Lascia che io viva a Delfi: e non è lo stesso rallegrarsi del molto e accettare il poco con gioia?


Ma Xuto insiste, pur comprendendo la bella tirata sulle cose buone della vita semplice di Ione, e quando Creusa apprende dalla cosa dalle sue ancelle (il Coro) ed un vecchio precettore, decide di attentare alla vita di Ione.
Alla fine, la sacerdotessa di Apollo interverrà impedendo a Ione di uccidere Creusa e rivelando che ha conservato gli oggetti che Ione aveva con sè quando è stato trovato. Creusa, riconoscendoli, si riunirà al figlio perduto, Ione ritroverà la madre (ed avrà trovato un padre ben contento di averlo come suo figlio - anche se a tutti gli effetti, Xuto è quello che viene fregato un po' da Apollo e dai due) ed Atena, mandata da Apollo - che non si fa vivo: c'è troppo il rischio che Creusa e Ione gli facciano una capa tanto a suon di rimproveri... - benedice il tutto profetizzando la discendenza di Ione.

Lieto fine! Applausi! Sipario!

lunedì 8 marzo 2010

8 Marzo

Buona "Festa della Donna" a tutte!

Oggi è una giornata come tante, ma un po' meno come le altre delle altre.
Oggi si celebrano le donne. Si celebrano le loro lotte, le loro sofferenze e le loro conquiste. Quelle già ottenute e quelle che ancora mancano all'appello.

Oggi è una giornata che dovrebbe essere speciale.

In realtà speciale non lo è: oggi le donne lavorano come gli altri giorni, e tanti uomini non regalano neppure un fiore di Mimosa perchè è una cosa "così commerciale" e consumistica.
Sarà anche così, ma a quanto pare l'introduzione della Mimosa come simbolo, tutto italiano, della Festa della Donna si deve a tre donne, tre partigiane e politiche nel 1946: Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei.

La Festa della Donna magari non serve a niente, ma a me piace ricordarla e fare un augurio, che a me costa poco e fa sempre piacere.
Quindi, oggi celebro le donne, che di parlare dei casini che fanno gli uomini oggi proprio non ne ho voglia.

venerdì 5 marzo 2010

Cappelli al mercurio ed etruschi senza etruscologi

Oggi sono inciampato in due cose bizzarre: una curiosità ed una notizia abbastanza deprimente.

"The Naming of Cats"

The Naming of Cats is a difficult matter,
it isn't just one of your holiday games;
you may think at first I'm as mad as a hatter
when I tell you, a cat must have THREE DIFFERENT NAMES.
First of all, there's the name that the family use daily,
such as Peter, Augustus, Alonzo or James,
such as Victor or Jonathan, George or Bill Bailey--
all of them sensible everyday names.
There are fancier names if you think they sound sweeter,
some for the gentlemen, some for the dames:
such as Plato, Admetus, Electra, Demeter--
but all of them sensible everyday names.
But I tell you, a cat needs a name that's particular,
a name that's peculiar, and more dignified,
else how can he keep up his tail perpendicular,
or spread out his whiskers, or cherish his pride?
Of names of this kind, I can give you a quorum,
such as Munkustrap, Quaxo, or Coricopat,
such as Bombalurina, or else Jellylorum-
names that never belong to more than one cat.
But above and beyond there's still one name left over,
and that is the name that you never will guess;
the name that no human research can discover--
but THE CAT HIMSELF KNOWS, and will never confess.
When you notice a cat in profound meditation,
the reason, I tell you, is always the same:
his mind is engaged in a rapt contemplation
of the thought, of the thought, of the thought of his name:
his ineffable effable
effanineffable
deep and inscrutable singular Name.

Thomas Stearns Eliot - Old Possum's Book of Practical Cats (1939)


Sono sempre stato un discreto appassionato di musical ma, da un annetto a questa parte, "Cats" è entrato pesantemente nella mia quotidianità e, con lui, la raccolta di poesie da cui ne sono tratti i testi: "Old Possum's Book of Practical Cats".
Nella divertentissima "The Naming of Cats", c'è un'espressione che, con "Alice in Wonderland" nelle sale cinematografiche (tra l'altro, lo andrò a vedere sicuramente), ritorna in mente spesso: "as mad as a hatter" - "matto come un cappellaio".
L'origine di questa espressione, a quanto pare, non è ben chiara, ma una bella ipotesi che alcuni fanno è che essa derivi dalle tristi consueguenze della consuetudine (in voga fino al diciannovesimo secolo) di utilizzare composti a base di mercurio nella lavorazione del feltro per produrre cappelli: i residui del metallo che, attraverso la pelle, venivano assorbiti dall'organismo dei cappellai avevano/hanno l'effetto di produrre disturbi neurologici che avrebbero dato origine al modo di dire.
Questo per quanto riguarda la curiosità.

La notizia deprimente, invece, l'ho letta sul giornale durante la pausa pranzo: a quanto pare, l'Università di Firenze non ha finanziamenti bastanti per coprire, a partire dalla fine del prossimo anno accademico, la cattedra di Etruscologia.
L'attuale docente, che alla rispettabile età di 70 anni sta per andare in pensione e che è contrario al periodo di ulteriore prolungamento di due anni che potrebbe richiedere - tanto che non l'ha richiesto -, in questo momento è relatore di 26 tesi di laurea (credo da primi e secondi livelli...), ma la notizia del suo prossimo pensionamento, nonostante la Facoltà di Lettere si stia operando per cercare di riuscire a coprire il posto che verrebbe ad essere desolantemente scoperto, getta nello sconforto gli aspiranti etruscologi dell'ateneo toscano che - non c'è certo da chiedersi come mai -, stando all'autore dell'articolo, potrebbero migrare verso differenti lidi (Pisa, Siena e Bologna... giusto per fare i nomi di tre università dove l'etrusologia si studia e se ne può fare un proprio indirizzo di studio...).

Certo, da studente di fisica non pensavo - fino a quando non ho cominciato a vedere l'altro lato della barricata grazie alla mia Moretta - che anche gli umanisti avessero problemi di finanziamenti alla ricerca ed all'insegamento, convinto com'ero che, vista la malaugurata propensione italica a considerare cultura di serie A quella umanistica e di serie B quella scientifica, per loro fosse un po' più facile, ma avendo modo di sapere che loro stanno messi pure peggio degli scienziati ci si rattrista non poco...

L'Università di Firenze senza docente di Etruscologia... pare solo a me o è l'ennesimo chiodo sulla cassa da morto dell'università italiana?

mercoledì 3 marzo 2010

I dilettanti allo sbaraglio contro la casalinga di Voghera

In questi giorni di immediato post-presentazione delle liste alle elezioni regionali, i politicanti improvvisati e funzionari di partito senza nessuna idea delle cose del mondo sono protagonisti, ma accanto a loro si siede un dizionario della lingua latina.

I fatti: la "Lista per la Lombardia" del governatore uscente Formigoni è stata esclusa dalla competizione politica nella sua regione per irregolarità sulle firme raccolte e presentate; la lista del PdL è stata esclusa dalla partecipazione alle regionali a Roma e provincia perché (se non ho capito male) la documentazione relativa è stata presentata in ritardo.
In funzione di questo, sta scoppiando il finimondo nella politica: La Russa tuona dicendo che (riporto testualmente dal sito di Repubblica)

"... Non vorrei fare la parte dell'eversivo ma lo dico chiaro e tondo: noi attendiamo fiduciosi i verdetti sulle nostre liste, ma non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto. ..."

mentre Bondi, ai microfoni del TG1, ieri sera diceva, grosso modo, che l'assenza del partito di maggioranza relativa in una competizione elettorale del genere rappresenta un grave vulnus all'equilibrio politico del paese.

Mmm... vorrei chiedermi se l'emblematica (ed ormai dimenticata) "Casalinga di Voghera" ha la più pallida idea di che diamine significhi "vulnus".
Questa parola (che nel gergo giuridico significa "ferita, offesa; violazione di un diritto") è diventata di gran moda dopo che Minzolini, il direttore del TG1, l'ha usata in un suo (non poco irrituale) editoriale nell'edizione di prima serata della sua testata agli inizio di novembre dell'anno passato.
Nessuno, prima di allora, si sarebbe mai sognato di utilizzarla in un'intervista alla più seguita testata telegiornalistica italiana.

A ben pensarci, considerando la casalinga di Voghera e la sua (certamente assidua!!!) frequentazione del gergo giuridico, non riesco proprio a spiegarmi come mai, prima del passato anno, quella parola non fosse stata usata molto più di frequente...

Mah... io mi concentro sulla forma, ma la sostanza è esplosiva: i dilettanti allo sbaraglio della politica italiana colpiscono ancora... e poi provano a mettere le pezze alle loro idiozie con ricorsi e ricorsini, appellandosi ai giudici (che se non gli daranno ragione saranno sicuramente schierati con la parte avversa, non ligi custodi delle regole...) e tribunali amministrativi.
Sinceramente, mi auguro che l'idiozia venga, per una volta, punita... non sono molto ottimista, ma una speranza bisogna pur averla nella vita, no?

martedì 2 marzo 2010

Tre "personagge" in cerca di rivelazioni

Ieri sera, sessione di gioco di ruolo del gruppo bolognese di "Northern Harbor", una campagna ALEA:CUM (più o meno) che va avanti, partita con quattro giocatori, con tre giocatrici.

E' qualche mese che le mie eroine indagano, nella città di Northern Harbor (Massachusetts), sul conto di un detective corrotto della omicidi del distretto di Arlow... una persona che, la scorsa sessione, è stata ritrovata morta (a causa di un malore?) nella sua auto, parcheggiata sotto casa di una delle tre.
Ieri sera, dopo un surreale "pranzo delle rivelazioni" con il giovane mercante d'arte Ioannis "Jannis" Sotiris, le tre giovani sono andate a fare campeggio, accompagnate da tre dipendenti di Sotiris (i gemelli Roros) con la prospettiva di sapere ancora di più di quello in cui erano finite invischiate.

E' stato divertente, passata la mezzanotte, vedere le tre giocatrici tese di fronte alla situazione che si stava generando in quel piccolo accampamento in un bosco di collina.
Quando poi si è arrivati al sodo, ancora più divertente è stato vederle di fronte ad una rivelazione che, per settimane, avevano considerato certa ma che, visto che non arrivava, avevano classificato come una loro fisima.

Mi piace spiazzare i miei giocatori e vederli di fronte ad una situazione che non si aspettavano (come un divertito mercante d'arte greco che si appoggia sulla lingua un anello d'argento e la lingua sembra cominciare a sfrigolare) e mi spiace sempre un po' chiudere una sessione lasciando la suspance da cliffhanger, ma alla fine va bene anche così: almeno la settimana prossima, quando si arriverà al dunque, vedrò se quello che gli deve essere detto è tra le ipotesi che faranno in questi giorni.