venerdì 10 febbraio 2012

Un freddo rientro

Bologna, ore 01.15: nevica e c'è vento, ma le strade sono ancora pulite.
Parto alla volta di casa e la tangenziale è tranquillamente praticabile; la mia auto viene investita da due "lame" di sale quando, in due occasioni differenti, sorpasso dei mezzi spargisale all'opera... non me ne dispiaccio affatto, anzi, ne sono molto lieto.
Via Persicetana, ore 01:35: nevica anche qui e c'è ancora più vento, ma c'è anche un paio di gradi in meno e la neve che scende - si fa per dire: visto il vento teso, viaggia parallela al suolo... - è estremamente farinosa e leggera, tanto che il vento, scontrandosi con i terrapieni ai lati della strada, arriva addirittura a spingere getti di neve verso l'alto.
San Giovanni in Persiceto, ore 01:50: condizione simile alla precedente, ma con l'aggiunta del fatto che la strada - molto meno trafficata delle precedenti - è coperta da uno o due centimetri di neve che, per nulla bagnata, danza sulla superficie sospinta dal vento.

Al termine di un viaggio durato 1 ora e 10 minuti, contro gli usuali 45 minuti di tempo di percorrenza per quest'orario, arrivo a casa... parcheggio ad alcune centinaia di metri perchè sotto casa non c'è un posto neanche a spalarselo (ma non posseggo ancora una pala e sotto la neve, a quest'ora, di mettermi a sparlami un parcheggio non se ne parlerebbe comunque).
Raggiungo il portone camminando su un soffice strato di neve alto quanto la suola scolpita degli stivali; su quella superficie le orme lasciate dalle ruote della mia auto stanno rapidamente scomparendo.
Entro in casa, convinto di essere accolto dal calore della mia dimora, invece mi accoglie un timido teporino: sul display del termostato, allarmato, lampeggia il temibilissimo messaggio d'errore "E19": caldaia bloccata causa esaurimento dell'acqua nel circuito dell'acqua calda per i rubinetti.

Non è la prima volta che mi succede: capita, di quando in quando, che se tolgono l'acqua ed io utilizzi l'acqua calda (vuotando quindi il circuito senza che nuovo liquido subentri), la caldaia vada in blocco di protezione. Il blocco è generale: non viene più effettuato il riscaldamento nè del circuito dei rubinetti nè di quello dei caloriferi, che pure sono indipendenti.
La soluzione è semplice: una volta ritornata l'acqua nel circuito, resettare la caldaia.
Più semplice a dirsi che a farsi: la caldaia si trova in un armadio a muro sul balcone e, ovviamente, per accedere al fondamentale controllo dell'accensione/reset è necessario aprirne lo sportello principale (pica pensare di fargli uno sportellino apposta per accedere a quel tastone, non sia mai, troppo furba come pensata!).
Reinfilo gli stivali e la giacca, recupero la chiave quadra per aprire la paratia della caldaia e mi avventuro nella tormenta che, fregandosene delle mie necessità, imperversa anche sul mio balcone, per altro reso scivolosissimo dalla neve.
Dopo cinque minuti impegnato ad armeggiare, ho la meglio sul problema e ritorno in casa... esamino i termosifoni: stanno già cominciando a scaldarsi. Ho vinto!

Ora... capisco che sette anni fa, quando la caldaia è stata installata, magari il costruttore non si sia preso la briga di acquisire il modello top della gamma; capisco anche che la centralina di controllo sia estremamente prudente perchè, cercare di scaldare in vano un cirtuito vuoto - e che quindi non andrà mai in temperatura - potrebbe anche arrecare danni alla caldaia in generale, ma quello che mi chiedo è: possibile che due circuiti indipendenti debbano essere interconnessi nel blocco?
Mentre continuo a monitorare l'andamento della temperatura - uso acqua calda per prepararmi ad andare a letto anche per verificare che la caldaia non torni ad andare in blocco - mi viene voglia di capire se la macchina è in grado di gestire separatamente i due circuiti e se esiste un aggiornamento del software della centralina che consenta di evitare questo blocco generale di sicurezza.
Mentre mi lavo i denti mi fisso allo specchio e mi rendo conto di quanto sia assurdo anche solo il fatto di aver pensato di cercare un aggiornamento del "firmware" della mia caldaia.
"E' tardi - penso - e sono stato per troppo tempo nella tormenta. Quest'idea deve essere il frutto del troppo freddo preso, non può essere vera... Meglio andare a dormire."
Prima, però, decido di tenere traccia di questo momento di delirante follia tecnologica.

Andrò a letto, a questo punto, ma probabilmente il dubbio sulla centralina della mia caldaia continuerà ad assillarmi anche una volta raggiunto il cuscino.
Che brutta cosa la delirante follia del mio cervello!

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