martedì 26 marzo 2013

Prove generali di terza guerra mondiale

Se devo dire la verità, sono un filino preoccupato dall'evoluzione della situazione - per altro già tesa - tra Corea del Nord e Corea del Sud: Pyongyang ha messo le sue truppe in allarme, mobilitando tutte le unità, comprese quelle per attacchi missilistici all'indirizzo del territorio americano.
Se anche Washington non ha da temere, come alcuni analisti dichiarano, un attacco nucleare diretto, resta che se anche solo un fazzolettino usato nord coreano arrivasse vicino ad un bersaglio statunintense, io una rappresaglina me l'aspetterei... senza considerare che non servono i missili balistici intercontinentali per colpire Seul o Tokyo e la cosa costringerebbe, di fatto, gli Stati Uniti ad un intervento che non potrebbe essere una semplice tirata d'orecchie.

Secondo un analista di questioni nord coreane interpellato dal Washington Post, questa escalation non sarebbe altro che un modo per far acquisire autorità interna al presidente Kim Jong-un attraverso una prova di forza militare, quindi non si tratterebbe di molto di più che una spacconata per farsi rispettare dai suoi... Poi, però, lo stesso analista ammette che se alle minacce non seguisse nessuna azione reale, di cui il presidente potesse prendersi il merito, l'intera manovra perderebbe di significato. Come a dire che qualcosa bisogna aspettarselo, altrimenti il grande leader non potrà fare la figura dell'eroe che guida il suo popolo.
Da quel punto di vista, la posizione cinese che richiama l'alleato alla calma potrebbe - a mio avviso - risultare anche dannosa, perchè se poi non succedesse niente, chi impedirebbe a qualcuno di dire che Kim è un sottomultiplo dell'autorità cinese?

La cosa che mi risveglia timori più o meno remoti, probailmente, in tutta questa storia è che siamo praticamente di fronte ad uno degli scenari che il WOPR di War Games mostrava mentre imparava che in un conflitto termonucleare globale non ci possono essere vincitori.
Anni di film anni '80 forse mi hanno segnato? Può darsi...
O forse a segnarmi è stata la consapevolezza che il mondo è pieno di squilibrati spacconi e che quelli più pericolosi sono quelli che devono dimostrare di esserlo...

3 commenti:

Unknown ha detto...

Personalmente sono d'accordo con l'analista che indica in tutto questo una manovra del nuovo leader per far vedere quanto è tosto, in fondo è una pratica comune da quelle parti da un paio di decenni. In fondo l'appena salito al trono "fulgido leader", figlio del "caro leader" e nipote dell' "eterno leader" deve farsi le ossa e poi pare che anche quest'anno il raccolto in Corea del Nord sia stata una ciofeca, perciò bisogna richiedere nuovi aiuti dalle Nazioni Unite e di solito a PyongYang il metodo di negoziazione è: fare la faccia dura e poi graziosamente ritirarsi in cambio di soldi, cibo, petrolio, macchine di lusso etc. etc.
In quanto alla figura patetica, beh per molti la COrea del NOrd sembra una nazione da operetta e da riderci sopra, ma all'atto pratico è quanto più vicino ad Oceania (di Orwelliana memoria) si sia mai raggiunto nella vita reale, la gente sà solo quello che i boss vogliono che sappia...basta dire che gli aiuti internazionali vengono spacciati per 'tributi' alla potente Corea del NOrd dai cani capitalisti del resto del mondo in segno di acquiescienza alla sua immane supremazia. Comunque il problema non è se c'è una vera e propria intenzione di scatenare la guerra, ma se succede qualcosa per sbaglio che poi scatena il patatrac. Poi se uno guarda bene la situazione in quella parte del mondo è un pochetto troppo prona a stì scherzi in questo periodo, giusto un paio di mesi fa c'è stata una piccola crisi tra Cina e Giappone riguardo un'arcipelago pare ricco di risorse ed anche qui piuttosto che una deliberata intenzione di scatenare una guerra dobbiamo temere il fortuito incidente che può dare inizio all'escalation.

zaa ha detto...

D'accordissimo con te: più che un'azione deliberata c'è da temere il rischio di un errore magari dovuto ad un eccesso di tensione: il classico primo colpo sparato per sbaglio dal soldatino troppo nervoso che fa partire l'assalto.
Resta che, indipendentemente dal motivo per cui dovesse partire, se partisse - e fosse chiaramente partito dai nord coreani, non come l'affondamento di un paio di anni fa di una nave da guerra sud coreana che si sospetta sia stata silurata dal nord ma non ci sono prove - allora la rappresaglia da parte del bersaglio non so se potrebbe essere evitata.

Per quanto riguarda la tensione tra Cina e Giappone, a dire il vero la crisi non è ancora del tutto rientrata: la Cina continua a rivendicare quelle isole ed il Giappone continua ad opporre resistenza e le pezze d'appoggio che dimostrano che quel tratto di mare e quei quattro isolotti in croce disabitati sono loro territorio da sancito in trattati internazionali.
La cosa più particolare di quella storia è che stiamo parlando di un tratto di mare semplicemente molto pescoso, non di un posto con enormi giacimenti di petrolio... ma in fin dei conti, che la Cina miri a risorse alimentari, non so perchè ma non mi stupisce più di tanto.

Unknown ha detto...

Dipende dal tipo d'incidente probabilmente, armi nucleari a parte la Corea del Sud non vuole assolutamente il confronto militare...in quanto lo vincerebbe e d'accollarsi l'economia in rovina del Nord non ne hanno la minima voglia, però come disse il grande Totò: Ogni pazienza ha il suo limite.


La disputa sulle isole è un misto di velleità di potenza, in quanto la Cina ora si sente abbastanza forte sia politicamente che militarmente da far vedere alle altre nazioni che quando parla la si deve ascoltare infatti è da qualche anno che la marina e l'aviazione cinese sono più aggressivi riguardo sconfinamenti civili e militari, di rigurgiti nazionalistici usati anche per motivi interni (la crisi economica colpisce tutti e se ci aggiungi l'endemica corruzione del partito a Pechino vogliono tenere la gente tranquilla e fedele ed in fondo cosa c'è di meglio di attaccare i vecchi 'amici' giapponesi ed infine qualcuno può pensare che un possesso di queste isole può significare una maggiore pressione sui vari paesi confinanti riguardo la questione delle isole Spratley e lì di petrolio pare essercene parecchio.