mercoledì 15 ottobre 2008

La voce della pietra

La pietra ha una voce tutta sua.
Parla piano, sussurra con la voce del vento che l'accarezza, e ciò nonostante si fa udire.

Di solito nessuno le risponde, destinata al suo quieto monologo, perpetuo commento al mondo, alla sua fragilità... Il suo continuo mormorare non è per gli organi dell'udito quotidiano, quelli troppo abituati alle voci degli uomini ed ai rumori della loro vita. Capita, però, che a volte la pietra sia nei pressi di alberi e fiori ed erba, ed allora un dialogo c'è ed è incessante: un ciarlare fitto fitto nella brezza che accarezza roccia e fronte o nella pioggia che picchietta pietre e petali e steli.
E' in queste situazioni, quando il dialogo è più intenso, quando il mormorare di vita immobile ed immobile esistenza si fa più intento, che anche gli uomini lo possono sentire.

Le creature fatte di carne e sangue passano accanto ad una statua o una roccia e le loro orecchie ne ignorano le parole, ma i loro occhi trovano quello che c'è da cercare ed il basso vibrare dell'aria percuote la loro anima, facendosi udire oltre l'udito, facendo vibrare, risonante, una corda che c'è dentro ogni vivente.
In alcuni, quella corda è più sensibile e basta un tocco leggero per metterla in moto; in altri, il tempo vissuto, o quello in cui vivono, l'ha inspessita rendendola tenace e restia a rispondere all'appello.
Poco importa quanto è necessario impegnarsi: la pietra ci prova, e se ha un interlocutore, a volte, in due colgono la sfida e cercano di far suonare il cuore dei mortali come fosse un accordato strumento.

Un orrendo apparire di fiera, di mostro o di diavolo feroce, può essere necessario per far avviare le corde più spesse, per far sì che altri, dal tocco più delicato, abbiano modo di insistere su un moto avviato e far partire il concerto silente nelle anime curiose, turbate o frettolose.
La pietra insiste.
La pietra persiste.
La pietra non ha fretta ed aspetta.
La pietra è sempre lì, a commentare il passaggio di un ascoltatore troppo distratto per prestarle l'attenzione che merita.
Se di un diavolo incarna l'aspetto, prova a pungolare il cuore delle genti con un ghigno malefico, beffardo e crudele, ridendo divertita dell'effetto che la sua forma, frutto della mente di uomini, ha sulla mente di altri mortali.
Altre volte, è più delicata la forma, più dolce la voce, adatta a cuori leggeri, cuori pronti a rispondere all'appello, corde argentate invece che cime di marina.

Alla fine, dopo giorni, settimane, mesi o anni, la resistenza della corda perde di importanza: sarà solo una nota o sarà un'intera sinfonia, ma quell'anima toccata dal continuo vociare risponderà alla chiamata. Gli occhi si volgeranno alla pietra, e la storia che lei narra nella sua muta lingua sarà rivelata, notata e appresa.

Ogni giorno, la quieta ostinazione della roccia ha la meglio.
Ogni giorno, cento concerti per cuori e rocce viene suonato in ogni angolo della terra sotto il cielo, nelle città degli uomini sempre di corsa come nei boschi, sulle montagne o lungo le sconfinate sponde del mare.
Ogni giorno, la pietra parla a mille cuori ed almeno uno si volge, incuriosito da una di quelle mille parole senza fiato.
Ogni giorno, la pietra, figlia del mondo, chiama qualcuno con il suo vero muto nome e questi si volge rispondendo all'appello.
Ogni giorno, la roccia, plasmata dall'arte degli uomini, racconta una storia silente che qualche anima mortale apprende.
Ogni giorno, qualcuno, pur non udendo voce diversa dalle mille e mille altre del mondo, scopre qualcosa che ha visto cento volte e mai notato, volgendosi a cercare con lo sguardo e il cuore l'origine di una voce che non fa rumore.

Ogni giorno, qualcuno decide, senza rendersi conto del vero motivo, di fermarsi ad ascoltare il monologo del mondo, il monologo recitato con la voce della pietra.

3 commenti:

la Volpe ha detto...

Ok, Angelo, ti hanno dato roba buona da fumare stamane? :p

zaa ha detto...

In realtà, si tratta solamente di una specie di trip autoprodotto dovuto al fatto che, alla seicentesima volta che passavo davanti a quelle tre cose nelle foto, ho deciso di fotografarle: tutte le volte che gli passo sotto al naso mi mettono addosso una curiosità ed una voglia di sedermi e stare semplicemente lì a fissarle...

Ok, lo so... sono decisamente una persona quantomeno strana...

la Volpe ha detto...

A me fanno la stessa impressione gli alberi. E ho anche l'impulso di mettermi a parlare coi vecchi che mi stanno simpatici, ma alla fine non lo fo mai.