domenica 11 novembre 2007

Che tempo che fa!

Mi piace il programma di Fazio, mi piace veramente parecchio, ma uno dei momenti che più prediligo di quel programma è l'intervento settimanale di Luciana Littizzetto.
Ho visto la puntata di oggi ed ho realizzato, per l'ennesima volta, che quei minuti di pura ilarità sono un vero e proprio momento di esaltazione: molto di quello che lei dice è quello che a me capita di pensare settimanalmente. Certo, non tutto, però...
Ogni volta che, nel suo pezzo, la Littizzetto tira una sciabolata a qualcuno è uno dei bersagli cui punterei anche io se fossi nella sua stessa posizione.
E' incredibile... veramente incredibile quanto azzeccati siano i suoi commenti.
Oggi, per esempio, ha tirato una sciabolata fenomenale a quelle persone che seguono, quasi morbosamente, i processi del "Caso giudiziario" di turno.
Approvo, approvo, fortissimamente approvo!
A che cosa serve quel tipo di comportamento? A che pro seguire cosi' le vicissitudini giudiziare di qualcuno? Possibile che certe persone non abbiano una "vita vera" che richieda loro tempo ed attenzioni tanto da superare, in importanza, quel discutibile hobby?
Non ho una risposta, e tra l'altro oggi sono troppo stanco per provare a cercarne una, so solo che la Littizzetto ha centrato ancora una volta un bersaglio... adoro la sua mira!

4 commenti:

Chichi ha detto...

Ciao caro! Stasera mi sono persa la Lucy, ma mi sono beccata Migone da crozza...il che mi ha consolata parecchio!!!
Avevo pensato di leggere tutti i tuoi post ma dovrei prendere una settimana di ferie... adesso leggo i nuovi, durante le vacanze leggo il resto..
My blog is www.cristinacasari.blogspot.com

la Volpe ha detto...

Sì, seguire morbosamente il caso giudiziario di turno non serve a niente.
Però certe riflessioni le suscitano, certe cose.
Come i delitti di Garlasco e Perugia, che toccano corde molto sensibili del mio animo perché maturati in quelli che sono i NOSTRI ambienti di lavoro e di vita, caro Angelillo!

Beccati questo articolo di Ilvo Diamanti a riguardo:

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/perugia-uccisa2/studenti-citta/studenti-citta.html

zaa ha detto...

Comprendo il tuo punto di vista, mio buon Giulio, però è un altro il problema che suscita la mia, diciamo, perplessità: chi segue morbosamente il caso di turno, generalmente per la percezione che ne ho, non è chi lo potrebbe/dovrebbe sentire più vicino.
L'impressione che ho è che gli "spettatori/guardoni" non siano i giovani studenti fuori sede che vivono in una città universitaria, nè i preoccupati genitori di figli spersi per il mondo a studiare...
Sono altri, che non c'entrano nulla, più interessate all'efferatezza della vicenda che non ai protagonisti, più interessate al mostro che non al movente... Più incuriositi dal fatto che non preoccupati.
Questo rende discutibile il loro interesse assieme ad una cosa assai più preoccupante: quando li vedi, in terza fila dietro al cronista di turno accampato davanti al tribunale, non li vedi preoccupati impegnati a discutere tra loro, ma li vedi guardare in camera, sorridenti e salutanti.

la Volpe ha detto...

Sì sì, ma infatti condivido la tua analisi, ma ti dico che ci possono essere riflessioni interessanti da trarre da queste vicende, se vengono esaminate dal corretto punto di vista (cosa che NON viene fatta dal salotto di Bruno Vespa, per dire, o dagli psicologi da quattro soldi che non hanno la minima idea della confusione mentale che soffia come un vento impetuoso nella testa di noi ggggiovani). ^_^